L'itinerario del Monte Pagano in MTB, ricco di attrattive storiche e naturalistiche, merita di essere inserito nell'albo dei percorsi più interessanti della provincia di Brescia, e più precisamente dell'Alta Valle Camonica. Si tratta di una gita decisamente remunerativa e alquanto insolita rispetto ai classici della valle, ma che garantisce un panorama incredibile sulle montagne dirimpettaie alte più di tremila metri e che permette una visita approfondita delle strutture belliche realizzate in occasione del Primo Conflitto Mondiale.
Dati tecnici
Monte Pagano in MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Sonico |
Tempo |
6-8 ore
|
Dislivello |
2050 metri circa |
Lunghezza |
51 km |
Tipologia di fondo |
Asfalto 60%
Sterrato 35%
Single trail 5%
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
MTB in Val Camonica sul Monte Pagano
La Ciclovia del Fiume Oglio
In corrispondenza del paese di Sonico (650 m) si gira a sinistra lungo
Via Valeriana, seguendo le indicazioni della
ciclovia del Fiume Oglio. Affrontato un breve tratto di saliscendi si comincia a salire lungo la
tortuosa strada del Monte Colmo sino ad un tornante dove sulla sinistra si stacca un brevissimo percorso sterrato, che prenderemo per raggiungere il grazioso paese di
Mù, costituito da un dedalo di stretti vicoli selciati divertenti da percorrere in MTB. Lasciando alle nostre spalle l'evidente ed inconfondibile
Piz Tri, percorreremo una breve discesa sino ad innestarci sul
percorso ciclopedonale sterrato della Via Valeriana.
Questi tre chilometri e mezzo di divertenti saliscendi nel bosco permettono di raggiungere con facilità la contrada
Al Vago di Incudine (950 m), ove ci si può rifornire di acqua fresca grazie alle numerose fontane presenti.
La Valle del Mortirolo
A questo punto si percorre in discesa un breve tratto della strada statale del Tonale verso Edolo, e ben presto si devia a destra iniziando così la salita verso il famoso
Passo del Mortirolo. La strada asfaltata si insinua nell'omonima valle con pendenze abbordabili, superando il paese di
Monno e giungendo al tornante n° 12, ove un cartello turistico indica
“vecchia mulattiera Passo del Mortirolo”, variante che percorreremo.
Sono tre chilometri decisamente molto intensi in quanto coprono un dislivello di circa 400 m, con pendenze sempre importanti e in
certi frangenti prossime al 20%. Lungo questa variante, stretta e completamente asfaltata, non saremo assaliti da nessun mezzo motorizzato, così da permetterci di gustare l'ambiente circostante caratterizzato da un bellissimo bosco intervallato da suggestivi prati e radure ove l'uomo, nel corso dei decenni, vi ha costruito baite ed edifici rurali dal gusto architettonico prettamente locale.
Superata una
piccola santella votiva ci si innesta sulla strada principale che proviene dal fondovalle, in prossimità del
Ponte Palù (1628 m). A questo punto la tentazione di salire al
Passo della Foppa (Mortirolo) è tanta, visto che è distante poco meno di tre chilometri! Ne vale assolutamente la pena: una decina di tornanti bellissimi, la valle che si apre nel suo splendore, prati, pascoli e torbiere, la
chiesetta di San Giacomo risalente al XVIII secolo, le
casermette militari della Grande Guerra e i panorami sulle cime innevate nonché sul Monte Pagano, meta della giornata. Insomma, un ambiente talmente rilassante da renderlo adatto anche ai picnic domenicali...ma chiaramente dopo essere saliti in MTB! E infine lui, il Passo Mortirolo (1852 m), il cui nome deriva, secondo una leggenda, dai numerosi morti causati dalla battaglia combattuta in quel luogo tra le truppe cristiane di Carlo Magno e le schiere avversarie di giudei e pagani.
La salita al Monte Pagano
Una volta tornati al
Ponte Palù, si seguono le indicazioni per il Monte Pagano, imboccando una
strada cementata dalle forti pendenze. Dopo qualche centinaio di metri il percorso si fa meno erto e il fondo diventa naturale e pedalabile senza alcuna difficoltà. Usciti dal bosco si attraversa un'area prativa molto bella e panoramica sino a raggiungere la
baita Plazza.
Dopo circa mezzo chilometro di strada piacevole da percorrere si raggiungono i
cascinali di Carèt, altra località fantastica dove la vista spazia dal Mortirolo alle montagne della media Valtellina confinanti con la Svizzera.
Da questo punto in poi la strada comincerà a svelare la sua origine; si tratta, infatti, di una
mulattiera militare – tuttora ben conservata –, costruita in occasione della Prima Guerra Mondiale e che aveva lo scopo di collegare la valle del Mortirolo con il M. Pagano ed il Pianaccio, ove erano situate postazioni strategiche arretrate a controllo dell'avanzamento del nemico. Superata la deviazione per il Pianaccio (collegato con un'altrettanta mulattiera militare, sicuramente meritevole di essere percorsa in MTB), la mulattiera diventa in alcuni tratti un semplice sentiero, per fortuna quasi completamente pedalabile. Dopo aver affrontato in sella diversi tornanti – in località
Pian di Lochèr – con vista sul gruppo dell'Adamello, si giunge in un punto peculiare: un tornante sopraelevato dotato di un
allargamento per facilitare il transito degli autocarri militari.
Una breve passeggiata, su sentiero, di qualche centinaio di metri con la bici al proprio fianco introduce nella parte conclusiva, caratterizzata da un breve traverso perlopiù pianeggiante che permette di giungere
in vetta al Monte Pagano, alto 2348 m. Per raggiungere la croce di vetta si potrà utilizzare uno degli accessi distribuiti lungo il trinceramento circolare (ben conservato dopo circa un secolo!) che avvolge la cima stessa.
Inutile commentare il
panorama a 360°, dal Passo del Tonale al gruppo dell'Adamello sino alle Orobie e al Bernina. Un vero spettacolo! E sotto di noi, in direzione nord, è ben visibile la sterrata ex militare che solca la Valle di Varadéga sino all'omonimo passo, nonché la Val Bighera che sprofonda nella sottostante
Val Grande, oggetto d'attenzione per le prossime uscite in MTB.
La discesa verso Sonico
La discesa dal Monte Pagano ripercorre in parte il tracciato di salita, sino alla località Carèt: bella, filante, tecnicamente non difficile, affrontabile quasi tutta in sella (attenzione ai tratti esposti) e soprattutto divertente! Giunti alla baita sopraccitata si svolta a sinistra (indicazioni per Monno) lungo una strada
sterrata che si sviluppa nel bosco, inizialmente con pendenze moderate e successivamente con diversi tornanti ripidi ma mai pericolosi. Anch'essa non è altro che una vecchia strada militare, riconoscibile per gli slarghi ai tornanti, i resti di muretti a secco e il fondo che in alcuni tratti presenta il selciato originale. Giunti sulla strada asfaltata si scende verso Monno e dopo pochi chilometri si svolta a destra percorrendo lo sterrato che dalla
chiesa di San Brizio conduce alla
contrada La Croce, situata nei pressi di Edolo.
Ora basterà seguire la strada asfaltata sino a Edolo per poi inerpicarsi verso Sonico, concludendo questo bellissimo percorso attraversando gli stretti vicoli del paese.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico