La salita in MTB al Monte Guglielmo è uno dei giri più panoramici dell'area del lago d'Iseo. Dai quasi 2000 metri della vetta del Gölem, così chiamato affettuosamente, si scorgono vette e luoghi ameni difficili da vedere in altri giri fuoristrada: il ghiacciaio del Bernina, la Presolana, il Monte Baldo, la punta inconfondibile del Cervino e i laghi d'Iseo, Endine e Garda. L'itinerario in MTB che ti propongo parte da Zone, il paese delle misteriose piramidi di terra, raggiunge il rifugio Almici e la cima del Guglielmo prima di scendere nuovamente a Zone seguendo single trail e forestali piacevoli da pedalare anche in estate. All'itinerario proposto è possibile aggiungere tratti ulteriori partendo direttamente dal lago o dalle altre località dei dintorni.
Dati tecnici
Monte Guglielmo in MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Zone
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Tempo |
4-6 ore
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Dislivello |
1440 metri circa |
Lunghezza |
25 km circa |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
Mountain bike sul lago d'Iseo
Dal parcheggio nei pressi del maneggio di Zone inizia il tracciato che sale alla
Croce di Marone prima e alla cima del Guglielmo poi.
Le prime pedalate sono su strada asfaltata anche se ben presto si trasforma in una comoda forestale che con costanza guadagna quota in direzione della Croce di Marone. Le pendenze, in questo primo tratto, non sono mai eccessivamente impegnative. I panorami son fin da subito interessanti con scorci su Zone e le vette che la sovrastano. Dalla Croce di Marone, dove è presente anche un ristoro, una cementata decreta l'inizio delle danze a pedali verso la cima del Monte Guglielmo.
L'ascesa ardita si addolcisce presto e, addentrandosi nel bosco, porta frescura ai bikers che la affrontano. Seguendo il tracciato nel bosco si raggiunge Malga Malpensata dove si è costretti a salutare l'ombra boschiva per continuare l'itinerario su una forestale con vista sulla Val Trompia e su un primo angolo del lago di Iseo. Si sale ancora alternando brevi tratti erti alla dolce ascesa verso un'altra malga dove, in estate, è possibile acquistare prodotti freschi e preparati in loco.
Le mucche talvolta ingombrano la strada mentre si recano alle grosse vasche ricolme di acqua marrone.
Mancano ancora una manciata di metri di dislivello al rifugio Almici ma l'ascesa si accentua bruscamente: dalla malga la sterrata si trasforma in
un'insidiosa cementata che mette a dura prova la spinta sui pedali. Son solo poche decine di metri ma lo sforzo è considerevole. L'ultimo strappetto conduce al piazzale del
rifugio Almici, a due pedalate dalla cima del Monte Guglielmo.
Al rifugio si può sostare per uno spuntino o una birretta con vista lago, Prealpi e Adamello. Dall'Almici, superata una sbarra metallica, si pedalano gli ultimi metri su terreno sconnesso fino a raggiungere la base del
monumento al Redentore (ultimo tratto a piedi, non dimenticarti di schiacciare il pulsante per indicare che hai raggiunto il luogo in bicicletta!). Sulla
vetta del Guglielmo un piatto in acciaio indica cosa scorgere nelle varie direzioni: dalla Presolana al lago di Garda, dall'Adamello alla punta del Cervino.
Si torna al rifugio dove si può decidere se percorrere la stessa forestale dell'andata o cimentarsi in un'alternativa più tecnica e divertente. Optiamo per la seconda opzione svoltando a destra nel piazzale dell'edificio e affrontando da subito una discesa su bassi gradini che diventano presto single trail. Ci ricongiungiamo con una forestale prima di riprendere un single trail all'altezza di una malga (il Guglielmo è un dedalo di sentieri e in base alle proprie capacità tecniche si può scegliere il tracciato più adeguato!). Una rampa sassosa lascia la malga e prosegue sul single trail sopracitato tra curve tecniche, radici e pietre. Si entra e si esce dal bosco e il divertimento è davvero assicurato.
Discendiamo il versante più settentrionale del Guglielmo senza mai perdere di vista il Trentapassi e le cime che cingono il lago di Iseo. Dal bosco rientriamo su una forestale per risalire un tratto di tracciato fino ad una baita: il passaggio è permesso anche se avviene su strada privata e ci permette di continuare la discesa su sterrata (presta attenzione ai sassi e alla ghiaia sul terreno). Dopo diversi minuti, nel punto in cui è stata posizionata una sbarra metallica per non permettere l'accesso a mezzi motorizzati, spuntiamo sull'
antica strada Valeriana, poche decine di metri più a valle della
Croce di Zone. Svoltiamo a sinistra in discesa e rientriamo a Zone prima su sterrato e poi sulla strada principale asfaltata.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico