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SoulBikeExpeditions: 12.000 chilometri attraverso le Ande
Ho conosciuto i Soulbikerz (così si autodefiniscono) grazie a Michele, altro grande cicloviaggiatore. Mi ha parlato del loro viaggio-progetto e mi sono incuriosito, anche e soprattutto perché le Ande sono uno dei miei grandi amori. È nata così quest'intervista con cui ho voluto capire un po' meglio cosa spinge due giovani ragazzi a licenziarsi e partire per un viaggio di 12.000 km in bicicletta attraverso le montagne più impervie del Sudamerica.
Ciao ragazzi, da dove state rispondendo a queste domande?
Ciao Leo! In questo esatto momento, dopo 6.515km e 132.680 m d+, ci ritroviamo in quel di Cuzco, per un meritato riposo dopo aver concluso la Peru Great Divide [un percorso progettato e pedalato inizialmente dai mitici Neil&Harriet Pike di Andes by Bike N.d.R.]. Siamo alle ultime pedalate peruviane dopo aver disceso Colombia e Ecuador attraversando la Cordillera Andina.
Ci raccontate un po’ di voi?
Siamo Giovanni e Francesco, due ventisettenni di Milano appassionati di biciclette e cicloviaggi. Ci siamo conosciuti in montagna in Val Camonica quando avevamo 12 anni e da quel momento abbiamo condiviso la passione per gli sport e per l'avventura.
Siamo laureati rispettivamente in ingegneria civile (Politecnico di Milano) ed in economia (Fordham University - NYC). Sebbene abbiamo intrapreso percorsi diversi di carriera, la nostra amicizia si è consolidata sempre di più grazie a progetti e hobby comuni quali una piccola ciclofficina, musica, arte e cucina.
Ma lo sport in generale, i viaggi in bici e le camminate in montagna, ci hanno spinto sempre di più a cercare l'avventura e nuove sfide. Ed è così che oggi ci ritroviamo con le nostre bici, belle cariche, in Perù, in mezzo alle Ande.
E della vostra avventura SoulBike?
A inizio Ottobre 2022 abbiamo deciso che avremmo intrapreso un viaggio più lungo del solito, in bicicletta, in posti desolati e lontani dai comfort. La voglia di scoprire noi stessi e ciò che ci circonda è stata l'innesco che ci ha portati a pensare seriamente alle varie sfaccettature e tutta la logistica antecedenti alla partenza.
È così che tra un sogno e l'altro ci siamo licenziati dai nostri lavori per creare SoulBikeExpeditions.
Con questo nome non solo identifichiamo la prima spedizione in Sud America: “The Andes Trail”, ma anche la volontà di cambiare la routine metropolitana, ritrovare noi stessi e scoprire culture e usanze di altri paesi. Questi sono alcuni dei principali fattori che ci hanno spinto a rendere questo sogno realtà. In questa nuova realtà, vorremmo condividere la nostra esperienza, ispirare a partire mettendosi in gioco e trasmettere la passione per la bicicletta.
Una curiosità: il plurale di Expeditions rappresenta un possibile sviluppo futuro nell'ambito cicloturistico, ci piacerebbe infatti seguire il sogno di fare delle proprie passioni un lavoro, ma questo è ancora in divenire…
Nel frattempo abbiamo da pedalare oltre 12.000 km in autonomia, attraverso 5 paesi: dalla Colombia alla punta più remota della Patagonia, Ushuaia.
Oltre al viaggio, ci sono delle realtà che supportate. Quali sono e come le volete aiutare?
Con il nostro viaggio, oltre a condividere con voi la natura più incontaminata del Sud America (sul nostro profilo Instagram @soulbikeexp), vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi ambientali che oggi affliggono la nostra realtà.
L’utilizzo della bici come mezzo di trasporto e di viaggio non è casuale. La bici è una passione, ma soprattutto IL mezzo più sostenibile, salutare ed ecologico al mondo!
Non solo limiteremo il nostro impatto ambientale al minimo durante il viaggio, ma vorremmo aiutare la natura stessa a ri-crescere in ambienti urbanizzati troppo grigi, tramite la piantumazione di alberi. Con l'aiuto di tutte le persone che vorranno donare, potremo sostenere 3 realtà:
Soulfoodforestfarms, LaCordilleraExperience e L’alveare che dice sì!
Con @Soulfoodforestfarms, nel parco della Vettabbia a Sud di Milano, la piantumazione avverrà una volta rientrati in Italia dal ciclo-viaggio in Sud America organizzando, con sostenitori e altri volontari, la messa a dimora delle piante.
Vorremmo poi sostenere la comunità locale di Peñas con @LaCordilleraExperience, utilizzando i fondi per migliorare la logistica, l'infrastruttura e l'organizzazione turistica del parco avventura. Peñas perché rimarremo un mese a conoscere questa meraviglioso pueblo, che sarà il nostro campo base per alcune spedizioni in montagna ad oltre 6000 mt di altitudine!
Infine vorremmo agevolare/semplificare il trasporto e la distribuzione di prodotti di @L’alveare che dice sì! con l'acquisto di una bicicletta cargo. L’alveare si occupa di un consumo critico del cibo. Promuove una spesa naturale a km 0 e direttamente dalle mani del produttore! Per avere ancora meno impatto ambientale su questa iniziativa, Davide, gestore dell'alveare con cui collaboriamo, sogna una bicicletta cargo con la quale facilitare la logistica della consegna della spesa!
Perché avete scelto il sudamerica per quest’avventura?
Il Sud America è sempre stata una meta che ci ha incuriosito. Per noi rappresenta l'inesplorato con la sua foresta amazzonica, e l'imponenza con il suo complesso montuoso, il più lungo del mondo.
La goccia che ha fatto però traboccare il vaso è stata la nostra amica Miriam Campoleoni che vive attualmente a Peñas, in Bolivia. Inizialmente infatti l'idea era quella di partire per un mese o poco più per andare a trovarla, ma ben presto l'idea si è ampliata fino prendere forma in questo super viaggio.
Essendo appassionati di montagna e bicicletta, le Ande rappresentavano perfettamente l'unione tra queste due passioni.
E come avete pianificato, se lo avete fatto, il percorso?
Nei due mesi di preparazione precedente alla partenza abbiamo pianificato a grandi linee il percorso da pedalare. Abbiamo preso in mano cartine e informazioni climatiche per identificare un possibile tracciato.
Ma ben presto ci siamo resi conto che il modo migliore per scoprire luoghi incredibili pedalando le strade migliori era quello di chiedere direttamente e farsi consigliare dalle comunità locali incontrate. Man mano che scopriamo di più su luoghi e cultura locale, modifichiamo le tracce in base alle informazioni ricevute.
Una cosa che vi piace e una che proprio non sopportate del viaggiare in bici?
Domanda difficile, ci sono troppe cose che ci piacciono e troppo poche che non ci piacciono. Raggiungere una vetta con le proprie forze, circondati da pensieri e paesaggi mozzafiato, vivere con il minimo indispensabile senza conoscere il futuro prossimo, poter accamparsi in luoghi esclusivi, aver ogni giorno di fronte nuove sfide incognite, sono tutte cose che ci entusiasmano da ormai otto mesi. Forse la cosa più incredibile del viaggiare in bicicletta è il sentirsi veramente liberi e indipendenti da tutto e da tutti.
Dall'altro lato, l'unica cosa effettivamente fastidiosa, oltre ai mosquitos in Amazzonia e al dolore al fondoschiena dopo ore di pedalata, sono gli accampamenti sulla sabbia che rendono tutto più goffo e scomodo. Tuttavia, anche nelle varie scomodità che caratterizzano un viaggio di questo tipo, ritroviamo stimoli e una unicità mai incontrata prima.
Una domanda un po’ da nerd: ci raccontate in maniera riassuntiva il vostro setup di viaggio (bici, borse, accessori etc…)?
Stiamo pedalando sopra due biciclette Kona in acciaio con assetto da cicloturismo classico.
Abbiamo entrambi, nel nostro setup, borse frontali per fornelletto e cibo, borse da manubrio per avere a portata cianfrusaglie utili, borse da telaio per materiale meccanico, e borse posteriori per vestiti e kit notte.
Siamo partiti così pesanti - 70kg di bici ognuno - per avere tutto ciò che necessitiamo in qualsiasi tipologia di clima o ambiente, ma soprattutto per essere autosufficienti. Tra filtri per le acque più stagnati, pannelli solari per avere energia per i nostri devices, gps e pezzi di ricambio, abbiamo tutto per vivere.
Il tratto più spettacolare che avete percorso fino ad ora?
In Colombia, nell'Jefe Cafetero, abbiamo attraversato la valle a fianco del Cocora per arrivare a Salento. Lí siamo stati impressionati da palme centenarie che si ergevano ogni dove, dritte e imponenti con pappagalli e tucani che planavano ai loro lati. In Ecuador abbiamo visto altopiani composti da distese infinite di "frailejones", piante grasse affascinanti, vulcani attivi come il Cotopaxi, lagune a quasi 4000mt con tanto di vista su montagne enormi, come il Chimborazo, il vulcano più alto al mondo. In Amazzonia abbiamo pedalato in giungle dalla vegetazione così fitta da farci pensare di essere stati inglobati dalla "Pachamama" stessa.
Ne abbiamo visti di tratti incredibili, e molti altri abbaglieranno i nostri occhi con la loro bellezza. Ma tra tutti i tratti, diciamo più lunghi di 500km, la Great Peru Divide é stata la pedalata più mozzafiato percorsa fino ad ora. Con innumerevoli passi sopra i 4500 mt e attraversando valli desolate, montagne dai colori più stravaganti e lagune cristalline dove siamo riusciti a pescare "truchas", la Great Perú Divide ci ha dato la possibilità di accamparci negli spot più alti finora raggiunti, di godere della presenza degli Apu (montagne dei) più maestosi e di incontrare il maggior numero di ciclisti in poco più di un mese. Lo scambio di conoscenze e avventure con nostri simili ha portato una ventata di nuove idee e condivisione di momenti speciali.
C’è qualcosa che vi manca della vita a casa? E qualcosa che invece vi mancherà quando finirete il viaggio?
Il pedalare in zone desolate fa pensare a qualsiasi cosa passata, presente e futura. Tra questi pensieri a volte ci catapultiamo in mezzo a una rimpatriata tra amici, a una chiacchiera davanti a una birra in compagnia, a una buona pastasciutta, a un abbraccio o una cena con famigliari. Ogni tanto, nonostante abbiamo deciso di abbandonare questa routine milanese, abbiamo nostalgia di qualche piccolo momento normale di una vita più "tradizionale".
Tutto. Riferendoci alla seconda domanda. Dallo svegliarsi ogni mattina in un posto diverso e incredibilmente mozzafiato, a godere della fatica di una salita fino al raggiungimento della vetta, da cucinare una zuppa calda nel nostro mini fornelletto ad aver la possibilità di incontrare persone incredibili nelle varie tappe.
Quale è stato l’incontro che vi è rimasto più impresso finora?
Senza togliere nulla alle centinaia di incontri fatti, con altrettante persone gentili e interessanti con cui abbiamo condiviso cibo, alloggio e pedalate, l'incontro più impattante è stato quello con Gustavo, detto Ché. Il Ché é un ciclo nomade di 44 anni, argentino, ormai in viaggio da più di 20 anni in Sud America.
Lo abbiamo incontrato in Ecuador dopo la "ruta de los vulcanos", e ci ha illuminati con mille conoscenze riguardanti artigianato, diversi stili di vita, skills manuali e mentalità imprenditoriale (sembra incredibile ma il Ché è anche perito meccanico). Abbiamo condiviso con lui una settimana non continuativa, ma ci è bastata per assorbire informazioni e reinterpretare a nostro modo. Abbiamo cominciato a vivere diversamente il viaggio, fermandoci più spesso per godere di compagnie e posti speciali.
Abbiamo iniziato a produrre artigianato e venderlo per minimizzare le spese, e per quasi due mesi l'artigianato stesso si è affiancato ad altri nostri hobby portati in sella, come la chitarra e la pittura. La sua visione della vita, sebbene molto radicale, ha aperto nei nostri pensieri una via differente, dandoci una spinta morale e ribadendo un concetto che ci ha sempre accompagnati: Vamos arriba, siempre! Equivalente del nostro motto, dai noi! che rappresenta la voglia di mettersi in gioco e raggiungere gli obbiettivi nonostante i normali intoppi della vita.
Come possiamo continuare a seguirvi e supportare voi e le realtà che sostente?
Ci potete seguire su Instagram e Facebook con il nome di @soulbikeexp. Qui, mostriamo le nostre avventure tramite stories e post, ovviamente connessione permettendo!
Per sostenere il nostro progetto di crowdfunding e quindi le tre realtà prima menzionate, questo è il link alla nostra campagna GoFundMe.
I Soulbikerz
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico