Il risveglio quest'oggi ha un sapore amaro. Il ticchettio che colpisce il soprattetto della tenda non lascia spazio all'immaginazione: le gocce di pioggia si infrangono sul nylon come schegge che trafiggono il nostro umore. Ma la speranza non ci abbandona e nell'attesa che spiova ci godiamo il caldo tepore del nostro sacco a pelo... d'altronde in un
viaggio in bici di un mese qualche giorno non proprio splendido lo dobbiamo mettere in conto.
Dati tecnici
Carpegna - Urbino in bici
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Carpegna/Urbino
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Tempo |
5 ore
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Dislivello |
1000 m circa
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Lunghezza |
53 km |
Tipologia di strada |
Asfalto 95%
Sterrato 5%
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Ci alziamo controvoglia e facciamo la sponda tra la tenda e i bagni del campeggio con guizzi felini per evitare il diluvio che allieta, si fa per dire, il nostro breve tragitto. Il forte vento che mi ha tenuto sveglio ieri sera continua a sferzare la tenda che però regge alla grande nonostante i nostri timori. Le nubi sopra la nostra testa restano invece in balia di eolo e vengono trasportate lontano ad una velocità inaspettata: si deve sfruttare il momento ed il sole che fa capolino ci spinge ad accelerare le operazioni d'imballo.
In men che non si dica siamo in sella, salutiamo e pedaliamo sotto nuove nubi che arrivano e se ne vanno in pochi minuti. Il cielo cambia svelto come il paesaggio. E' già quasi mezzogiorno e l'obiettivo di raggiungere Urbino sembra quasi una chimera, tanto più che una frana ci costringe ad una (per fortuna breve) deviazione. Frontino ci saluta sull'altro versante della valle e noi ci tuffiamo a capofitto verso Belforte all'Isauro, dominato dall'imponente castello. Ad essere sinceri però ciò che ricorderemo del piccolo paese di fondovalle è il mega-panino preparato dal salumiere: una delizia!
Imbocchiamo la provinciale fogliense fino a Piandimeleto dove consultiamo
le mappe OSM del nostro gps trovando un'alternativa poco trafficata verso Urbania. Splendidamente desolata, la strada non è stata manutenuta da qualche decennio e
zigzaghiamo tra le buche dell'asfalto sul quale le nostre ruote scorrono via veloci. Saliscendi, paesaggi idilliaci ed un cielo minaccioso ci accompagnano fin sul colmo della
collina di Peglio dominata dalla torre. La picchiata verso Urbania è repentina e ci consente di rifugiarci in un bar prima di uno scroscio di pioggia.
Non appena il cielo si quieta, sulla piazza della cittadina appare un giovane che scorrazza libero cantando a squarciagola sulla sua bici fiammante: ad un'occhiata più attenta mi accorgo che il ragazzo è affetto dalla sindrome di Down e nel guardarlo, per un momento, mi assale un'assurda gelosia: la sua spensieratezza mentre pedala incurante del giudizio altrui è la più alta espressione di libertà a cui abbia assistito di recente!
Riprendiamo il nostro
viaggio in bici attraversando le viuzze di Urbania, piacevole cittadina che ha segnato il primo ingresso nella valle del Metauro. Per raggiungere Urbino in bici, decidiamo di ritornare sui nostri passi e percorrere la statale 73bis di Bocca Trabaria anziché seguire il corso del fiume lungo vie più trafficate. Questa scelta, ne siamo consapevoli, comporterà nuove colline da superare ma sapevamo di dover pedalare con il naso all'insù quando abbiamo deciso di iniziare l'avventura di
#transitalia e cercare di attraversare gli Appennini in bicicletta!
Il percorso è più dolce di quanto ci aspettassimo ma nonostante questo giungiamo ai piedi di Urbino quando il tramonto è ormai passato da un po'. La ricerca di un alloggio si rivela più complicata del previsto e dopo aver vagato a vuoto per il centro della splendida cittadina abbarbicata, ancora una volta la tecnologia ci viene in aiuto: una rapida ricerca sullo smartphone ci rivela la presenza di un bed and breakfast non troppo lontano e quando le tenebre ci hanno ormai avvolto insieme alle nubi basse, affrontiamo l'ultima aspra ascesa al cui termine si trova lo splendido alloggio dove resteremo per un paio di giorni dedicati alla visita della città ed al lavoro.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico