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Anello in MTB sul monte Cesèn
L'anello in MTB sul monte Cesèn, nelle prealpi venete, insiste sul primo massiccio che si trova dalla pianura ad est del fiume Piave. Vas è adagiato ai suoi piedi ed il modo più sostenibile per scoprirlo è mediante la mountain bike.
La salita sino a Milies
Partenza dalla Locanda Solagna, nel borgo di Vas. Una sana dormita ed una lauta colazione mi hanno permesso di recuperare le forze spese nell'esplorare il territorio ad ovest del Piave nell'anello cicloturistico monte Tomba - Possagno. Al bar persone incuriosite vogliono sapere della mia presenza. Il cielo è ancora una volta azzurro in questo anomalo (o dovrei dire oramai normale) secco inverno.
Devo spostarmi a sud, al paese di Segusino, perciò bypasso la galleria usufruendo della storica strada che corre a fianco del corso d'acqua. Subito dopo lo sbocco della strada vecchia e del tunnel svolto a sinistra per entrare in paese e fatti cento metri seguo le indicazioni per le località di Stramare e Milies. I due borghi antichi, caratterizzati da case in pietra, sembrano cristallizzati in un tempo lontano. La salita asfaltata si addentra sotto un sole battente nella valle per poi attorcigliarsi su se stessa con una serie di tornanti sino alla conca posta attorno agli 800 metri di Milies. Le pendenze non sono impegnative perciò la salita può risultare comoda ai più.
La località è attraversata dal sentiero europeo E7, facente parte dei dodici sentieri europei a lunga distanza. Il suo percorso inizia in Portogallo, attraversa la Spagna, la Francia, arriva in Italia, supera il massiccio del Grappa e giunge a Milies per proseguire verso est fino in Romania.
Incontri, sensazioni e panorami
Per una serie di coincidenze fortuite conosco Davide, guida locale di mountain bike, col quale proseguo la pedalata. Mi piace vagare in solitaria ma allo stesso tempo apprezzo condividere la mia passione con persone sensibili che sanno comprendere, anche perchè sono dell'avviso che gli avvenimenti (e gli incontri) non capitano mai per caso. Davide si impegna nell’educazione ciclistica dei più piccoli e nella promozione di percorsi, specialmente enduro, proprio sul Cesèn.
Naturalmente il tour odierno mi porterà a conoscere solo una piccola parte della complessa realtà montana; ciò non toglie che a fine articolo proporrò delle alternative. Non vedo animali ma il mio compagno di bici m'assicura che vi sono molti cinghiali, caprioli, cervi, volpi, etc. Continuiamo a salire e dall’asfalto ci muoviamo su strada bianca. Quattro signori sulle loro e - bike ci raggiungono, assisto così ad un simpatico siparietto in quanto Davide per comunicare coi biker passa dalla lingua italiana ad un ostico veneto stretto.
Al margine della strada si incontrano in successione due grandi botti che hanno la funzione di rifugio e ricovero. Alla seconda saluto Davide, in quanto diretto sul monte Doch, mentre io continuo a destra per essere baciato nuovamente dal sole.
Dopo un attimo di tregua la strada si impenna, diventa più sconnessa e l’ombra ancora mi avvolge. Due tratti cementati sono lastricati di ghiaccio ma credo sia il minimo sindacale visto che siamo in febbraio. Nessun timore, pedalando sul ciglio erboso il problema è aggirato e risolto.
Il sole risplende sopra malga Movline, a 1200 metri, oggi chiusa ma punto di ristoro in estate. Da quassù si gode uno spettacolare panorama che spazia sul versante ovest del monte Grappa (e monte Tomba) fino agli abitati di Alano, Quero, Fener e Segusino, a nord le Dolomiti Bellunesi, a sud la pianura veneta.
La foschia che sale da sud annacqua il paessaggio rendendolo ovattato e trasparente. Dopo essermi dedicato alla fotografia mi copro data la pungente brezza e mangio. Non passa nessuno, sono solo al limite del cielo.
La discesa a Pianezze e Valdobbiadene
Dalla malga devo ancora salire un poco quindi scendo nel bosco dove purtroppo sono presenti diversi abeti rossi a terra (forse a causa della tempesta Vaia?). Trovo una plausibile spiegazione scritta sopra un cartello informativo. Alcuni appezzamenti del monte Cesèn sono stati soggetti ad opere di rimboschimento alcuni decenni fa, soprattutto per prevenire l’erosione dei versanti. Si afferma che i risultati sono stati buoni dove si è scelto di collocare a dimora piantine di diversa specie, per esempio un mix di latifoglie e conifere, deludenti invece dove si è privilegiato l’abete rosso che in ambito prealpino va incontro ad un rapido deperimento.
Sbuco su di un tornante, scendo a destra per alcuni metri quindi mi infilo in un sentiero ma debbo scavalcare la palizzata in legno, cosa che devo ripetere al suo termine. Continuo su di una strada sterrata che in falso piano mi riconduce sulla via asfaltata, fra le case sparse della località di Pianezze, e quindi al bar ristorante Stella Alpina, punto di appoggio dove lavora Adorno, altra guida mtb, il quale affitta bici elettriche e gestisce il vicino parco avventura. Anche in questa occasione la conversazione è sincera e preziosa.
Il sole pian piano cala ed io devo affrettarmi. Lungo la strada che scende, Via San Francesco, il panorama sarebbe superbo perché spazierebbe a sud dall’Istria alla laguna veneziana sino agli Appennini ma la densa foschia mi limita alla pura immaginazione.
Al terzo tornante inbocco a destra uno sterrato veloce che taglia l’intero versante alla stessa quota sino alla colonia dunque finalmente scendo con ampi squarci panoramici fra tornanti e belle erte nel bosco su fondo ghiaioso, a volte cementato.
Sul volgere della discesa compaiono diversi castagni ed alcune case costruite alla stessa maniera di quelle di Stramare e Milies.
Presso la località di Cargador riecco l’asfalto. A fine discesa svolto tutto a sinistra per poter vedere rapidamente il centro storico di Valdobbiadene, col duomo di Santa Maria Assunta. Il comune è famoso in quanto le colline del prosecco fra Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio Unesco.
Col sole in fronte ricalco la strada appena fatta e proseguo a destra sulla SP 36 seguendo le indicazioni per San Vito. All’incrocio con Via Europa risalgo il Piave verso nord, lascio sulla destra Segusino e grazie alla vecchia strada fatta già in mattinata ritorno a Vas ed alla Locanda Solagna.
L'anello in MTB sul monte Cesèn non presenta particolari difficoltà e nell’arco di una intera giornata risulta fattibile ed assai godibile.
È possibile allungare il percorso di 12 chilometri, andando a sinistra alla seconda botte per raggiungere i monti Mariech, Barbaria e poi ricollegarsi a Pianezza.
E’ inoltre possibile iniziare la salita dal centro di Vas sino a Milies utilizzando lo sterrato che si inerpica sul versante orientale, ben pedalabile, con pendenze comprese tra l'8 ed il 12%.
Locanda Solagna
Dormire a Vas
La Locanda Solagna, adagiata nel tranquillo borgo di Quero-Vas, presenta un forte legame con le sue radici locali, dalla cucina all'architettura; allo stesso tempo è attenta alle nuove sfide e sensibilità odierne. Dista a opochi metri dal fiume Piave, in posizione perfetta per inoltrarsi alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi o per percorrere i dolci pendii delle colline del prosecco di Valdobbiadene.Log in con ( Registrati ? )
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Gotico
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico