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Ciclovia del Volturno: percorso tra Molise e Campania in bici
Ammettiamolo pure: la distribuzione delle ciclovie in Italia è decisamente sbilanciata a Nord. Con molto piacere però, nelle nostre esplorazioni della penisola, abbiamo scoperto alcune pregevoli eccezioni. La ciclovia del Volturno, tra Molise e Campania, è sicuramente una di esse...
Ciclovia del Volturno, dal Molise alla Campania in bici
La ciclovia del Volturno nasce ai piedi delle Mainarde e al confine del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, in una delle regioni turisticamente più sottovalutate d'Italia, il Molise, nei pressi dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, nel comune di Rocchetta a Volturno. Dalle sue sorgenti fino a Capua, il fiume attraversa un territorio rurale che ben si sposa con chi ama il cicloturismo: borghi medievali, strade poderali e di campagna, pendenze dolci e traffico irrisorio. Il corso del Volturno, il più lungo dell'Italia del sud, corre per 175 km tra Molise e Campania sfociando nel Mar Tirreno dopo aver guidato il viaggiatore nella scoperta del territorio.
Si parte quindi da Rocchetta a Volturno e dopo pochi chilometri su sterrato si giunge a Cerro al Volturno. Il castello di Pandone, che fu trasformato in un palazzo nobiliare nel corso dei secoli, domina il cicloviaggiatore che prosegue verso Petrara e Valloni. Si attraversa il fiume passando sulla diga di Ripa Spaccata, dopo aver ammirato la struttura in ferro del Ponte Rosso. Seguendo la sponda occidentale, si giunge a Taverna di Roccaravindola dove si passa nuovamente sulla sponda orientale attraversando il ponte dei Venticinque Archi.
Poco più avanti è possibile scegliere tra una delle strade lungofiume dato che la segnaletica è presente su entrambi i lati del corso d'acqua. Qui le colline hanno già lasciato spazio alla pianura e si prosegue la pedalata tra i campi di granoturco e frumento, fino a giungere a Vairano Patenora, non lontano dal quale sorgono i resti della Badia di Ferrara, dove passarono Pietro da Morrone (poi papa Celestino V) e Federico II. Purtroppo oggi l'abbazia è in rovina ma si possono tuttora scorgere tracce di antichi affreschi.
Vairano è invece dominata dal castello aragonese che si riesce a scorgere anche da lontano, abbarbicato sul punto più alto del colle.
Lungo il Volturno verso Capua
La ciclovia del Volturno continua il suo viaggio tornando sulla sponda orientale del fiume e passando nei pressi di Alife, antica sede vescovile del Sannio con resti archeologici di epoca romana. All'orizzonte, volgendo lo sguardo verso est, si stagliano le vette del parco regionale del Matese, un'area protetta della Campania attraversata dal corso del Titerno e del Tammaro. Entrati nel comune di Ruviano, le dolci pedalate pianeggianti divengono un ricordo e, seppur dolcemente, si risale in collina. Il tracciato della ciclovia del Volturno segue il corso del fiume, deviando bruscamente verso ovest per giungere dopo alcuni chilometri a Sant'Angelo in Formis dove si trova l'abbazia benedettina di San Michele Arcangelo con i suoi pregevoli affreschi. Manca poco per giungere a Capua ma fai attenzione al traffico perché qui dovrai pedalare sulla statale.
Qui, dopo 145 km, finisce la ciclovia del Volturno ma prima di terminare il tuo viaggio in bici non puoi esimerti dal visitare il sito archeologico dell'antica città, distrutta dai Saraceni. A Santa Maria Capua Vetere, l'antica Capua, passa anche il percorso dell'antica Via Appia, la Regina Viarum, che poi prosegue il suo viaggio verso Benevento, Taranto e Brindisi.
La nostra esperienza sulla ciclovia del Volturno
La nascita della ciclovia del Volturno, mi viene da dire purtroppo, è frutto soprattutto della passione dei singoli più che di una pianificazione territoriale estesa e concordata. La ciclovia, come si può leggere sul sito ufficiale, ha infatti visto la luce grazie al finanziamento della Banca Capasso, il cui AD è un appassionato cicloviaggiatore. Inaugurata nel 2011, non ha però visto ulteriori investimenti e miglioramenti da allora.
Noi abbiamo seguito un tratto della ciclovia del Volturno durante il nostro #noplansjourney da Vairano Patenora a Castel Campagnano, giungendo da Formia e proseguendo verso Pompei. La nostra esperienza sulla ciclovia è stata decisamente positiva. Gli elementi piacevoli del tracciato sono la percorrenza di strade a basso scorrimento e un territorio che ben si adatta alla bici. Non ci si deve però aspettare una ciclovia sullo stile di quelle del nord Europa (e alcune anche del nord Italia), con segnaletica verticale e orizzontale completa, fondo curato e servizi presenti e diffusi su tutta la tratta. Qui i pregevoli sforzi privati non sono stati seguiti dall'impegno pubblico e nemmeno i cittadini (a parte probabilmente i pochi e volenterosi ideatori dell'itinerario) sembrano essersi presi a cuore il tracciato. La ciclovia del Volturno per questo resta un percorso su strada, senza tratti dedicati e con la segnaletica che inizia a sentire il peso degli anni e dell'incuria.
Durante il nostro passaggio (è vero, ad inizio stagione, ma con temperature miti e gradevoli) non abbiamo incontrato nemmeno una persona che vi camminasse o pedalasse. Purtroppo se queste condizioni persisteranno, a mio parere rischiano di far morire poco dopo la sua nascita questo bel progetto che viene definito sul sito stesso come la 'ciclovia più lunga dell'Italia centro meridionale' (queste affermazioni mi fanno sempre un po' sorridere perché il termine ciclovia significa tutto e il contrario di tutto, oltre al fatto che ad esempio la Via Silente, l'Acquedotto Pugliese e la via Francigena del Sud sono, ad esempio, itinerari ciclabilidecisamente più lunghi della, comunque bella, ciclovia del Volturno)
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico