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Sentiero del Tracciolino: MTB tra val dei Ratti e val Codera
In provincia di Sondrio esiste un bellissimo percorso che si insinua tra i fianchi rocciosi della valle dei Ratti e della val Codera; sto parlando del sentiero del Tracciolino MTB, un'opera novecentesca legata allo sfruttamento idroelettrico di queste vallate alpine, che al giorno d'oggi è stata rivalutata a livello turistico per il suo grande valore paesaggistico, tale da attirare l'attenzione persino dei bikers d'oltralpe.
In questo articolo
Sentiero del Tracciolino: MTB a nord del lago di Como
Da Verceia, paese posto sulle rive del lago di Mezzola alla quota di 200 m, si comincia a salire su strada asfaltata verso Vico, piccolo nucleo di case oltre il quale le auto possono procedere solo con un permesso di transito. La strada, tortuosa, si aggrappa ai fianchi boschivi con una pendenza costante e inesorabile del 10%; successivamente diventa sterrata, con qualche tratto cementato, ma sempre ripida. Ogni tanto è possibile intravedere dall'alto il lago di Mezzola, la riserva naturale Pian di Spagna e la punta settentrionale del lago di Como. Raggiunta la piccola cappella di San Sciüch (860 m), posta all'ombra di enormi castagni secolari, si può riempire la borraccia alla fontana e continuare la salita sino all'intersezione con il sentiero Tracciolino.
Correvano gli anni Trenta del secolo scorso quando, sotto la spinta industriale del paese, in Valchiavenna venne individuata un'area ove realizzare un impianto idroelettrico per fornire energia alla collettività. Ed ecco che i lavori si svilupparono in pochi anni tra val Codera e val dei Ratti con la realizzazione di due sbarramenti, due canali sotterranei per la raccolta delle acque e una condotta forzata verso la centrale di Verceia. Per favorire il trasporto dei materiali e la manutenzione dell'impianto stesso venne realizzato un sentiero pianeggiante a picco sulla Valchiavenna lungo più di dieci chilometri, il tanto acclamato sentiero del Tracciolino.
Sentiero del Tracciolino: MTB sospesi nel vuoto
Tralasciando alla nostra destra il breve percorso pianeggiante verso la diga di Moledana in val dei Ratti (divieto di transito alle bici, ma eventualmente si può chiedere il permesso ai guardiani dell'impianto), si comincia a percorrere il sentiero del Tracciolino. Ci troviamo a una quota costante di 920 m e così sarà per i prossimi sette chilometri! Si pedala a fianco della ferrovia decauville a scartamento ridotto fino alla Motta, un balcone panoramico sulla sottostante Valchiavenna con il suo itinerario ciclabile dal lago di Como alla Svizzera.
Con una brusca deviazione ci si infila nelle viscere della montagna iniziando il tratto più spettacolare del sentiero del Tracciolino Val Codera in MTB: una serie di gallerie scavate nella roccia raccordate da passaggi aperti vertiginosi, intelligentemente protetti da barriere. Tutte le gallerie, fattibili in sella alla bicicletta anche se i cartelli indicano di accompagnarla al proprio fianco – forse per la salvaguardia della propria incolumità o per non intralciare il passaggio degli escursionisti –, sono illuminate tramite azionamento manuale o automatico ma ad ogni modo, anche in caso di un loro possibile malfunzionamento, è consigliabile portare con sé una luce anteriore di buona potenza per evitare ogni insidia.
Usciti da questo incredibile dedalo di passaggi suggestivi, e da affrontare con cautela, si torna alla luce del sole proprio sopra San Giorgio, paese che, al pari di Codera, può essere raggiunto dal fondovalle solamente su sentiero e i cui rifornimenti avvengono con l'ausilio dell'elicottero!
Una volta superata la selvaggia e problematica valle di Revelaso a causa delle sue frane che, ostruendo il passaggio, possono costringere l'amministrazione locale alla temporanea chiusura del tracciato con conseguente deviazione del percorso, l'ambiente cambia: il sentiero diventa di natura terrosa e ombreggiato da boschi di castagno.
Superato il bivio per Cola, nucleo di case dove nel 2016 fu avvistato un orso, si giunge a un'altra deviazione: dritti si procederebbe sul tratto finale, ma dismesso, del Tracciolino (una frana mai ripristinata ha interdetto il passaggio decretandone la chiusura: peccato che non si riesca a risolvere questo problema!), quindi si è costretti a scendere verso Codera su sentiero poco pedalabile per circa venti minuti.
La val Codera e il rifugio Brasca
Superati due ponticelli in pietra si sale spingendo la bici fino a Codera (825 m) e si prende la strada sterrata, che qui ha inizio, per raggiungere la testata dell'omonima valle, nel punto dove è ubicato il rifugio Brasca. Lo sterrato alterna tratti facili a rampe impegnative per via del fondo sassoso e smosso che impedisce un gesto fluido e regolare. Superato lo sbarramento idroelettrico si toccano in sequenza Saline, Stoppadura e infine Bresciadega, dove lo scrosciare delle acque del torrente Codera lascia spazio al silenzio e all'esaltazione del granito, di cui le montagne della valle sono costituite.
Questo nutrito borgo anticipa l'arrivo al vicino rifugio Brasca (1304 m), meta dell'itinerario e interessante punto di appoggio per gli amanti dei trekking.
Un luogo pacifico, un prato soffice dove sdraiarsi e consumare il proprio panino, lo sguardo verso i colossi granitici, la Sfinge e il pizzo Ligoncio, magari con l'ambizione un giorno di salire a piedi almeno sul secondo, il lontano frastuono delle cascate che si tuffano dall'Arnasca verso valle... sogno ad occhi aperti!
Tornare sul sentiero del Tracciolino - il rientro dallo stesso percorso
Tecnicamente siamo a metà strada, ma il più è fatto! Il rientro verso Codera è pura formalità nonostante la presenza di qualche strappetto in salita! Non c'è neanche la preoccupazione di restare senz'acqua in quanto lungo tutto il percorso sono presenti diverse fontanelle. Codera è un condensato di storia, un paese che ha potuto godere dell'isolamento nei secoli passati, tanto che è riuscita a scampare ai saccheggi e si dice pure alla peste manzoniana. È un borgo dove il tempo si è fermato, ma che vive ancora grazie alla gente locale ed è valorizzato dalla presenza di un museo e due punti di ristoro.
Risalire verso il percorso del Tracciolino portando la bici per circa mezzora risulta impegnativo, soprattutto lungo i ripidi tratti scalinati, ma una volta giunti a quota 920 m le fatiche saranno terminate. Non resterà che tornare a Verceia percorrendo a ritroso l'appagante sentiero del Tracciolino in MTB e godersi i panorami sul lago e il monte Legnoncino.
Due consigli: i periodi ideali per questo percorso sono la primavera e l'autunno con il foliage e la raccolta delle castagne, scartando i mesi centrali dell'anno, più torridi e soffocanti; purtroppo non è possibile effettuare un giro ad anello in sella alla propria MTB in quanto la discesa sentieristica di San Giorgio è vietata alle biciclette e quella di Codera è quasi per nulla pedalabile.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico