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Mesothalassia: viaggio in bici coast to coast per parlare alla gente di acqua
Scritto da Dom
Dall'Adriatico al Tirreno, più di 600 km in bici con assetto da viaggio, su strade secondarie, attraversando meravigliosi ambienti naturali e città ricche di storia, catturando microbi in ogni possibile specchio d'acqua, inseguendo la rotta di migrazione delle gru, seguendo il corso dei fiumi Ofanto e Sele. Ecco in breve cos'è stato e cos'è Mesothalassia, ciclo-staffetta di divulgazione scientifica organizzata dalla Rete Italiana di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine.
Dati tecnici
Mesothalassia - dall'Adriatico al Tirreno in bici
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo | Petacciato-Vietri su mare |
Tempo | 6 giorni |
Dislivello | 6000 m circa |
Lunghezza |
598 km
|
Tipologia di strada |
100% asfalto
|
VALUTAZIONE
Difficoltà | |
Panorama |
QUANDO ANDARE
Scienziati in bicicletta
Scienziati, ciclo-divulgatori, scambiando informazioni sulla natura con calore umano, cibo delizioso e note di colore da raccontare in un blog, redatto da chi scrive e dal ciclo-scrittore Emilio Rigatti (mesothalassia.wordpress.com). Tracciando un nuovo percorso ciclo-turistico (vedi qui sotto per mappa e file gps) che taglia in due lo stivale in uno dei tratti più utilizzati in passato per andare da mare a mare, prima che cominciasse il declino demografico ed economico delle aree interne della penisola.
Parlo di Mesothalassia, ciclo-staffetta di divulgazione scientifica organizzata dalla Rete Italiana di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine nell'ambito delle iniziative di divulgazione scientifica CNRxEXPO (28 giugno - luglio 2015). Una carovana composta da una mezza dozzina di scienziati, tra cui il sottoscritto, in bicicletta e "bagagliati", più un'altra mezza dozzina di accompagnatori non scienziati ma con tanta voglia di pedalare imparando cose nuove. Ancora, un totale di un centinaio di ciclisti "giornalieri", che hanno scortato la carovana di Mesothalassia, unendosi al pubblico degli eventi di comunicazione della scienza.
Mare e monti tra Molise e Puglia
Partiti da Petacciato, in Molise, la statale SS16 ci ha portati alla cittadina di Termoli, con i suoi storici trabocchi, e al lido di Campomarino, con le steppe salate mediterranee. Poi, da Campomarino verso l'interno, lungo la SS16ter, al limitar della Daunia, tra paesaggi ondulati e gialle colline, fino a Lesina, antica città protesa nell'omonima laguna, specchio d'acqua salmastra in cui convivono pesci gatto e gamberetti di mare in un ambiente chimerico, "ambiente di transizione" tra terra e mare.
Seconda tappa. Una settantina di km in piano ci hanno condotti da Lesina alla località Crocifisso di Varano sulle sponde della omonima laguna, dopo aver percorso le SP40-41 e un bellissimo sterrato lungolago tra ulivi, canalette e salicornia (deliziosa sott'olio, provare per credere). La sera al Crocifisso, ostriche e cozze di Varano, più osservazione al microscopio del famigerato cibo dei molluschi: il plancton!
Terza tappa, la più lunga, più di cento km, da Varano a Margherita di Savoia. Giunti a Carpino, ci si siamo mossi in direzione Montagna sul Mare (il Gargano, appunto) lungo la SP50. Poi, una bellissima deviazione su sterrato di una ventina di km all'interno di Bosco Quarto, nel territorio di Monte S. Angelo, tra faggi, aceri e cerri dalle dimensioni colossali. Di nuovo su asfalto. Ancora sterrato. Poi giù per la SP57, planando sul Golfo di Manfredonia, gran dislivello, grande emozione. Da Manfredonia, la SP159 (e l'opportuna scorta di Carabinieri) ha condotto il gruppo ad un tramonto di fuoco sulle immense Saline di Margherita di Savoia.
Dalla quarta tappa in poi, lo scenario è cambiato drasticamente. Gli ulivi, l'aria salata e la gente che affollava le coste hanno lasciato il posto al vuoto, occupato da immensi campi di grano e paesi enormi, come Cerignola e Canosa di Puglia, distanti tra loro miglia. E' il basso corso dell'Ofanto, fiume che sfocia in Adriatico ma che nasce a poche decine di chilometri dal Tirreno. La carovana ha inseguito il fiume, lungo la SP3, su tratti sterrati tra i campi, poi sulla SP91, sulla SP18 Ofantina, giungendo infine a Venosa, la città di Orazio, splendida nella sua architettura, retaggio di molte ere.
Lungo il confine tra Basilicata e Campania
Quinta tappa, ancora Ofanto, Melfi e il suo castello e l'aura remota di Federico II. Poi il Monte Vulture, i laghi "gemelli" di Monticchio e poi di nuovo via dalla strada asfaltata, proseguendo su una infame e mistica carrareccia che costeggiava il fiume, percorrendo autentiche dune con pendenze fino al 20%, nel bel mezzo dei boschi irpini, che facevano a spallate con i campi di grano lucani. Quest'autentica via d'espiazione correva a mezza costa tra il fiume e le aspre colline sovrastanti, sul confine tra Basilicata e Campania.
Poco prima di Calitri, paese presepiale aggrappato alla roccia di tufo, abbiamo ripreso l'Ofantina giungendo a Cairano, paese di fiaba sulla sommità di una rupe isolata, meta della quinta tappa.
Sesta tappa, interamente Campana, brevissima. Scesi dalla rupe di Cairano, abbiamo raggiunto il lago di Conza, prodotto da una diga, e la sua Oasi del WWF, sostando qui un giorno intero, tra bici da controllare e bambini che assalivano i nostri microscopi per osservare la vita del lago. Tante le cose da visitare in zona, dall'Abbazia del Goleto, fondata da San Guglielmo da Vercelli, al parco archeologico di Compsa, antico insediamento romano.
Settima tappa. Esiste un punto geografico che separa idealmente due mari. Si chiama "spartiacque". Questo punto per noi è stato la Sella di Conza: a est di questa, i fiumi sfociano in Adriatico; ad ovest, nel Tirreno. Abbiamo raggiunto la Sella inerpicandoci sui pendii a monte di Conza della Campania e abbiamo percorso lo spartiacque fino a Teora, tenendo a destra le brulle ma dolci colline lucane dominate dal nero Monte Vulture e a sinistra le alture boscose dei Monti Picentini e la profonda valle del fiume Sele.
Oltre Teora, dopo una visita alla sorgente del Sele, di pertinenza dell'Acquedotto Pugliese, abbiamo ridisceso la valle, giungendo, dopo una ottantina di km dalla partenza, all'Oasi WWF al lago di Persano, regno di lontre e uccelli migratori.
Ottava tappa. Piana di Paestum, la Valle dei Templi. Paesaggi mediterranei. Dai boschi alle pinete sul mare. Campagna e bufale. Code di automobili lungo la litoranea che ci ha condotti a Salerno.
Arrivo alle porte della costiera amalfitana
Poi, Vietri sul Mare, alle porte della Costa d'Amalfi.
Il viaggio in bici è terminato qui. L'indomani, rotta via mare sull'isola verde Ischia e da qui a Napoli, per una due giorni di festa della scienza marina presso le due sedi della Stazione Zoologica Anton Dohrn, uno dei più antichi istituti di ricerca sul mare al mondo.
Mesothalassia è stato più che un viaggio in bicicletta. E' stato un incontro lungo un viaggio.
Un incontro tra scienziati e pubblico, tra divertimento ed educazione e tra amici che prima di questo viaggio nemmeno si conoscevano. Per chi volesse approfondire, segnaliamo le pagine Facebook Mesothalassia ed Emilio Rigatti, dove potrete trovare un bellissimo racconto per immagini.
Le foto a corredo dell'articolo sono state realizzate da Antonio Bergamino
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Dom
E' nato nel '76 in Pianura Padana e nella sua vita ha fatto la spola tra Sud e Nord Italia svariate volte. Ora lo danno più o meno stabile tra i colli irpini. Va in bicicletta da quando è nato. Come tanti, del resto... anche se poi se ne dimenticano, imbracciando un volante. Di mestiere fa lo scienziato. Studia microbi acquatici. per lo più a cottimo. Ama scrivere di scienza e di altre umane cose. Viaggia in bici dal 2009, cioè da quando, stabilitosi in Trentino per alcuni anni, ebbe la ventura di trovar casa di fronte alla famosa Via Claudia Augusta, in quel di Masetto di Faedo. Folgorato fin dal divano di casa dalla mistica visione di viandanti "cammellati" a due ruote provenienti da terre oltreconfine, in un plenilunio d'estate, acquisì JulyMoon, la sua fidata KogaMiyata, con la quale cominciò a girovagare per le terre subalpine sfruttando i favori delle ciclabili del nord. Si specializzò in viaggi brevi, ad un tiro di schioppo da casa, ma dalla dimensione ampiamente spirituale. Nella piovosa primavera del 2014, ha percorso la via di Francesco, dall'eremo di Fonte Colombo, nei pressi di Rieti, all'eremo di La Verna, in provincia di Arezzo. Nell'estate 2015, ha organizzato e percorso Mesothalassia, viaggio nella terra tra i due mari d'Italia, portando in giro in bici le sue conoscenze sull'acqua ed i suoi microscopici abitanti. La bici fa parte del suo lavoro. Da scienziato, oltre il 50% del suo lavoro di concetto lo svolge in bici, elaborando pensieri e teorie.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico