Un senso di spensieratezza, di colore, di libertà da tutte gli oggetti materiali che abbiamo sempre considerato inutili e superflui anche se, dopotutto, non vogliamo ammetterlo neppure a noi stessi. ll viaggio in bici è questo ma anche molto di più, è la fotografia di Ian Hibell che pedala nel deserto con un turbante improvvisato in testa per ripararsi dal sole, un sorriso sereno, trasparente, vero, il volto bruciato. Ian Hibell, in viaggio sulla sua bicicletta per oltre 40 anni, ora non c'è più, se l'è portato via un pirata della strada qualche anno fa anche se guardando l'orizzonte mi sembra di vederlo cavalcare ancora il suo cavallo d'acciaio.
[index}
Da 40 anni sulle strade del mondo in bicicletta,
Ian Hibell viaggiava da est ad ovest, da sud a nord senza mai fermarsi nè stancarsi. Mi sarebbe piaciuto, così per caso, incontrarlo lungo la strada, incrociare il suo sguardo,
fermare la bicicletta e scambiare due parole amichevoli come accade ogni volta che ci si incontra tra cicloviaggiatori. Ian avrebbe sicuramente avuto tanto, tantissimo da raccontare, molti luoghi da consigliare, qualche dritta per evitare le strade più trascurate e per scoprire luoghi che neanche riesco ad immaginare. Poi ognuno di noi avrebbe ripreso la propria strada o forse, chissà, avremmo deciso di bere una birra insieme, di trascorrere qualche giorno pedalando fianco a fianco sognando i posti più remoti e meravigliosi della Terra.
Viaggiare in bicicletta... il tempo di una vita
"
Ogni tanto un uccello sente il bisogno di volare più in alto degli altri e anche se non può spiegare il perché lo fa comunque" così
Ian Hibell si descriveva nel 2005 quando era in viaggio con la sua bicicletta già da oltre 30 anni. Nel 1963 Ian,
stufo della solita routine, chiese un paio di anni di aspettativa al suo datore di lavoro, una sorta di biennio sabbatico da trascorrere in altri paesi, per scoprire e conoscere il mondo. Nessuno però sapeva che la sua avventura in bici era solo all'inizio... Viaggiò in bicicletta dall'Alaska a Capo Horn e dall'Antartide al Rio delle Amazzoni sempre alla ricerca dei luoghi più
remoti ed inesplorati della Terra, sempre in solitaria, sempre sulle due ruote! Ian Hibell è stato l'unico uomo ad aver attraversato la
palude di Atrato, nella selvaggia Colombia a bordo di un mezzo non motorizzato e ad aver oltrepassato, chissà poi bene come, il
passaggio di Darien (Panama), l'unico uomo che la mia mente ricordi ad aver
viaggiato in bicicletta per oltre 40 anni.
Dopo essere scampato a cariche di elefanti, a leoni affamati, a voraci formiche tropicali, a banditi ed essere stato ricevuto con tutti gli onori da un capo tribù Dayak del Borneo e da una principessa eschimese, Ian Hibell è stato fermato da una comune macchina, da un mezzo ritenuto dai più, anche se io non sono d'accordo, un simbolo dell'evoluzione della specie umana.
Uno degli uomini più liberi del nostro secolo se n'è andato così, in sella alla sua compagna di vita, all'età di 74 anni dopo aver pedalato per oltre
320000 km... sarebbe stato possibile per un personaggio come Ian Hibell uscire di scena in un comune letto d'ospedale?!? Direi proprio di no!
Una vita vista dalla sella... in barba ai pericoli!!!
Il telaio Freddie Grubb della bici, il suo preferito, gli ricordava un ciclista inglese della prima metà del XX secolo.
Il bagaglio, funzionale e leggero, era composto dallo stretto indispensabile per viaggiare nel nord, nel sud, in Oriente ed Occidente: una tenda consumata dal tempo, delle pentole di latta, una stufa alla paraffina, calzini pesanti ed una giacchetta impermeabile.
Ian Hibell non aveva bisogno di molto,
viaggiava leggero ma con il cuore e gli occhi colmi delle
mille meraviglie incontrate lungo la strada, quella strada che lo condusse nei luoghi più remoti della Terra come scrisse nel 1984 nel libro
"Into the remote places". inserito nella lista dei 14 libri sul cicloturismo e i viaggi in bici da leggere assolutamente.
Ian Hibell non amava percorrere le strade più battute, il suo cammino infatti lo portò ad attraversare catene montuose e deserti, ma anche paludi e lande ghiacciate e disabitate. Cercava il contatto umano ma anche avventurarsi nella Natura più estrema era qualcosa di partcolarmente attraente e preferiva farlo da solo.
Alcuni dei suoi viaggi in bici, forse i più avventurosi, lo portarono da Bangkok a Vladivostok, dall'Artide alle isole dell'Indonesia, dall'Alaska a Capo Nord sempre spensierato come il vento.
Pedalava da 40 anni Ian Hibell ed aveva amici sparsi per tutto il mondo che gli offrivano ospitalità o sostegno morale e fisico in caso di difficoltà ma, dopotutto, Ian era sempre da solo nei suoi viaggi, solo con la sua bicicletta. Chissà se, come nel caso di Chris McClandess, il protagonista di Into The Wild, ad un certo punto del suo lungo viaggio durato oltre 70 anni e chiamato vita, Ian Hibell abbia mai pensato che la felicità fosse reale solo se condivisa o se invece questo pensiero non gli sia mai passato neppure per la testa...
Ian Hibell, uno dei più grandi
cicloviaggiatori del pianeta, è scomparso nel 2008 all'età di 74 anni in Grecia, travolto da un'automobile. Noi lo vogliamo ricordare avventuroso e felice in sella alla sua
bicicletta in viaggio nei luoghi più estremi della Terra. Se siete curiosi di sapere quali mezzi Ian ha usato durante i suoi viaggi in bici, potete dare un'occhiata a
questo sito inglese o vedere il filmato di una sua partecipazione ad un programma televisivo nel 1975 (dopo solo 13 anni in viaggio!)
http://www.youtube.com/watch?v=ny81vcxTZQk
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico