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Monti Dauni fra bicicletta e tradizioni | Lungo la Via Traiana 2° parte
Scritto da Girumin
All‘ingresso dell’agriturismo c’è un bel carro in legno, un buon carro. Un carro di una certa dimensione, con tanto di sponde piuttosto alte.
Scatto un sacco di foto perché è un buon modello da tenere in considerazione, da tenere come esempio. Prima o poi vorrei provare a costruirne uno, so che non ce la farò mai, ma mi piacerebbe provarci. Fino ad ora ho costruito solo carrelli di alluminio e acciaio, da trainare a spalla o da attaccare alle bici, un carrello di legno mi manca proprio. Magari invece di cominciare con un carro di queste dimensioni, potrei cominciare con una carriola.
Giusto per muovermi gradualmente e non partire subito con qualcosa di troppo ambizioso...
C'è chi cavalca, chi cucina e chi pedala...
Sapete qual è un grosso problema per la realizzazione di un carro? Il problema è trovare il materiale, il legname. Il legname adatto... Per realizzare un carro servono legnami un po' diversi dai classici legnami dei mobili. Il Ligustro per i mozzi delle ruote, il Corniolo per i raggi delle ruote... Non sono essenze facili da trovare, soprattutto di dimensioni adeguate, perché i legnami più robusti sono di piante a crescita lenta, quindi più preziose e più difficili da coltivare. Però bisogna dire che per le parti più resistenti vanno bene anche altre essenze, ma non tutte!
Io magari punterò su un carro piccolo, da attaccare a qualche bici o da trainare a spalla, l’unica trazione animale di cui posso usufruire è la mia.
Terrò le foto da parte, magari prima o poi... Oggi il gruppo si separa, c’è chi va a cavallo o nel tour archeotrekking, chi si dedica alla fotografia o alla cucina locale. Qualcuno si diletta nel tiro con l’arco e un paio di noi vanno in giro in bici. Io vado a fare un itinerario in bicicletta attorno a Faeto. Faeto è situato a 866 metri sul livello del mare e il suo nome deriva da faggeto, non mancano boschi interessanti in cui muoversi, lo dice il nome stesso: faggeto! Spesso si è portati a pensare che i boschi siano solo allo stato brado, cioè crescano per loro conto senza intervento dell’uomo, ma non è sempre così. Le faggete sono state spesso coltivate perché il Faggio è un legno che ha buone caratteristiche sia come legna da costruzione, sia come legna da ardere. Spesso viene coltivato a ceppaia affinché cresca di dimensioni adeguate al taglio per farne legna da ardere, si lascia crescere fino a una quindicina di centimetri di diametro e poi si taglia. Quando invece il Faggio serviva a farne l’albero di una nave veniva coltivato per farlo crescere lungo e ben diritto. Oggi non sono tantissimi i Faggi che vengono coltivati per fare gli alberi delle nevi...
Questo è un territorio adatto alla bici. Io ritengo che sia un territorio adatto alla bici. È un territorio di salite e discese, è un territorio da gustare con le due ruote, è un territorio in cui bisogna pedalare. No, non ci sono salite impervie o discese ripide da fare con i freni tesi.
Il percorso te lo devi conquistare. Nulla di impegnativo, non sono tapponi che richiedono uno sforzo sovrumano, anche se può capitare che, in qualche punto, in qualche tratto, sia necessario adottare il sistema tradizionale: scendi dalla sella e spingi la bici!
Monti Dauni in bicicletta lungo l'antica Via Traiana
Ognuno ha propri gusti e aspettative, io apprezzo molto le strade piane e tranquille, credo che anche altri apprezzino le strade piane e tranquille...
In questa zona però, se vuoi gustare quel che ti offre il territorio, te lo devi un poco conquistare. Sì, io credo che per i ciclisti sia un buon territorio.
Poche macchine, poco traffico e strade adatte alla bici. Quando parlo di strade adatte alla bici non intendo dire che mi aspetto parapetti ovunque, non cerco corridoi in cui tutto è garantito. È un questione di scelte. La bici va d’accordissimo con la pianura, ma talvolta ci vuole anche un pizzico di brio in più, un pizzico di fatica, un pizzico di energia che poi viene gratificata dal percorso che si vive. Oggi la giornata è uggiosa, ma si può rischiare. Facciamo un giro attorno alla montagna, un saliscendi fra i boschi lungo strade secondarie e sterrate. Rientriamo a Faeto e ripartiamo per un giro nell’altra direzione, passiamo sull’altopiano in cui passa l’antica via Traiana. Una delle viuzze che i romani erano abituati a costruire tutte le volte che andavano da qualche parte.
I giri in bici sono proposti dall'Associazione Culturale Lanterne e dalla Fiab Cicloamici Foggia.
Arriviamo a Celle di San Vito, dove incontro il resto del gruppo, si sta tenendo il convegno: “#montidauni: la nuova Puglia da scoprire”. Si parla dello sviluppo turistico della zona. Siamo arrivati al momento giusto perché sta iniziando il temporale, ma noi riusciamo a schivarlo per poco. Puntiamo ora verso Castelluccio Valmaggiore. Due signore ci insegnano a fare le orecchiette.
Bisogna dire che non bastano pochi minuti per farci la mano, servono pazienza, esercizio, impegno, manualità, capacità di dosare gli ingredienti...
Chi però non se la sente di affrontare la sfida può comprarle in negozio già pronte, fate voi... Oggi è proprio il giorno della tradizionale sfilata dei carri in onore della Madonna Incoronata, siamo al posto giusto nel momento giusto, l’arrivo dei carri è annunciato dai fuochi d’artificio lungo il viale principale del paese.
Tradizioni dei Monti Dauni
La processione tiene viva una lunga tradizione, nata più di mille anni fa e ancora molto sentita. Passiamo poi al tiro con l’arco, le prove di tiro sono state spostate all’interno della palestra, è stata scelta come alternativa al bosco al bosco per via del temporale. Proviamo a fare centro, gli arcieri esperti ci danno le indicazioni necessarie per colpire il centro ed evitare di infilzarci a vicenda. Cioè... il contrario, prima evitare di infilzarci e poi fare centro.
Noi, fedeli al nostro impegno di documentare, cerchiamo di scattare foto adeguate, ma non è facile mettersi fra i bersagli... Noi però il nostro dovere lo facciamo sprezzanti del pericolo! Un inviato non si può tirare indietro, si tratta solo di trovare la posizione giusta. Non troppo vicini per non farsi infilzare, non troppo lontani per non rischiare di fare foto inutili di una massa informe di gente varia e amenità. Gli arcieri ci mostrano le foto del giorno prima quando i tiri sono stati fatte nel bosco, un ottimo contesto in cui sognare di essere di futuri Robin Hood. Concludiamo la giornata cenando in un ristorante che da il meglio di sé in tutti i piatti, è difficile stabilire cosa apprezzare di più. A fine pasto non tutti hanno spazio per il dolce di ricotta, devo quindi sacrificarmi per evitare che il ristoratore ci rimanga male nel vedere delle fette avanzate...
Girumin ha trascorso tre giorni sui Monti Dauni scoprendone le tradizioni, il territorio e pedalando su facili saliscendi e sull'antica Via Traiana. Se ti sei perso la prima parte del suo viaggio in bici, a piedi, gastronomico... lo trovi qui!
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Girumin
La mia voglia di camminare parte dall’esigenza di vivere il rapporto con la natura. Ho avuto la fortuna di camminare su lunghi percorsi e di viaggiare in diversi paesi, anche meno conosciuti dal turismo tradizionale e ho vissuto alcune esperienze internazionali.
Sono forse stato inesorabilmente spinto dall’istinto naturale che porta a muoversi, a esplorare e a conoscere. Attratto dal bisogno di esserci in prima persona, di arrivare da qualche parte con le mie gambe. Qualche volta ho cercato di giocare con idee meno consuete e magari non sempre garantite.
Penso che il viaggio non sia solo andare lontano geograficamente, ma sia l’occasione per provare ad affrontare le cose in maniera diversa. Spesso per trovare il nuovo basta guardare le cose da un altro punto di vista.
Apprezzo la tecnologia più recente, ma anche le tecniche tradizionali e credo più nella voglia di fare che nella strumentazione più sofisticata.
Partendo da questa idea mi piace preparare un viaggio anche con le mani, per i lunghi cammini ho realizzato dei carrelli per portare il bagaglio e ho fatto qualche giretto con una Graziella e un carrello, ho poi sistemato una vecchia bici da uomo e ho costruito un altro carrello. Cerco idee nuove, ma esploro tecniche del passato come i bastoni di legno.
Nel corso del tempo ho raccolto molti appunti su equipaggiamento, abbigliamento, abitudini, tecniche ed esperienze varie che ho inserito in un libro scritto per la casa editrice “Terre di mezzo”.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico