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Passo dello Stelvio e Rese Basse in MTB
Scritto da kiescro
Giro MTB ad anello che coniuga sterrato e asfalto, cultura e divertimento, cambiamenti climatici e storici nella splendida ambientazione del Parco Nazionale dello Stelvio.
Dati tecnici
Giro dello Stelvio in MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo | Passo dello Stelvio |
Tempo | 4 ore |
Dislivello | 670 metri circa |
Lunghezza | 15 km circa |
Tipologia di fondo |
Sterrato 56%
Asfalto 44%
|
VALUTAZIONE
Difficoltà | |
Panorama |
QUANDO ANDARE
Possibilità di ampie zone con neve a inizio stagione
Si parte, ma anche no
Il punto di partenza è il Passo dello Stelvio (2758 m) ma non si può partire a stomaco vuoto. Quindi ci dirigiamo verso la Cima Garibaldi all'omonimo rifugio (2845 m) per gustarci una ricca colazione appagando lo stomaco e la vista (cime storiche come Ortles, Monte Zebrù, Thurwiesen sono qui davanti a noi). Flotte di persone si vedono salire per dirigersi solitamente verso il lago D'oro o la Punta Rossa, in terra Svizzera. Qui siamo esattamente in un triplice punto di confine. Confine tra la provincia di Sondrio, Bolzano e Canton grigione svizzero. Un tempo sarebbe stato tra Italia, Austria e Svizzera e “confine” linguistico tra italiano, svizzero e ladino.
Ora si, si parte
Dal passo scendiamo di circa 2 km sulla statale e si prende un ben visibile (segnalato con pali in legno con bandiera bianca/rossa) sentiero sulla sinistra. In circa 20 minuti arriviamo al Laghetto Alto, un po' pedalando un po' spingendo. E' un continuo saliscendi dalla MTB; per fortuna ho cambiato i pedali a sgancio rapido perchè li trovo veramente poco utili su questo tratto. Incredibile la pace che si assapora in questo piccol(issim)o lago nonostante sia a pochi passi dalla rumorosa strada Strada Statale. Dopo alcune foto di rito, nemmeno il tempo di riprendere il ritmo e raggiungiamo le Rese Basse (2620 m).
Poco sopra è stata collocata nel 2007 la Statua dedicata alla Madonna della Pace, la "Regina della Pace". Da qui è ben visibile la piana del Braulio, il Passo dello Stelvio con in lontananza l'Ortles e sotto di noi resti di trincee ben mantenute e resti di costruzioni. Ora su ampia mulattiera ben tenuta si inizia a scendere. Il paesaggio è uno spettacolo e finalmente quando si inizia a godersi anche la discesa attenzione perchè giusto un “piccolo” cancello in legno sbarra completamente la strada. Aggirato continuiamo per un breve tratto fino a un bivio. Per chi è incuriosito dai paesaggi e dalla Grande Guerra può prendere sulla sinistra ed arrivare fino alla Malga Scorluzzo. Da qui ogni sentiero porta verso resti di trincee, postazioni di artiglieria e volendo verso il villaggio militare. In bici non è la soluzione migliore visto il fondo del sentiero e la pericolosità del filone dei Mot. Quindi arriviamo fino alla malga per scattare due foto alle marmotte e ridiscendiamo fino alla III cantoniera. Eccoci sulla famosa e temutissima (per alcuni ciclisti) strada che in poco meno di 7km ci porterà alla Cima Coppi. Subito dopo la III cantoniera troviamo un chiesetta carinissima con di fronte un sacrario militare. Costruzione ad arco trionfale romano che dovrebbe raccogliere le salme di 64 militari italiani.
I primi 3 km procedono tranquilli (tranne quando ti sfrecciano macchine con cilindrate da tremila in su... vicino alle orecchie) e veloci.
Ma dov'è questa faticosa salita? Ed eccola arrivare. Negli ultimi chilometri il passo sembra ad una pedalata, ti da l'idea che si possa toccare con un dito ma non si fa mai raggiungere. Comunque le salite di giornata non sono molte e nemmeno faticose per cui siamo abbastanza freschi e con passo regolare si superano anche gli ultimi chilometri. Sosta foto al cartello appena prima del passo e dopo i vari “Mi fai una foto?” “Adesso la fai a me?” “Aspetta che te ne faccio un'altra tanto siamo nell'era del digitale, al max dopo la cancelli” ci ritroviamo già al cartello sul Passo di fronte alla banca a farci nuove foto. Una bella mangiata rimanendo ad ammirare il versante sudtirolese con macchine, moto, bici, pullman, camper che salgono diventa ipnotico e ti fa pensare che si è fortunati ad aver la possibilità di arrivar fin quassù con le lunghe giornate di luce dell'estate.
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kiescro
Classe '82 e da sempre amante della montagna e della bici. Negli ultimi anni nasce la passione per la fotografia e tra alti e bassi le tre cose si sono unite permettendomi di vedere e vivere la tranquilla natura con occhi e tempi diversi. Persona di poche parole quindi meglio far due pedalate che descriversi ci vediamo in montagna e ricordate... non esiste nulla di più buono delle torte dei rifugi alpini ;)
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico