Una riposante dormita è quello che ci vuole dopo una giornata a pedalare lungo gli sterrati della Via Francigena Valdostana. Ho una gran voglia di ripartire e raggiungere il passo del Gran San Bernardo in e-mtb... se ci riuscirò. Un colazione fugace a Saint-Oyen e arriva il momento di salutare la Chateau Verdun e Don Giuseppe con i suoi aneddoti su San Bernardo e l'ospizio al passo, la lunga salita ci attende...
Dati tecnici
Saint-Oyen - Martigny in E-MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Saint-Oyen - Martigny
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Tempo |
8 h
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Dislivello |
1000 m circa |
Lunghezza |
63 km circa
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Bici consigliata |
e-mtb
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Cosa vedere
- Passo del Gran San Bernardo
- Saint Rhèmy En Bosses
- Martigny
- Pedalare duro su un tratto di Via Francigena
- Assaggiare la birra al genepì
La Via Francigena verso il Passo
Il torrente della
valle del Gran San Bernardo è vigoroso, alimentato costantemente dallo scioglimento della neve ad alta quota, l'umidità è elevata e già dalle prime pedalate inizio a sudare. Lungo una strada asfaltata secondaria guadagniamo con lentezza ma anche costanza, quota! Siamo alla ricerca della
Via Francigena che raggiunge fuoristrada il valico alpino; non sappiamo per quanto riusciremo a percorrerla, questo dipenderà dalle pendenze e dal fondo, ma ci vogliamo tentare ugualmente. Il catrame bollente lascia finalmente spazio al sentiero ombreggiato.
Ci avviciniamo ai 1600 metri e i prati sono in piena fioritura. Anche Saint-Rhémy-En-Bosses è fiorito: vecchi calderoni pendono dai balconi dondolando accarezzati dal vento, sono ricolmi di petali colorati e rallegrano il piccolo paese. Ogni poggiolo, ogni veranda è punteggiato da gerani o lobelie, i lampioni sono decorati da figure di pellegrino lavorate nel metallo, il simbolo della Via Francigena.
Attraversiamo il borgo inerpicandoci per la via centrale, fermandoci, di tanto in tanto, ad ammirare un angolo pittoresco di paese.
Sapevamo che il momento sarebbe giunto prima o poi ma l'impatto con lo sterrato francigeno appena oltre Saint Rhèmy ci inchioda le gambe.
Sassi, pendenze da impennata, tratti esposti e le vette che gravitano intorno al passo sempre più vicine.
La fatica si fa rapidamente sentire e i momenti di divetente pedalata si alternano a pesanti tratti a spinta dove, al posto di una bicicletta qualsiasi, ci ritroviamo a portare avanti una e-bike da fuoristrada dal peso vicino ai 20 kg.
Al Passo del Gran San Bernardo
Rassegnati e un pochino sconsolati continuiamo per la nostra strada, tornare indietro significherebbe raggiungere il valico sulla strada asfaltata, la stessa percorsa da decine di automobili... no grazie!
Man mano che la meta si avvicina e le nuvole si diradano facendoci intravedere alcuni alti nevai splendere al sole, recuperiamo energia e acceleriamo la pedalata.
Divertenti
single tracks, e anche un pochino esposti, mettono alla prova le nostre capacità tecniche, grosse pietre sfidano gli pneumatici e il loro grip, la meta è vicina e ce ne siamo accorti. Un ultimo sforzo tra i pendii colorati d'alta quota prima di risbucare sull'asfalto a due passi dalla
EnoEtica. Affamati come
orsi al risveglio dal letargo entriamo in cerca di un pranzo trovando una buonissima
birra artigianale al genepì e un tagliere di formaggi e affettati valdostani e lodigiani. Vi chiederete senz'altro che cosa c'entrino i prodotti lodigiani... vero?
EnoEtica è parte integrante dell'
ospizio del Gran San Bernardo gestito da una onlus di Lodi, ecco spiegato il mistero!
Passo del Gran San Bernardo: quota 2473 m, temperatura piacevole, un laghetto dall'acqua gelida abitato da pesci, l'Albergo Italia, il confine con la Svizzera. Al Passo non può mancare la foto di rito sotto al cartello con l'altitudine, beh in realtà le foto sono state molte più di una ma questo è un dettaglio no?
Matteo fora la gomma posteriore (ancora non mi capacito di come abbia fatto... ma lui credo di si!) ma è abile a rimettere le cose a posto. Un grosso
cane San Bernardo attira la nostra attenzione, il padrone indossa la maglia del Che ed è un simpatico svizzero lusingato dai complimenti che rivolgiamo al suo cane. E' ora di ripartire ma un altro incontro doveva avvenire prima di lasciare il valico. La pelle ambrata bruciata dal sole, gli occhi scuri e intensi, un puntino di dolcezza, una discreta altezza, una folta barba bianca e una gran voglia di
raccontare le bellezze del valico, Rinaldo mi approccia mentre osservo delle fotografie scattate al Gran San Bernardo decenni fa.
“Questo sa essere un posto terribile, una volta la neve ha raggiunto i 21 metri e spesso si assiste a burrasche in inverno”, Rinaldo conosce bene il passo, dopotutto è cresciuto nella valle italiana sottostante. Ci narra di aneddoti curiosi, ci consiglia di entrare nell'albergo Italia e osservare la fotografia appesa a sinistra, testimonianza di un inverno davvero nevoso. Ci racconta storie e leggende, di
Napoleone che valicò nel 1800, alla presenza di tre solchi per i carri romani che giungevano fin qui... spero davvero di poterlo reincontrare prima o poi.
In Svizzera fino a Martigny
Il cielo si è oscurato e le prime gocce iniziano a cadere sulle nostre mantelline. La discesa inizia con una serie di tornanti e
non invidio i ciclisti che lentamente scalano la strada in senso opposto al nostro. Scendiamo veloci e il tempo migliora. Siamo in
Svizzera e la benzina costa molto meno ma dopotutto cosa importa, le
e-mtb non ne hanno bisogno.
Un lungo tunnel aperto ci invoglia ad accelerare ma la discesa dal passo del Gran San Bernardo sembra davvero infinita. Dopo oltre un'ora (con numerose soste fotografiche!) oltrepassiamo il cartello di
Orsières. Da qui potremmo riprendere la Via Francigena arrampicandoci sulla montagna ma, dopo qualche dubbio, decidiamo di continuare su asfalto fino a
Martigny. Cerchiamo un'alternativa alla strada principale ma senza fortuna quindi, a parte qualche tratto di ciclabile su strada, siamo costretti a pedalare a tu per tu con le automobili... un vero peccato! Martigny ci accoglie con qualche raggio di sole, un castello e tante peculiarità del territorio svizzero che speriamo di riuscire a conoscere presto...
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico