Unisciti alla LiT Family
Finlandia in bici: pedalare in Carelia e sul lago Saimaa
Lunghe distese infinite di foresta boreale, chilometri di piste ciclabili non sempre pianeggianti, quiete e interessanti fortezze lungo il periplo del lago Saimaa: questi sono stati gli ingredienti del mio viaggio in Finlandia in bici.
Dati tecnici
Finlandia in bicicletta: Carelia e lago Saimaa
Partenza/Arrivo | Vyborg |
Tempo | 7 giorni |
Dislivello |
5600 m circa
|
Lunghezza | 530 km |
Tipologia di fondo |
Asfalto 85%
Sterrato 15%
|
Bici consigliata |
Bici da viaggio
Adventure bike
Gravel
|
Difficoltà | |
Panorama |
In questo articolo
Finlandia in bici: un po' di storia
La Finlandia – Suomi in finlandese – è uno stato piuttosto recente, avendo raggiunto l’indipendenza solamente nel 1917, anno della Rivoluzione russa. Infatti in passato, questo paese del Nord Europa fece parte del Regno di Svezia (dal XII secolo), per poi diventare nel 1809 granducato autonomo dell’Impero russo. La storia recente ci parla di un territorio che durante la II Guerra Mondiale ha dovuto sopportare due conflitti con l’Unione Sovietica e uno con la Germania nazista. Proprio uno dei territori interessati dalle battaglie con l’URSS è teatro del mio viaggio in Finlandia in bicicletta, cioè la Carelia.
Finlandia in bici: tappa di collegamento da Vyborg
Raggiunta in električka (una sorta di treno russo per le medie distanze) Vyborg, cittadina ubicata nella Repubblica russa di Carelia, punto subito deciso le ruote della mia bici verso la Carelia meridionale e Lappeenranta, una delle città principali adagiate lungo le numerosissime rive del lago Saimaa, per dimensioni il quarto lago d’Europa. Toccherò poi nel mio viaggio anche le città di Mikkeli, Savonlinna e Imatra, per poi fare ritorno a Vyborg.
Il mio viaggio in bikepacking non inizia sicuramente nel migliore dei modi. Pedalo infatti in una tipica giornata nordica di pioggia, e i 69 km che mi separano dal capoluogo della Carelia meridionale, vale a dire Lappeenranta, mi fanno un po’ rimpiangere le calde mete del sud. Le condizioni climatiche avverse non sono l’unica nota stonata di questi primi chilometri. Per raggiungere il confine con la Finlandia, in bicicletta sono costretto a procedere su una strada infernale dove sfrecciano dei bestioni con rimorchi pachidermici, che con frustate d’aria e tsunami mi maltrattano senza pietà.
Nel tardo pomeriggio finalmente arrivo alla "Riva dell’uomo selvaggio", come veniva chiamata Lappeenranta dagli svedesi, per il suo stemma raffigurante un uomo primitivo. Oggi la cittadina è terra di conquista dei pietroburghesi, che vengono qui a dar fondo ai propri stipendi per aggiudicarsi tutti quei prodotti che sono introvabili al di là del confine a causa dell’embargo.
Raggiungo il bel campeggio adagiato sulle rive del lago e tiro così i remi in barca - oggi si può proprio dire - accampandomi tra pini silvestri e abeti rossi meravigliosamente accarezzati dai raggi del sole, che nel frattempo ha fatto capolino tra minacciosi nembi. La tranquillità del luogo è quasi mistica: l’aria è fresca e inebriante, e il cinguettare degli uccellini sostituisce il baccano motorizzato da cui sono solitamente prese a pugni le mie orecchie.
Finlandia in bici: partenza ufficiale da Lappeenranta
Dopo una nottata le cui temperature non si possono proprio definire estive, mi concedo una colazione a base di pane e Nutella e, espletati urgentemente i bisogni fisiologici, posso affrontare la seconda giornata di viaggio, che mi regalerà dei bellissimi paesaggi, ma anche tanta stanchezza. Oggi percorrerò 35 km su pista ciclabile - sono in Finlandia in bicicletta dopotutto -, e ciò che mi sorprende fin dai primi colpi di pedale è il territorio tutt’altro che pianeggiante, che mette a dura prova le mie gambe poco allenate. Abbandonata la ciclabile, sempre a bordo della mia Merida Cyclo Cross 100, mi addentro sempre di più nella taiga, la foresta boreale, e davvero fatico a credere a quello che vedo, abituati come sono i miei occhi al cemento, despota incontrastato delle grandi metropoli.
Al settantesimo chilometro, dopo un’ottima birra per festeggiare l’apparente fine della tappa odierna, mi ritrovo a pedalare su una strada spogliata del suo asfalto, e i profondi solchi che la tagliano trasversalmente mi rallentano a tal punto da farmi perdere di vista la meta di giornata, nascosta oltre un orizzonte di pensieri confusi e una fiacchezza sempre più ingombrante. Avrei dovuto piantare la mia tenda in un camping immerso nel verde della foresta, ma noto subito lo stato di abbandono delle sue casette in legno, la totale assenza di persone, e in un crescendo costante di spossatezza e timore di dover saltare la cena - fonte imprescindibile di energia -, rimonto in sella e raggiungo il primo paesino nei dintorni, un agglomerato scarno di casette dove il supermercato sembra essere il centro del mondo.
E per me, in questo momento, lo è davvero. Su consiglio della cassiera mi dirigo verso un laghetto a pochi chilometri di distanza e concludo la giornata in un “ristorante stellato Michelin con vista lago”. Il cameriere mi trova gentilmente un tavolo vicino alla finestra e io mi posso abbuffare di uova bollite nell’acqua frizzante, ricetta inusuale ma in linea con lo stato di ebbrezza emotiva in cui mi ritrovo per la splendida cornice paesaggistica che mi ci circonda. Se posso dirmi soddisfatto del ristorante, non posso ritenermi altrettanto convinto della bontà del servizio offertomi nell’albergo arancione, che ho trovato sporchino e decisamente umidiccio.
Il Savo meridionale e la natura incontaminata
La scadente qualità del sonno, ovviamente, si ripercuote sulla quantità di energia di cui possiamo disporre durante la giornata e il mio terzo giorno è uno di quelli in cui le gambe pesano come macigni e non ne vogliono sapere di girare. Dopo soli 55 km, inseguito da nuvoloni neri gravidi di pioggia, giungo a Mikkeli, e decido che la giornata di oggi può finire qui. L’enorme campeggio è semideserto e dotato di accoglienti microcucine, dove decido di scatenare lo chef che è in me scaldandomi una sontuosa pizza, annaffiata da un’immancabile lattina di birra (calda).
Al risveglio, dopo una dormita rinfrancante, mi rendo conto che non c’è più spazio per cambi di programma. Il sole che mi guarda da lassù mi dice che oggi potrò pedalare tranquillo e, soprattutto, asciutto. La quarta tappa è probabilmente la più bella dell’intero tour, il tempo è splendido, le foreste attorno a me mi osservano e io, grazie alla bici, al suo incedere pacifico e rispettoso, mi sento parte integrante del paesaggio. E poi c’è la meta, Savonlinna, con la sua meravigliosa fortezza, cioè tutti ingredienti che mi faranno volare come Fantozzi alla coppa Cobram, permettendomi di bruciare senza accorgermene i 98 km odierni del mio giro della Finlandia in bici.
La regione in cui pedalo ora non è più la Carelia ma il Savo meridionale, e l’attrazione turistica principale è sicuramente il castello Olavinlinna. Fondato nel 1475 e dedicato a Olaf, un santo norvegese vissuto nell’XI secolo, il castello fu costruito allo scopo di proteggere il confine orientale dell’Impero svedese e, fatto curioso, i soldati a difesa dell’imponente costruzione venivano pagati in birra: 5 litri al giorno e ben 7 la domenica!
Anche il Savo meridionale mi regala dei paesaggi davvero interessanti, anche se non posso dire che da queste parti ci sia una grande varietà di panorami. Lo scopo di questo mio viaggio, tuttavia, è proprio quello di rimanere il più possibile a contatto con la natura, lontano dal caos cittadino. E poi può capitare di imbattersi in monumenti dedicati alla particolare categoria dei cicloviaggiatori esausti! Per fortuna per i viaggiatori stravolti esistono oasi di pace assoluta come quella dell’albergo Laatokan Portti, meta del mio quinto giorno, dove sembra che anche il tempo si sia fermato a riposare. La famiglia serba che lo gestisce mi fa sentire come a casa e mi delizia con fantasmagorici piatti a base di pesce. Grazie all’estrema quiete del luogo e al delizioso cibo ingerito, riparto con una marcia in più, con l’energia di un salmone che risale la corrente di un fiume di montagna.
Chiudo così l’anello attorno al lago, ritornando a Lappeenranta. Per farlo percorro circa 100 km, la metà dei quali su piste ciclabili, davvero onnipresenti sul suolo finlandese. Il percorso verso la città avrebbe potuto essere molto più interessante, se solo lo avessi pianificato meglio. L'organizzazione è stata diversa dal mio viaggio in Peloponneso in bikepacking. La realtà è che pedalo per svariati chilometri su un rettilineo infinito e con al mio fianco il monotono trambusto motorizzato che proviene dall’autostrada, sicuramente un genere musicale che avrei evitato con piacere.
Il rientro a Vyborg e la famigerata dogana
Chiuso il cerchio nel capoluogo della Carelia, è tempo di riprendere la via per Vyborg e la Russia. La giornata che mi si presenta sembra la replica esatta di quella che mi aveva portato in Finlandia in bicicletta all’inizio del viaggio, quindi cappa grigia in cielo e pioggia costante. Come se non bastasse, trovo una colonna infinita di macchine alla frontiera, dove sono vittima di un siparietto che vale la pena di raccontare. Arrivato il mio turno di favorire il mio passaporto alla polizia di frontiera, mi avvicino allo sportello con il mio abbigliamento inequivocabilmente da ciclista. Consegnato il documento all’irreprensibile guardia, mi viene chiesto con mio grande stupore chi sia il conducente della vettura.
Rispondo con un leggero ghigno di scherno – che errore! – e per un millesimo di secondo vedo il mio passaporto volare in un cestino. L’incomprensione per fortuna si risolve in una breve lavata di capo, anche grazie ad altri viaggiatori accorsi in mio aiuto, ma che spavento! L’incontro con i doganieri in certi luoghi del mondo rappresenta ancora un momento di massima tensione, dove un nostro sorriso troppo pronunciato può essere scambiato per un gesto irrisorio o, al contrario, un’estrema calma e un calcolato controllo possono essere fonte di sospetto. Non è facile trovare un compromesso tra le due cose!
Superata la frontiera e rientrato in territorio russo, pedalo a testa bassa per una trentina di chilometri e alla vista del castello di Vyborg esulto. Andare in bicicletta con questo tempo non è davvero il massimo del divertimento, se poi ti sfrecciano a un metro scarso degli automezzi grandi quanto aeroplani, allora l’esperienza si avvicina a un martirio. Quando scorgo da lontano la stazione ferroviaria di Vyborg tiro un sospiro di sollievo, sono sopravvissuto e dopo la Finlandia in bici posso pianificare già la prossima avventura.
- Una scorpacciata di salmone in uno dei numerosi ristoranti, i Ravintola.
- Il magico castello di Olavinlinna dal profumo medievale.
- Accamparsi attorno al lago e godere dei profumi e della pace della natura circostante.
- La spettacolare cattedrale luterana di Mikkeli.
- Le infinite foreste della taiga finlandese e il profumo della Carelia.
- Un'escursione in barca in una delle numerose isole.
- Come raggiungo Vyborg, punto di partenza e arrivo del tour? Per raggiungere Vyborg puoi volare a San Pietroburgo e raggiungerla, come me, in treno. Se però arrivi dall'Europa per questo tour in Finlandia in bicicletta, puoi scegliere di evitare la Federazione Russa (e il visto che richiede) e volare a Helsinki per raggiungere Lappeenranta in treno oppure, qualora avessi tempo, sfruttando l'Eurovelo 10 del Baltico e poi la 13, fino a intercettare la traccia del mio viaggio.
- L'itinerario è segnalato? L'itinerario non è segnalato, quindi ti consiglio di scaricare la traccia GPS.
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario non si trovano molte fonti d'acqua, anche se l'acqua non manca. Potrei suggerirti di munirti di un potabilizzatore, per filtrare l'acqua dei numerosi laghi del percorso.
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso è asfaltato e in buono stato con numerosi tratti di ciclabile. Il traffico è pressoché assente.
- Viaggiare in Finlandia in bicicletta diventa un'esperienza indimenticabile se oltre alla pedalata aggungi qualche notte sotto le stelle. Troverai numerosi campeggi lungo l'itinerario, oltre a strutture ricettive più classiche. Ricorda che il campeggio libero in Finlandia è consentito. Se preferisci un intero appartamento, controlla le alternative su AirBnB.
- Una struttura tra tutte che posso consigliarti, sia per ospitalità che per l'ottima cena a base di salmone, è l'Hotel Laatokan Portti.
- Cosa mangiare lungo l'itinerario? La cucina tradizionale propone il kalakukko, considerato il piatto nazionale finlandese: si tratta di un pasticcio di pesce e carne di maiale o bacon che viene avvolto da un impasto di pane azzimo, solitamente di segale. Alternativamente prova il salmone, o le impronunziabili barchette Karjalanpiirakka o ancora la classicissima kalakeitto, una zuppa di pesce molto saporita.
- Dove mangiare lungo l'itinerario? Lungo l'itinerario puoi fermarti in ristoranti di classe o trattorie tipiche: io ho provato spesso i menu dei Ravintola, i ristoranti tipici. Numerose volte, per godermi il campeggio e il relax dopo le tappe, ho acquistato il cibo presso i numerosi market lungo il percorso, per gustarmi la cena in pace a bordo lago.
- Visit Finland: portale turistico della Finlandia
- Visit Saimaa (in inglese): portale turistico del lago Saimaa
- Visit Carelia (in inglese): portale turistico della Carelia
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Commenta per primo.
AleshaDovlatov84
Cicloturista con il cuore, slavista con l'anima = Cicloslavista.
Insegno lingua italiana nella città che mi ha rubato il cuore, San Pietroburgo. Viaggio in bici per entrare nelle culture che mi affascinano e portarne via un pezzo addosso per sempre.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico