Quello che mi accingo a descrivere è un anello ciclistico di grande soddisfazione da un punto di vista paesaggistico, che si sviluppa interamente in Svizzera, all'interno del Canton Grigioni. Si scavalcheranno Julierpass ed Albulapass in bici e ogni chilometro pedalato riserverà emozioni sempre nuove, in un contesto che spazia dalle ampie vedute sull'Alta Engadina con i sui suoi laghi e ghiacciai, alle verdeggianti vallate solcate da corsi d'acqua impetuosi fino agli scenari brulli e affascinanti d'alta quota.
Dati tecnici
Svizzera in bici: Julierpass e Albulapass
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Passo del Maloja |
Tempo |
5-8 ore |
Dislivello |
2300 m circa |
Lunghezza |
123 km |
Tipologia di fondo |
Asfalto 100%
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Bici consigliata |
Bici da viaggio
Bici da strada
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
Alta Engadina in bici da strada
Alta Engadina...
L'avventura comincia al Passo del Maloja (1815 m), porta d'ingresso dell'Engadina, ove svetta imponente la Torre Belvedere fatta erigere dal conte belga Camille de Renesse nel lontano 1880.
Superato l'adiacente abitato di Maloja, su strada pressoché pianeggiante si costeggiano i due bellissimi
laghi di Sils e di Silvaplana in uno scenario da cartolina; sicuramente sarà stata tale bellezza a convincere il pittore trentino
Giovanni Segantini a trascorrere gli ultimi anni della propria vita in questi luoghi; infatti, traendo ispirazione da questo paesaggio montano, compose opere su tela di grande valore, ora custodite nel
Segantini Museum di St. Moritz, località turistica che verrà attraversata durante la conclusione del giro.
Dopo un ultimo sguardo a questi splendidi specchi d'acqua in cui si riflettono le maestose montagne circostanti, si giunge nel caratteristico paese di Silvaplana.
...e lo Julierpass
Ora si svolta decisamente a sinistra all'interno del paese per imboccare una via di comunicazione aperta tutto l'anno che permette il collegamento tra il Distretto del Maloja e il Distretto dell'Albula attraverso lo Julierpass.
La salita si presenta da subito insidiosa per via delle pendenze importanti, ma dopo pochi tornanti diventa un po' più tranquilla, sino all'arrivo in vetta (2284 m); lungo questi sette chilometri di ascesa si avrà la possibilità di ammirare l'incantevole paesaggio circostante, costellato da vette imponenti alte più di tremila metri.
Transiti millenari
Dopo i primi nove chilometri di discesa dallo Julierpass si giunge a
Bivio, località nota sin dal tempo dei Romani; infatti, proprio da questo paese transitava una via che permetteva il passaggio di guarnigioni e sovrani da Chiavenna a Coira, garantendosi quindi un facile accesso verso il nord Europa. Tale via di transito, che valicava i confini alpini attraverso il
Passo del Settimo (Septimerpass), fu utilizzata anche nei secoli successivi da viandanti e mercanti, creando una vera e propria rete commerciale, con relativo obbligo di pagamento di dazi doganali imposti dai signorotti locali. Tale percorso, noto come
Via Sett, è stato valorizzato negli ultimi anni divenendo un interessante
percorso escursionistico – culturale della durata di cinque / sei giorni.
Una volta costeggiato l'enorme lago artificiale di Marmorera, si entra nella parte più verdeggiante e prativa della Val Sursette, ricca di piccoli nuclei abitati adagiati sui pendii, con Tinizong e Savognin a lambire il fondovalle più antropizzato.
Ponendo attenzione a percorrere un tunnel stradale, ben illuminato, dello sviluppo di circa un chilometro, ci si tuffa nell'ultima breve discesa affacciandosi a Tiefencastel, paese dalle belle architetture ubicato nell'estremo fondovalle.
La Ferrovia Retica verso l'Albulapass
Dopo aver affrontato ben 35 chilometri di discesa dallo Julierpass, ora non resta altro che procedere lungo un'interminabile vallata che terminerà a oltre 2300 m di quota, all'Albulapass.
Campanili svettanti qua e là, piccoli agglomerati di baite, prati falciati e ben curati, persino campi da golf: questo è ciò che il turista a due ruote dovrà aspettarsi nel percorrere la prima parte di questa valle.
La salita iniziale si presenta intervallata da una serie di tratti distensivi e persino in leggera discesa, in cui l'attrattiva più evidente e spettacolare è rappresentata da un vero capolavoro di ingegneria ferroviaria di inizio Novecento: il
Landwasser Viaduct, un enorme viadotto ferroviario della
Ferrovia Retica – Linea dell'Albula, paragonabile a quello presente nella Centovalli attraversata durante il
giro ad anello in bici tra Cannobio e Valle Vigezzo.
Tale linea ferroviaria, lunga ben 62 chilometri, fu costruita nel 1903 con lo scopo di collegare Thusis a St. Moritz; perfettamente funzionante come un secolo fa, oggi permette di coprire un notevole dislivello grazie ad una serie di spettacolari viadotti e di gallerie elicoidali. Insieme alla Linea del Bernina, altra ardita ferrovia, nel 2008 è stata inserita dall'Unesco nel novero delle opere Patrimonio dell'Umanità come esempi tecnicamente avanzati di gestione del paesaggio di alta montagna e come ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del mondo.
Superato un tratto ripido di salita si giunge a Bergün, gradevole paese adagiato su un grande ripiano erboso, che ospita il Museo ferroviario dell'Albula, altro spunto di interesse correlato alla Ferrovia Retica. Una fontana ristoratrice può rappresentare la scusa per riposarsi, in attesa delle fatiche finali.
I successivi
14 chilometri, che costituiscono la vera e propria salita al passo, saranno talmente variegati da lasciare a bocca aperta chiunque vi transiti. Dopo qualche chilometro nel bosco, il rumore del trenino rosso (simile a
quello del Bernina) anticiperà l'ingresso nella parte più spettacolare, ovvero l'
attraversamento di ben quattro viadotti ferroviari integrati perfettamente nell'ambiente circostante. Sicuramente un'occasione per fermarsi e fare qualche scatto fotografico!
Più avanti la vallata si apre ed il bosco lascia gradualmente spazio alle praterie d'alta quota. Dopo la stazione ferroviaria di Preda, ove la ferrovia si immerge nella montagna per sbucare in Engadina nei pressi di Bever, la strada supera ulteriore dislivello per uscire completamente allo scoperto, transitando a fianco del grazioso lago di Palpuogna.
Ora sono ben visibili gli ultimi bellissimi e panoramici chilometri, che anticipano l'ingresso nell'ultimo settore, il più selvaggio, spoglio e lunare, prima dell'arrivo in vetta (2315 m).
Le ultime fatiche
Dopo il meritato riposo, e la classica stretta di mano a cui certi ciclisti, per fortuna, sono ancora affezionati, si affronta la veloce e panoramica discesa sino a La Punt, prima di innestarsi sulla strada principale dell'Engadina, affiancata dal fiume Inn. Deviando immediatamente su strada secondaria e quasi per nulla trafficata, si lambiscono in sequenza i paesi di Bever, Samedan, Celerina, ed infine la caotica St. Moritz, impreziosita dal lago omonimo.
Ed ora solo pianura fino al Passo del Maloja, con il vento in faccia garantito ma con il sorriso stampato sul volto per una bella giornata trascorsa in bici.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico