Ormai conquistato dal fascino di concepire “il viaggio” come progetto di itinerari con mezzi diversi ma tutti ecologici ho preparato ed attuato questo giro che, con partenza da Varese in MTB mi ha fatto raggiungere il lago Maggiore e rientrare in città percorrendo quattro ciclovie, in parte un sentiero Belvedere panoramico sul lago ed utilizzando due treni per spostamenti in zone più trafficate e meno interessanti dal punti di vista paesaggistico.
Dati tecnici
Da Varese al lago Maggiore
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Varese |
Tempo |
6-7 ore |
Dislivello |
600 m circa |
Lunghezza totale |
48 km |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
|
Ciclabile della Valcuvia
Partendo da Varese in direzione del lago Maggiore si percorre parte della
Ciclabile della Valcuvia fin quasi al
Maglio di Ghirla dove a sinistra si prende la
Ciclabile Ghirla-Valcuvia. Questa con un andamento piuttosto tortuoso scende prima a Cunardo dove con qualche difficoltà si rintraccia il prosieguo che diventa una bellissima discesa nel
bosco dai colori d’autunno. Purtroppo devo confermare anch'io come altri che la segnaletica è spesso carente laddove servirebbe e questa è la ragione per cui a volte bisogna girovagare per trovare le deviazioni.
Io mi reputo piuttosto “imbranato” ma credo che proprio alle persone così dovrebbe pensare chi installa le segnalazioni e non a coloro dotati di intuito brillante ed occhi di lince. Di fatto, giunto in località Camartino mancavo la deviazione per Ferrera e arrivavo ad una vecchia Fornace; qui imboccavo un percorso anulare pure tosto che mi riportava… là dove ero già passato. La seconda volta alla Fornace decidevo di averne abbastanza e individuata la provinciale la imboccavo e con ripida e veloce discesa arrivavo a Grantola.
Peccato perché il tratto mancato penso sia molto bello. Ad ogni modo a Grantola trovavo la terza
Ciclabile Valcuvia-Valtravaglia-Luino che con leggerissima pendenza e costeggiando l’onnipresente
Torrente Margorabbia in 8 km scarsi di bellissimo e riservato percorso porta a Luino.
Ho notato che questa e anche la prossima ciclabile, forse per il fatto di correre vicine a torrenti hanno diversi tratti in cui l’asfalto presenta una sequenza di rughe o gobbe che danno l’impressione di andare a cavallo; mi rendo conto che asfaltare nuovamente 10 km di ciclovia possa avere costi difficili da sopportare per l’Ente preposto mentre mettere qualche cartello in più laddove serve e bene in vista forse non è una grande spesa e sarebbe di grande utilità.
Sentiero Belvedere
Giunto a Luino mi concedevo una sosta sul lungolago fotografando il bel panorama che da lì si gode. Qui avevo pensato di inserire la chicca più preziosa del giro: non una ciclabile ma
una salita per MTB che avrebbe raggiunto una modestissima cima, il
Monte Bedea di 667 m. Gli itinerari sono molteplici ed io, purtroppo, sceglievo quello forse più bello ma anche più impegnativo; dopo una salita sopra Luino che poco spazio lasciava al mio desiderio di gustare il
Sentiero Belvedere arrivavo all’inizio del tratto definito
“difficile”. L’aggettivo non si riferisce ad un aumento di pendenza, già sostenuta, ma al fondo che da stradale diventa
sentiero di montagna da fare rigorosamente a piedi spingendo la bici.
Ho seguito per un po’ il tracciato sperando che in breve diventasse migliore ma nulla da fare. Così rinunciando al Monte Bedea invertivo la direzione e tornavo a Luino, o meglio alla
Stazione FFSS.
Cambio d’abito, biglietto elettronico e una mezz’ora più tardi salivamo su un convoglio molto pittoresco (nel senso di decorato e malandato) che in 15’ raggiungeva Laveno Mombello.
Ciclovia Laveno-Cittiglio
Risalito in sella andavo all’altra stazione, quella delle Nord di Laveno e mi apprestavo a percorrere la quarta ed ultima, la
Ciclovia Laveno-Cittiglio che lì inizia. Anche questo è un facile e godibile percorso che costeggiando il torrente Boesio segue dal basso la cresta del
Sasso del Ferro ed arriva a Cittiglio; molte persone passeggiano lungo la via magari accompagnate dal loro cane o da amici.
La pista conduce diritta alla Stazione di Cittiglio dove in attesa del treno consumo il mio pranzo e sorseggio un buon caffè. Il treno mi riporta nella mia città ed è ben diverso da quello delle FFSS. Questo è pulito, confortevole e spazioso; un piacere viaggiare con lui.
La gita è finita, tanta soddisfazione ma le gambe non sono molto d’accordo. Pazienza!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico