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Tour in bicicletta nel Parco del Mercantour 4° parte

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Il tempo non promette più nulla di buono. Per non rischiare di arrivare in ritardo a casa decido di anticipare di un giorno il mio rientro a Torino rispetto alla fine delle vacanze in bici. La mattina del 30 Aprile mi alzo alle 6, faccio colazione in silenzio per non svegliare moglie e figlia, e verso le 6:45 sono già in sella in direzione dell’Italia. Il cielo è già plumbeo, anche se ancora non piove. Passo il confine ed entro nel nostro paese, supero Ventimiglia e mi dirigo verso nord in direzione della valle della Roya; i cartelli segnaletici mi ricordano che la strada è ancora lunga ben 150 km!
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4° tappa - Torino - Menton per il tunnel del Tenda

 
Distanza percorsa: 198 km
Dislivello in salita: 1250 m
 
Verso le 8:30 mi metto in moto con un po’ d’acqua, un cambio e una giacca antivento per ogni evenienza.
La strada ancora una volta comincia a serpeggiare in mezzo alle montagne guadagnando lentamente quota; il cielo è sempre più scuro, fino a quando, verso metà della salita, quando mancano ancora circa 30 km all’ingresso del tunnel comincia a piovere.
Copro le mie borse da viaggio con il telo antipioggia che si rivelerà davvero ottimo per la tenuta all’acqua ed agli schizzi e mi vesto da pioggia indossando i copri scarpe, i copri pantaloni impermeabili e la corazza di goretex. Continuo a salire lentamente sotto la pioggia fino a Tende, dove mi concedo una breve sosta davanti all’ingresso del museo delle Meraviglie. Riparto con il proposito di arrivare all’ingresso del tunnel; mi attende ora la parte più faticosa e ripida della salita. Quando arrivo in vista degli ultimi tornanti la strada si tuffa nella coltre di nubi entrando nella nebbia e la pioggia aumenta notevolmente di intensità. In corrispondenza dell’ultimo tornante avvisto un furgoncino con targa francese che dai finestrini mi sembra scarico, busso al finestrino rigato di pioggia dal lato del conducente per chiedere un passaggio dall’altra parte del tunnel, e questa volta ho subito successo.
Sotto la pioggia in biciUn gentilissimo signore francese che si sta recando in Italia con la moglie scende velocemente dalla macchina, mi aiuta a sistemare la bicicletta nel vano posteriore del furgone, mi fa cenno si saltare su insieme al mio amato mezzo e risalta in macchina. Dopo pochi minuti la colonna di macchine in attesa del semaforo verde si mette in moto, ed io rientro in Italia, questa volta in modo legale. Dall’altra parte della galleria mi accoglie un vero e proprio diluvio; bagnato per bagnato, non trovando una tettoia sotto la quale ripararmi per cambiare la maglia umida di sudore per la salita, decido di scendere alle prime case per trovarne una. Il freddo lungo la discesa si fa sentire immediatamente; cerco di resistere, e finalmente, dopo i primi due tornanti avvisto la pergola di un bar che fa al caso mio.
 
Mi rifugio sotto la tettoia insieme alla bici, e mentre mi accingo a cambiarmi, una signora infreddolita si affaccia dalla porta del bar, dalle cui finestre ad inglesina si intravede un fuoco acceso e sul quale avevo fatto un pensierino. Chiedo scusa alla signora per l’invasione della sua tettoia e le domando se è possibile prendere un tè caldo, ma ella, inesorabile ed indifferente alla mia condizione, mi risponde che il bar è chiuso!
Finisco velocemente di cambiarmi e di coprirmi per la discesa e balzo di nuovo in sella sotto l’acqua battente. A Limone Piemonte decido, vista l’ora, di fermarmi per il pranzo in una pizzeria che conosco lungo la strada; anche qui trovo riparo per la bicicletta sotto un piccolo portico che fa da ingresso al piccolo locale ed entro grondante d’acqua. Mi asciugo e mi pettino per non sembrare uno scappato da casa e ordino una pizza ed una cocacola.Tornanti
Il tepore della pizzeria montana mi permette di asciugarmi completamente e di riscaldarmi. Durante il pranzo aggiorno mia moglie e mia mamma sul procedere del mio viaggio in bici, e quest’ultima, preoccupata per l’abbondante diluvio, si offre addirittura di venirmi a recuperare con l’automobile. L’opera va completata! Penso io. Le rispondo cortesemente che se avrò dei problemi seri non mancherò di ricorrere al suo aiuto, ma intanto rifiuto il supporto dall’esterno. Nel frattempo il colore del cielo si è schiarito leggermente ed ha quasi smesso di piovere. Finito di pranzare, lascio Limone Piemonte che quasi non gocciola più; all’orizzonte verso la pianura il cielo sembra essere più alto e meno scuro e la cosa mi dà fiducia. In effetti non prenderò più pioggia fino a casa, dove arriverò, dopo essermi fermato per un caffè a Saluzzo, verso le 18:30, anche se il cielo rimarrà sempre minaccioso all’orizzonte. Alla fine del viaggio il contachilometri della bicicletta segnerà una distanza complessiva di 590 km con un dislivello in salita di circa 6000 m. L’avventura si è così conclusa molto positivamente, e mi dico che sicuramente sarà da ripetere; la prossima volta, magari, portandomi appresso una piccola tenda per pernottare in autonomia.
Il viaggio in bici di Edoardo è durato 4 giorni, dopo aver girato per il Parco del Mercantour è tornato a casa! Se vi siete persi le altre tappe del suo girovagare, tornate indietro alla prima tappa da Torino a Sospel o alla terza nei dintorni di Menton.
 
 
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edomar2611

Ciao, sono Edoardo Martelli, nato a Torino nel novembre del 1968. Dal 2013 mi sono trasferito in Sud Tirolo per lavoro. La passione per la montagna e per la natura è nata in me fin dall'infanzia grazie all'esempio dei miei genitori. Nel corso degli anni ho praticato motlo escursionismo, sci ed alpinismo, ma la svolta decisiva è avvenuta nel 2006, quando con un amico, decidemmo di provare la salita al Kilimanjaro in Africa. Da quell'estate si è accesa in me una scintilla che mi ha portato a salire montagne sempre più alte nelle catene delle Ande, del Pamir e del Tien Shan, fino a raggiungere la vetta del Korjenevskaya Peak (7105 m) in Tajikistan. Nel 2011 ho ricomprato dopo circa 35 anni una bicicletta per recarmi in ufficio, e da quall'anno non ho più smesso di pedalare!