Di ritorno da una giornata in chiaro-scuro in
val di Fiemme. Con un ristretto gruppo di amici ho deciso di affrontare oggi le asperità di una tra le poche granfondo di bici da corsa organizzate in Trentino:
la Marcialonga cycling. Siamo partiti all'alba da Trento per salire in auto fino a Predazzo, dove era prevista la partenza alle 7.30 del mattino nel parcheggio antistante gli inquietanti trampolini per il salto con gli sci. Non sono stati sufficienti 4 caffè per ridare vigore alle palpebre che non avevano alcuna intenzione di restare sollevate ed allora, dopo il rituale della vestizione abbiamo ritirato il pacco gara e fieri dei nostri pettorali ben oltre il 2000, ci siamo avvicinati alle griglie di partenza a circa 5 minuti dallo start ufficiale. La foto di rito ed eravamo già in gruppo a succhiar ruote.
Dati tecnici
Trentino - Val di Fiemme
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Predazzo |
Tempo |
3-6 ore
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Dislivello |
1980 m |
Lunghezza |
80 km |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Già alla partenza purtroppo si poteva intuire che la giornata non sarebbe stata delle più adatte ad una escursione in bicicletta visti i 10°C che ci avevano accolto. Comunque ottimisti abbiamo indossato i nostri spolverini e ci siamo gettati nella mischia. Il percorso (avevamo optato rigorosamente per il più corto) prevedeva un tratto iniziale di una ventina di chilometri fino al passo S. Lugano, una discesa di qualche chilometro e quindi la scalata in successione del passo Monte S. Pietro e del Lavazè per rientrare a Predazzo dopo 80km (il percorso lungo aggiungeva a queste due asperità il passo S. Pellegrino e il passo Valles per 135km). I primi chilometri affrontati in gruppo davano l'illusione di volare a medie per noi astronomiche ma appena terminata la discesa e scalato il rapporto per imboccare la salita, la dura realtà ci ricordava l'obiettivo reale della giornata: salvare la gamba e trascinarci all'arrivo senza troppi danni! Spavaldi abbiamo domato il monte S.Pietro ancora freschi e dopo una rigorosa sosta al ristoro, ci siamo lanciati in discesa. La bagarre scatenata sul primo colle mieteva già le prime vittime ma i primi chilometri del Lavazè davano i verdetti definitivi. Nel frattempo il cielo cupo era divenuto ancor più minaccioso ed ai 1800m del passo Lavazè le prime gocce di pioggia si associavano al freddo intenso (circa 4-5°C, poco più tardi la neve ha sostituito l'acqua scesa fino ad allora!) a rovinare parzialmente la giornata. La discesa, ancora una volta affrontata dopo un lauto pasto al ristoro, è stata gelida e gli ultimi 10km fino a Predazzo interminabili sotto un diluvio sempre più potente. Sgranati, siamo giunti sul traguardo ed infreddoliti abbiamo dato fiducia alle docce nella speranza di un pò d'acqua calda che chiaramente è terminata quando noi abbiamo messo piede nello spogliatoio. Dopo aver visto l'arrivo trionfante del fratellone nella granfondo (lui e tre compagni di squadra sono giunti una mezz'oretta dopo di noi con 55km e due passi in più nelle gambe!) ci siamo rifugiati nel tendone allestito per il pranzo che abbiamo mangiato avidi e poco dopo, con le ossa ancora infreddolite, siamo rientrati a casa senza nemmeno poter godere degli splendidi scenari dolomitici che ci circondavano.
Ben più sfortunati sono stati i bisonti che hanno deciso di affrontare il percorso lungo: la neve ha iniziato a scendere copiosa poco prima del transito dei primi concorrenti e più il tempo passava e più la situazione meteo peggiorava, tanto da costringere gli organizzatori a chiudere il S. Pellegrino e fermare gli atleti che vi giungevano attorno alle 12.15. Sul Valles i copertoni delle bici lasciavano la loro traccia sulla neve che già si depositava sull'asfalto e gli atleti venivano fermati e fatti scendere con i pullman.
Il lungo serpentone di appassionati, giunti fin qui da tutta Italia ed oltre, ci ha comunque regalato una piacevole giornata tra amici e la soddisfazione di pedalare su strade mai percorse e per lunghi tratti senza il traffico di un giorno qualsiasi. Alla prossima sfida...
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico