Unisciti alla LiT Family
Tour iberico: Spagna e Portogallo in bici lungo la costa
È ancora fresco il ricordo del Tour italico 2021 quando con Francesco cominciamo a fantasticare su quella che sarà la nostra prossima avventura. Nei mesi successivi un susseguirsi di mete e itinerari rimbalza nei nostri sogni finché piano piano il cerchio si stringe su Spagna e Portogallo in bici: quest'anno sarà un Tour Iberico.
In questo articolo
- Nuovo mezzo per nuove avventure
- Preparativi pre-partenza
- 23 Aprile - Barcellona-Tarragona
- 24 Aprile - Tarragona-Peniscola
- 25 Aprile - Peniscola-Valencia
- 26 Aprile - Valencia-Benidorm
- 27 Aprile - Benidorm-Torrevieja
- 28 Aprile - Torrevieja-Puerto de Mazarron
- 29 Aprile - Puerto de Mazarron-Mojacar
- 30 Aprile - Mojacar-Almeira Aguadulce
- 1 Maggio - Almeira Aguadulce-Almunecar (Playa Velilla)
- 2 Maggio - Playa Velilla-La Cala de Mijas
- 3 Maggio - La Cala de Mijas-Tarifa
- 4 Maggio - Tarifa-Cadice
- 5 Maggio - Cadice-Siviglia
- 6 Maggio - Siviglia
- 7 Maggio - Siviglia-Ayamonte
- 8 Maggio - Ayamonte-Quarteira
- 9 Maggio - Quarteira-Alvor
- 10 Maggio - Alvor-Sinas
- 11 Maggio - Sines-Lisbona
- 12 Maggio - Lisbona
- 13 Maggio - Lisbona-Nazarè
- 14 Maggio - Nazarè-Mira
- 15 Maggio - Mira-Porto
- 16 Maggio - Porto-Baiona
- 17 Maggio - Baiona-Santiago
- 18 Maggio - Santiago-Lugo
- 19 Maggio - Lugo-Tapia de Casariego
- 20 Maggio - Tapia de Casariego-Cudillero
- 21 Maggio - Cudillero-Lastres
- 22 Maggio - Lastres-Santander
- 23 Maggio - Santander-Bilbao
Nuovo mezzo per nuove avventure
Già nel corso del viaggio in Italia in bici dell'anno precedente, avvertii la necessità di un mezzo più specifico, equipaggiato con freni a disco, portapacchi robusti, ruote da 29 e tutti i comfort di una vera bici da cicloturismo. A malincuore decido quindi di pensionare la mtb Olympia che mi ha accompagnato fin dal lontano 2006, cedendola a Marco con l’augurio di farle proseguire la sua gloriosa carriera.
Siamo ancora in ottobre quando Maurizio, amico e compagno di tante avventure e senza il parere del quale difficilmente prendo iniziative in campo ciclistico, mi invia un annuncio trovato su internet di una bici in vendita presso Bottega Bike di Porto Viro (RO). Partiamo come dei ragazzini in gita e torniamo a casa con una TREK 520 rossa fiammante usata, ma in ottime condizioni, che successivamente allestisco con un nuovissimo set di borse anteriori e posteriori impermeabili della Vaude.
Preparativi pre-partenza
Dopo aver scelto la meta, in un clima ancora incerto di restrizioni Covid cerchiamo di individuare i voli concentrandoci su un periodo pre-estivo. La scelta ricade sulla partenza da Barcellona il 23 aprile e ritorno da Bilbao il 28 maggio, con un tragitto lungo costa che ci porterà a percorrere tutta la penisola iberica in bici.
Un programma piuttosto azzardato, sia nella lunghezza che nella durata. Tenuto conto delle rigide condizioni imposte da Ryanair, il viaggio di andata Venezia-Barcellona ci impegna in un imballaggio bici accurato per il quale ci avvaliamo di cartoni gentilmente recuperati presso “Cicli Cuk” di Gorizia. Anche il bagaglio bici deve contemplare possibilità di condizioni meteo variabili visto il periodo. Rinunciamo tuttavia a tenda, materassino e sacco a pelo con l’intento di soggiornare nei B&B. Col senno di poi la scelta si rivelerà azzeccata.
La mattina del 23 aprile fatidica partenza all’alba accompagnati a Venezia M.P. da Mario, alla guida del furgone di suo fratello. Fortunatamente senza sorprese le operazioni di imbarco. A causa di precedenti esperienze negative Ryanair mi mette sempre un po’ di apprensione.
Partenza da Gorizia – arrivo a Venezia
Giunti a Barcellona Elprat procediamo con il rimontaggio delle bici, sistemiamo i bagagli e con entusiasmo ed emozione muoviamo le prime pedalate in territorio ispanico.
La cicloavventura ha inizio …Vamos chicos
23 Aprile - Barcellona-Tarragona
85 km - 614 dislivello
Con temperatura piuttosto fresca per la stagione siamo diretti a Tarragona, città portuale della Catalogna, ex colonia romana. Ci godiamo le prime piacevoli panoramiche del viaggio affrontando tuttavia una delle caratteristiche che più temevamo. Infatti un forte vento contrario fa gli onori di casa dandoci il benvenuto. Aggiungiamo inoltre anche qualche momento di pioggia e una mia foratura, la prima di una lunga serie.
Affidandoci al GPS percorriamo anche alcuni tratti di sterrato fuori rotta (questo sarà uno dei leitmotiv di tutto il viaggio). A Tarragona pernottiamo in una pensione affrontando l’ultima ardua fatica della giornata salendo con bici in spalla quattro piani strettissimi, districandoci in improbabili virtuosismi.
24 Aprile - Tarragona-Peniscola
162 km - 962 m dislivello
Dopo ennesimi contorsioni per scendere i quattro piani di scale iniziamo a pedalare di buona ora attraversando una città ancora deserta, ammirando alcune particolarità del luogo.
Si confermano subito le avvisaglie del giorno prima. Infatti ci imbattiamo in una giornata estremamente ventosa. Sono particolarmente insidiosi i tratti privi di vegetazione, dove le raffiche trasversali non trovano ostacoli e ci fanno più volte sbandare. Mani ben salde sul manubrio, ma in qualche circostanza la forza del vento mi trascina fino nella corsia opposta, fortunatamente priva di trafffico.
Iniziano ben preso anche le problematiche con il GPS. Infatti seguendo le indicazioni spesso ci troviamo dirottati su sterrati assolutamente inadeguati per le bici da viaggio, sia per il fondo che per alcune ripide pendenze. Francesco, grazie alla mtb e alle sue notevoli capacità tecniche, si destreggia con abilità mentre io, con una bici con impostazione gravel e noti limiti tecnici, diverse volte sono costretto a spingere la bici a mano.
In alcuni tratti tuttavia dobbiamo persino sganciare le borse per superare tra gli arbusti dei ripidi e stretti pendii. Secondo giorno, seconda foratura: il fondo pietroso mi fa pizzicare la camera d’aria. Piacevoli gli ultimi chilometri lungo tranquille strade secondarie tra profumati frutteti; ma è con un altro genere di prodotto locale che cominciamo a prendere confidenza.
Tuttavia le deviazioni ci costano diversi chilometri in più, tant’è che arriviamo ai quasi 170 giornalieri con quasi 9 ore di sella.
L’arroccata affascinante Peniscola ci fa dimenticare le fatiche della giornata; dopo una passeggiata tre le mura del Castello dei Templari indoviniamo un bel localino dove gustiamo un buon piatto di merluzzo.
Il rapporto amore/odio con il gps caratterizzerà giornalmente tutto il viaggio. Mentre da un lato avremo modo di apprezzarne la comodità e la scoperta di percorsi e sentieri affascinanti, dall’altro troppe volte ci farà deviare da strade tutto sommato tranquille per dirottarci su sterrati e single track davvero insidiosi.
25 Aprile - Peniscola-Valencia
169 km - 850 m dislivello
Alzati presto abbiamo appena il tempo di ammirare l’alba che illumina la meravigliosa baia alle nostre spalle che iniziano subito le difficoltà col GPS. Dopo alcuni sterrati ghiaiosi e saliscendi impegnativi che ci fanno addentrare in una zona collinare dagli esiti imprevedibili, desistiamo dal seguire il Garmin e ci affidiamo a Google Maps. Perdiamo circa un’ora e una decina di chilometri con 150 metri di dislivello, ma riprendiamo la statale 340 che, pur essendo una strada principale, offre un ampio margine per le biciclette.
Percorriamo un centinaio di chilometri con un filo di vento a favore decidendo poi di ripristinare il navigatore che per altri 60 km ci conduce piacevolmente a Valencia per strade secondarie.
Lunga giornata terminata con una meritata paella valenciana.
26 Aprile - Valencia-Benidorm
171 km - 912 m dislivello
Iniziale doveroso riconoscimento al navigatore che ci fa uscire agevolmente dalla città lungo piste ciclabili, continuando, seppur con qualche chilometro in più, su strade secondarie dove incontriamo un gruppo di anziani ciclisti che ci accompagna per un tratto.
Macinati i primi 100 km pensiamo di avere ormai vita facile, invece prima il perfido strumento ci scambia per pellegrini deviandoci su percorsi del cammino di Santiago, poi continui saliscendi a volte interminabili ci portano ai grattacieli della “New York del Mediterraneo” Benidorm, con un chilometraggio e dislivello superiore alle aspettative.
Grande e caotica Benidorm, località dedicata ad un turismo “notturno” che non è il nostro, per cui ci accontentiamo di una buona cenetta, un paio di birre, e concludiamo la giornata.
27 Aprile - Benidorm-Torrevieja
92 km - 611 m dislivello
Giornata tranquilla e transitoria con temperatura fresca, qualche salitella e gocce di pioggia finale. Il tutto ha permesso a Francesco di recuperare da un fastidioso affaticamento al ginocchio che lo tormenta da qualche giorno.
Prosegue la mia maledizione con le forature. Comprate ennesime camere d’aria e bombolette di CO2.
28 Aprile - Torrevieja-Puerto de Mazarron
85 km - 547 m dislivello
Altra giornata che sta per scivolare tranquilla seguendo agevolmente e senza sorprese il percorso creato con Garmin.
Tuttavia la maledizione del sesto giorno colpisce nuovamente (vedi sesto giorno tour italico 2021). Percorrendo stradine secondarie in una zona rurale veniamo rincorsi da due grossi cani di cui uno arriva a grugnire a pochi cm dal mio polpaccio. Immerso in presagi e recenti ricordi di cui conservo ancora i segni, continuo a pedalare con estrema concentrazione sulla guida, imponendomi un'apparente calma. Fortunatamente gli animali desistono dall’inseguimento allorché gli urliamo violentemente contro. Al seguito porto anche uno spray al peperoncino, ma risulta poco pratico poiché l’utilizzo distoglie troppo dalla guida... prossimo viaggio trombetta da stadio e fischietto ad ultrasuoni.
A Puerto de Mazarron dolcetti e sangria scaricano la tensione del pericolo passato.
29 Aprile - Puerto de Mazarron-Mojacar
107 km - 874 m dislivello
Dalla Regione di Murcia ci prepariamo a pedalare verso l’Andalusia.
Pronti via e subito ringraziamo il GPS per uno sterrato attraversato con i piedi nel fango fino alle caviglie. Quindi affrontiamo con calma una salita di 7 km seguita da una spettacolare ed appagante discesa. Con temperatura in salita raggiungiamo la meta lungo strade secondarie circondate da profumati frutteti.
Alloggiati in un bel appartamentino, dopo cena lascio in relax Francesco e raggiungo in bici il suggestivo centro storico di Mojacar arroccato su una collina… del resto chissà se e quando ci tornerò.
30 Aprile - Mojacar-Almeira Aguadulce
100 km - 965 m dislivello
Bellissima tappa. Si inizia con spettacolari salite solitarie seguite da panoramiche discese lungo mare. Poi pedalando lungo strade secondarie attraversiamo delle favolose praterie in assenza di traffico in contesti che possono ricordare il sud America o alcune regioni dell’Africa (tanto per dire, poiché io non li ho comunque mai visti).
Si procede con una tranquillità assoluta, inframezzata da una rilassante sosta presso un baretto paesano, di quelli che trovi solo per caso e spesso si rivelano i più piacevoli, quelli dove ti mescoli con gli avventori locali e che ti fanno respirare a pieni polmoni l’atmosfera del viaggiatore. Qui una buona merenda a base di tortillas alla francese.
Rigenerati proseguiamo e raggiungiamo nuovamente il mare dove in spiaggia ci concediamo un’altra sosta, stavolta più turistica, con un piatto di uova con i peperoni piuttosto caruccio.
Terminiamo il mese di aprile con questi primi otto giorni di viaggio e 970 km percorsi.
1 Maggio - Almeira Aguadulce-Almunecar (Playa Velilla)
122 km - 1011 m dislivello
Al nono giorno ci perdiamo subito per delle stradine indicate dal navigatore. Usciamo con difficolta dal paese, ma fortunatamente incontriamo un ciclista che ci accompagna per una cinquantina di km non particolarmente significativi. In seguito veniamo tuttavia appagati dai saliscendi lungo costa che ci conducono a Playa Velilla di Almunecar.
Al mattino avevo trovato la gomma anteriore sgonfia e all’80 km nuovamente a terra. La sera scopro sulla camera d’aria dei segni ed una pizzicatura procurata dallo sfregamento con la fascia protettiva in kevlar. Rimuovo la malefica fascia che fino ad ora mi è costata 8 forature ed una cifra in camere d’aria e bombolette di CO2.
2 Maggio - Playa Velilla-La Cala de Mijas
122 km - 903 m dislivello
Sveglia alle 5 e subito in sella con l’intento di raggiungere Marbella. Il proposito è quello di accorciare la tappa del giorno successivo dovendo incontrare l’amico goriziano “Robinazza,” da tempo trasferitosi ad Algeciras.
Suggestivi e affascinanti i primi km con i faretti che illuminano una lunga salita in assenza di traffico. La discesa verso la Costa del Sol ci regala panorami e scorci indimenticabili. Purtroppo breve la sosta con merenda a Malaga, ma del resto l’ambizione di un viaggio così lungo impone anche delle scelte. Seguiamo il lungomare e attraversiamo località balneari molto affollate nella giornata festiva, ammirando stupendi murales.
Percorsi circa 120 km, a metà strada tra Malaga e Marbella, un vento in costante aumento comincia a metterci in seria difficoltà. A 25 km dalla meta, percorrendo un tratto di strada particolarmente caotico, le raffiche cominciano ad essere violente e veniamo continuamente pericolosamente sbandati. Decidiamo di non rischiare oltre e giunti a Cala de Mijas pernottiamo in un Hotel non certo economico.
Bucato altre due volte: rimuovo anche la fascia in kevlar posteriore.
La giornata si conclude con un rammarico che ci accompagnerà per il resto del viaggio. Rientrati da un’anonima pizza scopriamo che presso l’Hotel avevamo a disposizione un buffet con un ben di Dio indescrivibile alla modica cifra di 15 Euro. Avremmo sicuramente recuperato gran parte della cifra spesa per il pernottamento. E niente, siamo stati proprio dei pollastri: dovevamo immaginare che una struttura di quel livello offrisse tale servizio.
3 Maggio - La Cala de Mijas-Tarifa
142 km - 1477 m dislivello
Si parte presto anche oggi, sia per recuperare i km persi ieri, che confidando su un vento mattutino più clemente. Molto difficoltosi i primi km dove al fine di evitare la caotica strada principale il GPS ci dirotta in labirintiche stradine. Riprendiamo necessariamente la S340 che, pur non vietata alle bici, percorriamo per qualche decina di km poco piacevoli immersi nel traffico delle ore 8.
Arrivati a Marbella facciamo colazione in un bar lungo mare dove il proprietario, propinandoci delle sospette brioches scaldate e probabilmente del giorno prima, si compiaceva dell’incasso della sera prima frutto di una movida alimentata a cocktail e super alcolici. Sicuramente bellissima la località anche se al mattino presto non si vivono le emozioni e la vivacità che offre negli orari di punta. Tuttavia anche qui la nostra sosta è molto breve.
Percorsi ancora qualche decina di km lungo la statale finalmente usciamo e affrontiamo piacevoli saliscendi collinari disseminati da imponenti pale eoliche. Ammiriamo la quiete del paesaggio in compagnia di nidi di cicogne e campi con tori al pascolo. Sentito l’amico di Algeciras veniamo a sapere che lui si trova a Gorizia (?!?!?) e ci dà appuntamento al giorno dopo. Cambiamento di programma che non ci possiamo permettere per cui tagliamo Algeciras e puntiamo Tarifa.
Sono molto incuriosito da questa località poiché me ne aveva parlato con entusiasmo l’amico Marco Piani: entusiasmo e nostalgia avendoci lui trascorso folgoranti periodi della sua gioventù, respirando l’atmosfera del fenomeno hippie degli anni 70/80.
Non ci aspettiamo tuttavia di trovarci ad affrontare una impegnativa salita di ben 10 km, con tori che ci osservano da vicino, ma alla fine appagati dal panorama, nel punto più a sud della penisola, arriviamo quasi a toccare con mano lo stretto di Gibilterra e la dirimpettaia Africa, distante solo 14 km.
Bellissima, suggestiva e particolare Tarifa. Antica città particolarmente ventosa tanto da essere la capitale andalusa degli sport acquatici come windsurf e kitesurf, in un punto dove si incontro le acque del Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico.
Pernottiamo in centro e la sera passeggiamo per le calle mangiucchiando qualcosa fra una birra e l’altra. Effettuiamo un po' di shopping deliziandoci infine in una piccola ma ben fornita pasticceria. Il periodo di bassa stagione ci permette di muoverci tranquillamente per le viuzze del borgo, ma di contro non ci fa vivere appieno la particolarità del posto e possiamo solo immaginare la vivacità nei mesi di luglio e agosto.
4 Maggio - Tarifa-Cadice
108 km - 522 m dislivello
Lasciata alle spalle la suggestiva Tarifa affrontiamo un centello lungo una tranquilla statale con dolci saliscendi diretti a Cadice.
Ci avviciniamo percorrendo una polverosa ciclabile ed infine raggiungiamo la striscia di terra in cui è edificata la spettacolare città vecchia. Cadiz, una delle città più antiche d’Europa, dove le bianche costruzioni circondate dal blu intenso dell’oceano e del cielo limpido offrono uno spettacolare contrasto. Dopo una sosta tecnica in una lavanderia self service, strategicamente posizionata di fronte a una gelateria italiana, ci dedichiamo a degli assaggi di specialità tipiche curiosando tra le bancarelle del mercato centrale, in un ambente intriso di odori, profumi, sapori, specialità e gente che si immerge completamente nel carattere esotico del posto.
Riprendiamo la passeggiata verso l’affascinante promontorio, interrotta solamente dal mio rinomato fiuto che ci suggerisce un’appagante tappa in una ben fornita pasticceria della piazza centrale.
5 Maggio - Cadice-Siviglia
138 km - 789 m dislivello
Agevole l’uscita dalla città percorrendo il ponte lungo una corsia chiusa al traffico. A seguire il GPS ci accompagna per tranquille piste ciclabili e poi strade interne in contesti spettacolari. Praterie e poderi agricoli allietano la nostra vista facendoci pedalare in una quiete assoluta. Respiriamo a pieni polmoni l’atmosfera che ci circonda finché la strada indicata dal dispositivo diventa sterrato. Qui decidiamo di non azzardare e dirottiamo sulla principale. Ultimi 50 km con vento contro e temperature in costante aumento.
Spettacolare l’ingresso a Siviglia dove alloggiamo in un bell’ostello in un rione periferico molto caratteristico, vivace ed affollato, tanto che la sera, nell’annessa piazza gremita di bambini che giocano, ci gustiamo un buon piatto di tonno. Tredicesimo giorno con 1.600 km, 10.000 metri di dislivello e 73 ore di sella. Unico neo della giornata l’ennesima foratura.
6 Maggio - Siviglia
Ci concediamo la prima giornata di riposo dedicando la mattina alla soluzione delle mie estenuanti forature. Presso un bel negozio del centro faccio montare i tubeless e regolare il cavo deragliatore. La scelta si rivelerà veramente vincente in quanto dirò addio a ulteriori forature e potrò affrontare gli sterrati dei giorni a seguire con tranquillità.
Nel pomeriggio la cattedrale, il castello di Alcazar e l’arena di Plaza de Toro, in pieno fermento per i preparativi di una imminente corrida, catturano l’obiettivo dei cellulari.
7 Maggio - Siviglia-Ayamonte
146 km - 923 m dislivello
Partiamo la mattina presto ancora col buio tra ciclabili e sterratini prima di raggiungere una strada provinciale dove percorriamo i primi 80 km in un susseguirsi di saliscendi e in assenza di traffico. Il venticello a favore compensa la temperatura in aumento.
Dopo la casuale sosta per la visita di Condado de Niebla, bellissimo borgo circondato da antiche mura, ci immergiamo in strade sterrate superando tenute agricole e casolari isolati con la consueta ansia dei cani, ma fortunatamente quelli incontrati non sono aggressivi, anzi si allontanano spaventati. Terminiamo a ridosso del confine con il Portogallo ad Ayamonte, piacevole e rilassante paesino di pescatori sulle rive del Guadiana, dove la sera trascorriamo queste ultime ore in terra spagnola dissetandoci con dell’ottima sangria.
Domani si entra in Portogallo e avvertiamo l’emozione del passaggio a un’altra fase del nostro viaggio.
8 Maggio - Ayamonte-Quarteira
104 km - 560 m dislivello
Sveglia presto presi dall’emozione dell’attraversamento. Subito scopriamo che la domenica il primo traghetto parte appena alle 11.30, per cui entriamo in Portugal lungo il ponte che pensavamo vietato alle bici. Ci avventuriamo quindi nell’attesissima Algarve, la regione più meridionale del Portogallo, iniziando subito con una ottima colazione con dolci tipici portoghesi. Proseguiamo percorrendo strade sterrate e, attraversando incantevoli paesini, iniziamo con assoluta tranquillità la “Ecovia do Litoral”, con i sui spettacolari 214 km lungo la costa oceanica.
Con ritmo lento assaporiamo piacevolmente il cambiamento morfologico rispetto ai giorni precedenti e viviamo l’emozione di quella che mentalmente rappresenta la seconda fase del nostro viaggio. Giunti a Quarteira un Hotel 4 stelle con piscina e colazione a 19 Euro ci accoglie, tuttavia optiamo per bagno oceanico e qualche momento di relax in spiaggia.
La sera contatto telefonico con Bernardo, amico goriziano di Marco Caudek, che vive per diversi mesi all’anno in quel territorio, con il quale prendiamo accordi per il giorno successivo.
9 Maggio - Quarteira-Alvor
66 km 543 m dislivello
Giornata spettacolare, da annoverare fra le più belle e caratteristiche di tutto il tour. Con ritmo tranquillo percorriamo i sentieri dell’Ecovia do Litoral attraversando e assaporando l’incantesimo di panorami e scorci lungomare stupendi, caratteristici dell’Algarve. Quindi, seguendo le indicazioni di Bernardo raggiungiamo il luogo dell’incontro.
Arriviamo nel piccolo villaggio romano di Porches, nella contea di Lagoa, presso la rinomata “Praia de nossa Senhora da Rocha”, dove la candida cappella, dall’alto del promontorio, domina la costa e si affaccia sull’omonima spiaggia con acque limpide e cristalline. La piccola chiesetta è fiancheggiata da fantastiche scogliere color ocra che la rendono unica e spettacolare.
Ad aspettarci ecco Bernardo e la moglie Patrizia. Presentazioni di rito dove Francesco si ricorda di Patrizia in quanto maestra dei sui figli Marco e Andrea alla scuola elementare di Mossa.
Ammirando incantati la serenità che il luogo ci regala chiacchieriamo visitando la cappella con obbligate foto panoramiche. Quindi, accompagnati da Bernardo, scendiamo nella fantastica spiaggia circondate da falesie dove, attraversando una galleria naturale, raggiungiamo la spiaggia “praia nova” e da lì risaliamo sul promontorio.
Continuiamo la piacevole sosta presso il bar di un lussuoso stabilimento turistico dove gli amici ci illustrano con dovizia di particolari le meraviglie del posto e dell’Algarve in generale. Salutati Bernardo e Patrizia riprendiamo il viaggio con meta Alvor, ovviamente suggerita dall’esperto Bernardo. Sempre a basso ritmo percorriamo dei sentieri immergendoci in proibitivi sterrati dove spingiamo le bici su stretti e ripidi solchi fiancheggiati da vegetazione spinosa.
Fortunatamente incolumi raggiungiamo Portimao e qui Francesco ha un’intuizione fantastica. Presso un porticciolo lo vedo improvvisamente virare verso un’agenzia di escursioni in barca. L’imbarcazione è in fase di partenza tant’è che abbiamo giusto il tempo di legare le bici e via per una escursione di almeno una decina di km lungo costa che ci permette di ammirare dal basso le falesie e le incantevoli spiagge lungo costa. Ci addentriamo in fantastiche caverne e spiaggette sotto le falesie ramate fino a raggiungere una spiaggia dove mi concedo un tuffo nelle acque cristalline dell’oceano.
Soddisfatti riprendiamo a pedalare verso Alvor, suggestivo paesino di pescatori, dove tuttavia una massiccia presenza di chiassosi turisti, per lo più inglesi a cui sono dedicate le loro tipiche birrerie, ne stravolge un poco il fascino.
Una cena a base di sardine ai ferri conclude questa fantastica giornata nell’Algarve.
10 Maggio - Alvor-Sinas
144 km - 990 m dislivello
Oggi si abbandona l’Algarve e superando i 2.000 km si comincia a risalire il Portogallo. Giornata tranquilla con i primi 80 km su strade principali, ma scorrevoli, dirottando poi su stradine secondarie. Oltre al cambio della vegetazione, che via via si fa sempre più verde, si avverte anche un aumento del traffico con strade che cominciano anche a restringersi.
Allunghiamo di qualche chilometro la tappa, arrivando a 144 km, raggiungendo Sinas, piccola cittadina natale di Vasco de Gama, con il più grande porto industriale del Portogallo e un po' al di fuori dai centri turistici degli ultimi giorni. Dopo una passeggiata intorno alle mura del castello la sera mi gusto il pollo alla portoghese in uno dei pochi locali che abbiamo trovato.
11 Maggio - Sines-Lisbona
123 km - 707 m dislivello
Illudendoci di poter pedalare tranquillamente lungo costa dapprima ci impantaniamo in un sentiero sabbioso impraticabile. A seguire finiamo su un rampone sterrato che ci costringe a spingere le bici a mano, imprecando affannosamente a denti stretti.
Con il caldo in aumento ci apprestiamo a raggiungere la Capitale. Percorsa la striscia di terra verso Toia Peninsula traghettiamo fino a Setubal. Dopo una breve sosta take away, utile anche per la consultazione del percorso, riprendiamo a pedalare senza certezze su dove effettuare l’attraversamento verso Lisbona.
Fortunatamente, proprio in prossimità di Lisbona, non potendo percorrere in bici né il Ponte 25 Aprile né il ponte Vasco di Gama, troviamo con qualche difficoltà un traghetto per raggiungere l’altra sponda. L’obiettivo giornaliero è raggiunto e ammirando in lontananza Torre de Belem dimentichiamo facilmente le insidie della giornata.
12 Maggio - Lisbona
Giornata dedicata alla visita della città. Con il caratteristico tram saliamo verso il castello di San Jorge e, passeggiando tra i quartieri storici, su e giù per le caratteristiche scalinate, ci soffermiamo nei negozietti di souvenir che espongono bellissime piastrelle decorate.
13 Maggio - Lisbona-Nazarè
122 km - 920 m dislivello
Usciamo dalla città percorrendo piste ciclabili prima di immergerci in 50 km fastidiosi in mezzo al traffico. Invece piacevoli i 70 collinari che ci hanno portato a Nazarè. Poco prima della meta una sosta in un locale spartano dove attratti dalla griglia in preparazione ci gustiamo una bella bisteccona contornata da verdure. Appena ripreso il cammino veniamo immersi in una improvvisa nebbia accompagnata da vento e calo della temperatura.
Nonostante il cielo velato ammiriamo la pittoresca cittadina lungo costa dominata da un promontorio a picco sul mare che raggiungiamo in funivia. Non è stagione né giornata particolarmente ventosa, ma dall’alto del Sitio (quartiere in cima al promontorio) contempliamo la lunga spiaggia dorata a forma di mezzaluna e immaginiamo le onde impietose, le più alte del mondo, gioia dei surfisti che qui si sono affrontati nella coppa del mondo.
Ridiscesi ci dedichiamo un piacevole momento presso un caratteristico baretto di pescatori tutto completamente ornato di fotografie dedicate al luogo, al mare e alle sue genti. Una di queste raffigura un pescatore che mi ricorda l’amico goriziano Franco Dugo, che attende con piacere il resoconto di questo viaggio.
Immersi nella spensierata atmosfera che il locale ci regala, veniamo accompagnati in un bis, tris, ecc … di birre.
Percorsi 2.300 km con 15.000 metri di dislivello complessivi siamo bene con i tempi, quindi progettiamo di accorciare un poco le tappe successive aggiungendo qualche momento di relax. Solitamente i primi 100 km giornalieri scorrono velocemente, mentre quelli seguenti vuoi per il vento, le salite o quant’altro, comportano spesso una stanchezza forse più mentale che fisica.
14 Maggio - Nazarè-Mira
126 km - 711 m dislivello
Amici: … una giornata spettacolare dal punto di vista ciclistico.
Dopo circa 20 km costeggiando l’oceano arriviamo al suggestivo faro Penedo da Saudade, presso Marihna Grande, che ci offre contesti incantevoli. Proseguendo si apre un mondo nuovo, inaspettato. Decine e decine di km su deserte piste ciclabili, larghe e lisce come un tavolo da biliardo, costeggianti la strada principale anch’essa totalmente priva di traffico. Una goduria la pace che ci regala pedalare i dolci saliscendi in una vegetazione insolita.
Al 100° km improvvisamente vengo svegliato dall’incantesimo; la favola viene interrotta dalla fatidica frase del Pic che oramai temevo più di ogni altra cosa. Consultando il GPS, a cui lui era addetto, se ne esce con la consueta e preoccupante; “A mi me da di qui”.
Svoltando a sinistra abbandoniamo il certo per l’incerto e da lì in poi sterrati e strade con buche da farci sobbalzare inesorabilmente per 26 km tra continui zigo zago, impensierendomi sulla tenuta degli attacchi del portapacchi. Fortunatamente arriviamo incolumi a Mira, località non certo fra le più memorabili del viaggio, terminando tuttavia la serata in un tranquillo ristorantino.
15 Maggio - Mira-Porto
106 km - 500 m dislivello
Con il vento in poppa ed un cielo coperto e velato percorriamo i tranquilli 100 km che ci separano da Porto. Nonostante ciò siamo comunque capaci di complicarci la vita. Nell’illusione di seguire la costa ci avventuriamo in 15/20 km alternandoci tra suggestive piste ciclabili in legno e sterrati sabbiosi, immersi in labirintici pineti come alla ricerca del Minotauro.
Sbrogliamo la matassa riprendendo la strada principale che ci conduce fino a Porto dove, sulle rive del fiume Duero, veniamo accolti in un contesto molto vivace. Pomeriggio e sera, passeggiando su e giù per i continui saliscendi, siano essi scalinate o caratteristiche stradine ciottolate, ammiriamo la particolarità di questa città.
Ne assaporiamo la tradizione con assaggi di porto rosso e porto bianco. Una fila chilometrica ci permette solo di sbirciare gli interni della libreria Lello & Irmao, dal gran valore storico, salita alla ribalta in quanto vi è stata girata la saga di Harry Potter. Riusciamo a respirare solo a distanza l’atmosfera del “Fado”, musica popolare portoghese, potendoci solo affacciare a gremiti locali che purtroppo richiedevano la prenotazione obbligatoria.
Ci consoliamo con altri giri di Porto per Porto. In una giornata dalle smentite previsioni piovose solo ora qualche goccia di pioggia ci accompagna alla nostra pensione.
Siamo ancora ignari che la svolta meteo caratterizzerà tutti i giorni a seguire.
16 Maggio - Porto-Baiona
130 km - 984 m dislivello
La pioggerellina ci accompagna per i primi 90 km fino a Camihna, al confine del Portogallo, che ci separa dal rientro in Spagna solamente da una striscia d’acqua. Nel porticciolo un motoscafista ci suggerisce un localino per mangiare qualcosa. Assaporo l’ultimo squisito dolcetto portoghese mentre Francesco chiede all’oste informazioni su un ponte dove attraversare il confine, il quale ci rimanda al motoscafista di prima.
Imbarcate alla meno peggio le bici su un piccolo motoscafo, alla mercé delle onde che arrivano dove non era arrivata la pioggia precedente, sbarchiamo in terra spagnola piuttosto fradici in un clima ancora molto nuvoloso.
La Galizia ci riserva subito una bella sorpresa, pochi km per allontanarci dal porticciolo e come d’incanto. . . un nuovo mondo. Il cielo si apre ed il percorso lungo costa che si snoda sotto i nostri occhi, lungo una perfetta pista ciclabile estesa in continui dolci saliscendi si può definire semplicemente “S-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e”.
Non riusciamo a fare più di qualche centinaio di metri senza fermarci a scattare foto e video, il tutto sospinti da un vento a favore senza il quale difficilmente saremmo giunti fino a Baiona.
Essendo sulla rotta del cammino portoghese che parte da Lisbona sono decisamente in aumento il numero di pellegrini incontrati lungo la strada e nei ristorantini del luogo. Questo fatto inciderà sull’atmosfera che avvertiremo nel prosieguo del viaggio, il quale assumerà un aspetto per certi versi più “Turistico”.
17 Maggio - Baiona-Santiago
117 km - 1364 m dislivello
Sospinti anche oggi da un vento amico affrontiamo sotto una pioggerellina incessante i 117 km di continui saliscendi che ci portano a Santiago de Compostela. Pioggia e una temperatura di 12 gradi ci hanno limitato nell’apprezzare il percorso odierno, specie nella parte iniziale lungo costa, tuttavia non ci privano dell’emozionante rituale delle foto davanti alla cattedrale, a suggellare un’altra importante meta del viaggio.
In un’atmosfera gremita di pellegrini visitiamo il centro dove in un rustico locale gustiamo il “Polpo alla gallega”. La tabella di marcia ci consentirebbe di fermarci una giornata, ma tenuto conto del meteo decidiamo di riservarci questa opportunità più avanti.
18 Maggio - Santiago-Lugo
103 km - 1723 m dislivello
Non molto da raccontare in questa giornata terza giornata sotto la pioggia, pioggerellina, nebbiolina. Proprio per il meteo desistiamo subito dalle strade secondarie e riprendendo la principale affrontiamo saliscendi più lunghi e pendenti del solito tanto che a fine giornata il dislivello arriverà oltre i 1.700 metri in 100 km.
Sistemati in una umile pensione affrontiamo altri 3 km di salita per raggiungere le belle ampie piazze del centro di Lugo, città fortificata fondata dai romani, con estesi spazi verdi lungo le mura. Dopo una birretta in piazza perdiamo la scommessa puntando sulla cena nella pensione, il piatto di costine si dimostra dello stesso livello dell’alloggio. Trovarci sul percorso del cammino comporta inoltre un generale aumento dei prezzi.
19 Maggio - Lugo-Tapia de Casariego
98 km - 1021 m dislivello
Con il nostro ottimistico abbigliamento estivo, ci avventuriamo attraverso pacifiche vallate verdi e, con temperature che scendono fino a 4 gradi, stringiamo i denti affrontando in un generale grigiore il susseguirsi di salite/discese sospinti dal piacevole pensiero che oggi si torna lungo costa.
Arrivati a Tapia de Casariego approfittiamo di uno sprazzo di sole per passare qualche rilassante oretta pomeridiana nella bella spiaggia, tra costoni rocciosi e caverne naturali, ammirando un allenamento di ragazzini che si destreggiamo in windsurf.
20 Maggio - Tapia de Casariego-Cudillero
100 km - 1279 m dislivello
Due brevi deviazioni interne ci portano in un primo tratto molto tranquillo e piacevole con poco traffico, ma con strappetti notevoli. Onoriamo il superamento dei 3.000 km con una indovinata sosta presso una prestigiosa pasticceria, ma alla ripartenza inavvertitamente usciamo dalla strada principale lungo costa immettendoci in un percorso interno a “U”.
L’errore si rivela proficuo in quanto ci permette di ammirare dei paesaggi spettacolari, poichè in assenza di traffico, circondati da una vegetazione rigogliosa e a tratti selvatica, saliamo notevolmente attraversando boschi, vallate e paesini incantati. Lunga discesa verso Cudillero resistendo alla tentazione degli invitanti ristorantini che troviamo avvicinandoci alla meta.
Cudillero: piccolo e fantastico borgo marinaro arroccato sul versante di una montagna, con case colorate aggrappate alla scogliera. Una cartolina conosciuta come una delle più pittoresche della Spagna. Dopo aver cambiato le le pastiglie dei freni posteriori che mi avevano dato qualche brivido lungo la schiena nella lunga discesa finale, ci concediamo una turistica passeggiatina salendo in un punto panoramico dove ammiriamo dall’alto la meravigliosa località.
Con un occhio al bilancio alla sera evitiamo il tourbillon di caratteristici ristorantini disseminati nella baia, accontentandoci di una pizza ed un’insalata. Alle due di notte il terrificante effetto pizza mi fa scendere in strada alla ricerca di una fresca Coca Cola al distributore automatico.
21 Maggio - Cudillero-Lastres
100 km - 1300 m dislivello
Il grigiore degli ultimi giorni prosegue. Il sole è oramai una chimera ed arrivati a Gijon la temperatura scende ulteriormente per cui, dopo qualche scatto veloce, proseguiamo la marcia.
Meta finale a Lastres dove l’unica cosa meritevole di nota è l’hotel in un bellissimo edificio storico. Siamo in vantaggio sulla tabella. L’intenzione era di calare negli ultimi giorni per goderci un po’ di relax in spiaggia, ma purtroppo le condizioni meteo non ci danno alternative al pedalare. E le previsioni non sono incoraggianti.
22 Maggio - Lastres-Santander
150 km - 1677 m dislivello
Con cielo velato affrontiamo una tappa piacevole con un traffico domenicale molto scarso. Il vento a favore ci agevola nei 1700 metri di dislivello e pertanto decidiamo di allungare fino a Santander. Infatti, poiché il meteo dei giorni a seguire permane scoraggiante, vogliamo tenere in piedi la possibilità di raggiungere Bilbao in anticipo rispetto al previsto.
23 Maggio - Santander-Bilbao
123 km - 1532 m dislivello
Pedalando verso la meta viviamo l’incertezza di una decisione che serpeggia nelle nostre menti già da qualche giorno. Oggi arriviamo a Bilbao con due giorni di anticipo. Con il volo di rientro per sabato 28 i tre giorni programmati per la visita alla città ed all’organizzazione dell’imballaggio delle bici diventano così cinque. Tanti, troppi, specie in considerazione delle pessime ed attendibili previsioni meteo: pioggia… pioggia… e ancora pioggia.
Inoltre alcune contingenti situazioni a casa aumentano il desiderio e la volontà di un rientro anticipato.
A metà strada, al tavolino di un bar, l’improvvisa decisione.
Grande strumento il cellulare grazie al quale, anche se con qualche difficoltà, Francesco riesce ad a acquistare nuovi biglietti per l’indomani. Purtroppo, nonostante avessimo stipulato un’assicurazione proprio per tali evenienze, non riusciamo a spostare il volo del giorno 28, ma siamo costretti ad un nuovo acquisto. Prenotiamo un hotel adiacente all’aeroporto e per strada acquistiamo dei rotoli di cellophane pluriball per imballaggio delle bici.
Giungiamo a Bilbao dove un cielo plumbeo ci rincorre ed annuncia una imminente tempesta che non ci fa godere la meta raggiunta.
Meta cumplida . . . buenos muchachos
Ormai è una corsa contro il tempo. Velocissime foto a suggellare il traguardo ed inseguiti da violente e minacciose raffiche di vento abbiamo giusto il tempo di acquistare dei panini da asporto prima di arrivare all’Hotel.
La mattina presto pochi km ci separano dall’aeroporto dove, con il poco materiale a disposizione, imballiamo alla meno peggio le bici (notare la differenza con l’imballaggio dell’andata), imbarcandole con una certa apprensione; fortunatamente le norme Volotea sono meno rigide di quelle Rayanir, con la quale non avremmo avuto speranze.
A Venezia l’amico Marco ci attende ansioso di farsi raccontare i dettagli della nostra esperienza. Si conclude così anche questa bellissima avventura che, come oramai consuetudine, ho il piacere di raccogliere in queste poche pagine.
Durante le milionate di pedalate le nostre fantasie si sono spesso immerse in quelle che potrebbero essere le prossime ciclo-mete. Sorseggiando qualche birra di tanto in tanto abbiamo abbozzato qualche progettino, ma al momento è prematuro parlarne, godiamoci la riuscita di questo viaggio; per il prossimo il cerchio si stringerà solamente nel corso della stagione invernale.
Come sempre un ringraziamento a chi ci ha seguito ed in particolare a chi, avendolo fatto con apprensione, non vediamo l’ora di riabbracciare.
. . . . Gracias a todos . . . .
. . . . Seguiteci per altri avvincenti ciclo-tour . . . .
Roberto e Francesco
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico