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Con il VTTE verso il West | 4° tappa sosta da pellegrino
Scritto da Girumin
Sono dell’idea di arrivare fino a Ivrea, ma non ho ancora chiamato per il posto in cui passare la notte. Se fossi furbo pianificherei con largo anticipo tutte le tappe e chiamerei per chiedere se c’è posto, per prenotare ecc, ma lo faccio raramente. Un po’ perché non so fin dove posso arrivare, un po’ perché mi affido alla provvidenza o alla fortuna, un po’ perché in questo periodo non c’è molta gente in cammino. Ho superato Cavaglià, comincio ad avere la sensazione che ci sia qualche problema alla bici, la sensazione che le ruote siano frenate, ma il timore è un altro.
So bene che le ruote sono in ordine e nulla le frena, il problema è davvero un altro, un problema ben chiaro.
Un problema chiamato Salita
Chiaro e semplice, ha un nome ben noto, si chiama “Salita”! Eggià, qui GOAT e VTTE hanno elementi in comune, condividono lo stesso ideale: non andare in salita! In questi casi non ci sono molte alternative, si va avanti camminando. Stavolta però la salita non è molta e posso pedalare quasi facilmente, anche se il timore è di sforzare troppo. Non vorrei chiedere troppo alla bici, mi è già successo una volta di spezzare un telaio di una bici e in questa situazione non sarebbe molto comodo, potrei correre addirittura il rischio di non proseguire il viaggio!
Anche catena, pedali, forcelle… Mi è anche già capitato di vedere una ragazza davanti a me che decollava perché le si era spezzata la forcella davanti. Meglio non chiedere troppo. Cosa direbbe la gente se mi vedesse in giro con i pezzi di telaio a tracolla? Passo da Roppolo a salutare Sabrina e Alberto del Movimento lento e di Itineraria. Con loro ho già fatto il viaggio con la GOAT verso la conferenza internazionale sulla decrescita, un cammino in Liguria, il cammino di Oropa, la “Ciclovia dei tre fiumi” in Lombardia e altro ancora. Sono lì solo per salutare, ma visto che Alberto mi offre ospitalità io accetto ben volentieri, quando si è in viaggio una notte a scrocco si accetta con piacere. Così mi fermo a Roppolo invece di andare fino a Ivrea, in ogni caso non sarei andato oltre Ivrea. In altre condizioni sarei andato fino al San Bernardo alla casa “Don Angelo Carioni”, con i concittadini che s’incontrano là proprio questo fine settimana. Prima o poi, a piedi o in bici, provo ad arrivarci. Questa era una buona occasione visto che c’è la festa della casa, ma il mezzo non me lo consente. Purtroppo il segnale è scarso e non riesco a connettermi bene a Internet. Provo a connettermi con due compagnie telefoniche, ma il segnale è scarso, la sola che da un servizio valido è di cui non ho la chiavetta per connettermi. La compagnia telefonica che in quel momento da servizio decente è quella che da servizio via rete tradizionale telefonica che nel pomeriggio si è guastata… Mi connetterò domani…
Il viaggio in bici di Girumin continua... ma se non avete letto le scorse tappe, fate un salto indietro alla terza!!!
Per maggiore chiarezza nella lettura del testo, qui di seguito la "traduzione" dei due mezzi di trasporto usati in vari viaggi da Girumin: VTTE ossia Velocipede Tradizionale Tipico Essenziale e GOAT ossia Graziella Operativa Alternativa Tattica!
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Girumin
La mia voglia di camminare parte dall’esigenza di vivere il rapporto con la natura. Ho avuto la fortuna di camminare su lunghi percorsi e di viaggiare in diversi paesi, anche meno conosciuti dal turismo tradizionale e ho vissuto alcune esperienze internazionali.
Sono forse stato inesorabilmente spinto dall’istinto naturale che porta a muoversi, a esplorare e a conoscere. Attratto dal bisogno di esserci in prima persona, di arrivare da qualche parte con le mie gambe. Qualche volta ho cercato di giocare con idee meno consuete e magari non sempre garantite.
Penso che il viaggio non sia solo andare lontano geograficamente, ma sia l’occasione per provare ad affrontare le cose in maniera diversa. Spesso per trovare il nuovo basta guardare le cose da un altro punto di vista.
Apprezzo la tecnologia più recente, ma anche le tecniche tradizionali e credo più nella voglia di fare che nella strumentazione più sofisticata.
Partendo da questa idea mi piace preparare un viaggio anche con le mani, per i lunghi cammini ho realizzato dei carrelli per portare il bagaglio e ho fatto qualche giretto con una Graziella e un carrello, ho poi sistemato una vecchia bici da uomo e ho costruito un altro carrello. Cerco idee nuove, ma esploro tecniche del passato come i bastoni di legno.
Nel corso del tempo ho raccolto molti appunti su equipaggiamento, abbigliamento, abitudini, tecniche ed esperienze varie che ho inserito in un libro scritto per la casa editrice “Terre di mezzo”.
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Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico