Viaggiare in bici elettrica è divertente? Si può affrontare un itinerario avventuroso oppure si deve rinunciare all'esplorazione della natura? Ti semplifica la vita o te la complica?
Erano tutte domande che ci ponevamo e che quest'anno troveranno una risposta. Già in occasione dell'ultimo weekend di Aprile abbiamo pedalato su due ebike da trekking, le Brinke Overland XT, vivendo l'esperienza di un miniviaggio da Desenzano a Riva del Garda e cercando qualche risposta ai nostri quesiti!
In questo articolo
Punto di partenza di questo nostro primo viaggio in bici elettrica è stata la sede di Brinke Bike, dove siamo passati a ritirare le due Overland XT E7000 che ci accompagneranno in questa nuova avventura e nei mesi futuri. Dopo l'accoglienza super e dopo aver ricevuto i dovuti ragguagli tecnici sul nostro mezzo, siamo pronti a saltare in sella e provare di persona la pedalata assistita. Carichiamo le borse sul portapacchi presente di serie, agganciamo il carrellino al quick-release della ruota posteriore e ci siamo.
La ciclabile di Valtenesi
Nala scalpita nel carrellino e il sole splende alto quando lasciamo Desenzano diretti a nord. Praticamente subito, sotto gli archi della ferrovia, imbocchiamo un percorso ciclabile che segue inizialmente un breve tratto di A.I.D.A. - Alta Italia da Attraversare. Si sale dolcemente sulle colline tra Desenzano e Lonato, località di partenza della ciclabile Valtenesi che noi imbocchiamo in località Barcuzzi, a due colpi di pedale da Padenghe sul Garda. Prima di raggiungerla però, c'è il tempo per un bel tratto sterrato che si infila tra i campi di grano ancora giovane.
Non si tratta di una vera e propria ciclabile, bensì di una ciclovia con la maggior parte della sede promiscua. Le strade e stradine percorse sono comunque secondarie e ad Aprile, quando l'abbiamo percorsa noi, davvero poco trafficate. Non ti consiglio comunque di affrontare questo itinerario con bambini piccoli, sia per la presenza di auto in alcuni punti, sia per gli strappetti che ogni tanto si presentano sul percorso e che ci hanno fatto apprezzare particolarmente i 250W di potenza (coppia da 60Nm) del motore Shimano Steps E7000.
Si lascia l'itinerario dell'AIDA che proseguirebbe verso Brescia, il lago d'Iseo e Bergamo, per continuare verso nord in un dolce saliscendi. Prima di entrare a Padenghe lasciamo per un attimo il tragitto ciclabile per visitare la piccola pieve di Sant'Emiliano, realizzata in stile romanico e meravigliosamente affacciata sulle propaggini più meridionali del lago di Garda. Nala scorazza libera nel gran prato antistante la chiesa, correndo con un paio di amici a quattro zampe appena incontrati.
Ripresa la ciclabile Valtenesi, si continua attraversando Padenghe, di cui intravvediamo il castello poco distante. Si inizia una lieve salitella su stradina che si immerge tra le fronde poco prima di uscire tra i campi di grano. Un bel tratto sterrato ci porta verso Soiano del lago e Polpenazze poco dopo. In salita si oltrepassano i laghetti di Sovenigo su cui si ha una bella visuale. Aggirati i piccoli specchi d'acqua la strada raggiunge il suo culmine prima di iniziare a scendere verso Salò dove ci attende una meritata sosta per uno spuntino.
Le Brinke Overland hanno retto il primo impatto con questo percorso mangia e bevi: viaggiando con modalità di servoassistenza Off ed Eco (motore spento o servoassistenza minima, gli altri livelli sono Trail e Boost), siamo riusciti a contenere il consumo di batteria e risparmiare la carica, consapevoli di ciò che ci aspetta poco più avanti, ma allo stesso tempo non abbiamo sofferto troppo gli strappetti con carrellino e Nala al seguito.
Passo allo Spino e notte in tenda
Rifocillati e rinvigoriti dalla pausa lungolago, ci immettiamo per un breve tratto sulla Statale della Gardesana Occidentale prima di deviare bruscamente in salita verso la piccola località di Morgnaga.
Le rampe sono pazzesche ma l'assistenza Trail ci aiuta a superare quelle più toste nonostante il carico: sarebbe stato impossibile pedalare questa stradina con una bici muscolare. Ci stupiamo della fluidità di pedalata e di come la centralina del motore sia in grado di regolare automaticamente il livello di assistenza in base alla pressione esercitata sul pedale. Via Filippini non molla un attimo, finché non sbuca sulla via panoramica che da Gardone Riviera sale verso San Michele.
Usciamo dalla boscaglia e davanti a noi si apre un panorama pazzesco sulla parte meridionale del lago. Gli sforzi sono ampiamente ripagati e tiriamo il fiato godendoci lo spettacolo: la penisola di Sirmione si incunea prepotente nell'ampia pancia del Garda meridionale, mentre gli uliveti del pendio che abbiamo appena scalato fanno da rampa di lancio allo sguardo perso all'orizzonte, fin a raggiungere le colline moreniche oltre il lago.
La strada da qui fino a San Michele sale senza particolari sussulti e in paese appaiono le prime indicazioni per il rifugio Pirlo allo Spino. Seguiamo la segnaletica, prima sulla strada principale, deviando poi su strada secondaria. È già tardi, la luce si scalda e l'aria si raffresca. Un asinello piccolo piccolo scappa alle spalle della mamma appena Nala appare a bordo strada con la lingua a penzoloni. Una brusca deviazione verso sinistra ci fa immettere sulla sterrata che ci accompagnerà fino in cima alla salita, al passo allo Spino.
Abbiamo deciso di provare questo itinerario per goderci la quiete del parco dell'Alto Garda che non abbiamo mai avuto l'occasione di visitare. Le immagini viste in giro ci hanno convinto e la salita sarà un ottimo banco di prova anche per la nostra capacità di guida della ebike. La salita è breve ma tosta. Le pendenze non mollano mai ma fortunatamente il fondo è buono, perfetto per le gomme scorrevoli ma tassellate delle nostre trekking ebike. Saliamo conservativi per un po'. La selva è meravigliosa in questo periodo. La Natura è tutta un'esplosione di colori. Il verde delle faggete è acceso come non mai e i profumi del sottobosco ci inebriano.
Fatichiamo sotto il carico dei bagagli mentre Nala si scatena avanti e indietro come se fosse stata seduta sul divano tutto il giorno: la parola fatica non sembra appartenere al vocabolario canino!
A un paio di chilometri dalla meta raggiungiamo un roccolo affacciato su un panorama strepitoso. Sono ormai le otto di sera passate e il sole si sta abbassando oltre il monte Spino. Ci guardiamo negli occhi e decidiamo in quattro e quattr'otto: estraiamo la tenda, cerchiamo un piccolo appezzamento pianeggiante e iniziamo a piantare i picchetti. Il tramonto ci fa compagnia. Da un lato le montagne prealpine del parco, dall'altro, giù in basso, il lago con le prime luci che iniziano a riflettersi sulla superficie placida dell'acqua. La temperatura è mite anche qui in alto.
Ci sediamo stanchi, ma soddisfatti. È stata una giornata lunga e intensa, la prima di un viaggio in bici elettrica. Controlliamo il display dello Shimano Steps che indica un'autonomia residua, in modalità Eco, sufficiente per un'altra sessantina di chilometri. Sembra perfetto: gestendo bene sforzo e assistenza siamo riusciti a contenere il consumo, fare parecchi chilometri con una bella rampa finale e avere ancora carica sufficiente per l'indomani. Il tutto con un bel carico di bagagli e carrellino!
Ora tutti a nanna perché anche domani le aspettative sono alte!
La Gardesana Occidentale e la ciclabile sospesa
La notte è trascorsa tiepida e silenziosa così al mattino siamo freschi e pronti ad affrontare nuove avventure. Mancano un paio di chilometri al passo allo Spino e dopo aver smontato la tenda li pedaliamo in men che non si dica. Il rifugio Pirlo si vede lì vicino, ma evitiamo di raggiungerlo per dirigerci verso la discesa che ci dovrebbe condurre a Gargnano. Dico "ci dovrebbe" perché un cartello indica una chiusura sulla strada della valle delle Cartiere a causa di una frana di un paio d'anni prima: non sappiamo se sia fattibile in bici e nel dubbio, per evitare di scendere e dover risalire, torniamo sui nostri passi e scendiamo dalla strada di salita fino a San Michele.
Non impieghiamo molto a raggiungere Toscolano Maderno dove ci concediamo una lauta colazione prima di riprendere a pedalare. Per evitare la Gardesana il più possibile, saliamo e scendiamo una meravigliosa stradina che corre un po' in quota sotto Gaino.
Giungiamo a Gargnano, piccolo ma piacevole centro che ci riporta sulla strada statale che siamo costretti a seguire per un po'. Le gallerie non sono il massimo, ma riusciamo a superarle di slancio passando Campione d'Italia appen prima di raggiungere Limone sul Garda. Di certo il tratto più chiacchierato e conosciuto tra tutti i tracciati ciclabili che si affacciano sul lago è quello che si trova oltre il paese, sospeso sul lago e ancorato alle rocce sporgenti. Prima di raggiungerlo ci godiamo la meraviglia delle limonaie e dei glicini in fiore. Un bel percorso di avvicinamento ci permette di uscire dai vicoli cittadini per raggiungere la ciclabile di Limone sul Garda.
Il percorso ciclopedonale è sempre molto affollato data la sua fama. Iniziamo a pedalare sulle passerelle sospese e non c'è che dire, la bellezza di questo tratto di itinerario è indubbia. Riusciamo a trovare qualche momento di pace per scattare alcune immagini e poi giungiamo in fondo al percorso dove ci attende la triste sorpresa. Un passaggio strettissimo per immettersi sulla statale (ci si passa a piedi, ma non con una bici scarica se non alzando almeno la ruota anteriore) ci impedisce di proseguire il viaggio verso nord. Non ci arrendiamo e con l'aiuto di una coppia di tedeschi increduli, smontiamo le borse, stacchiamo il carrellino e solleviamo le bici oltre l'ostacolo.
Soddisfatti, ringraziamo gli amici ciclisti d'oltralpe e proseguiamo nel nostro itinerario. Mancano pochi chilometri, tutti su strada statale e alcuni in galleria, ma Riva del Garda ormai è vicina. Il monte Brione domina la conca del Garda Trentino e si avvicina sempre più. I bikers sono tantissimi e già si assapora l'atmosfera del bike festival.
Bike Festival con Brinke e Shimano
Riva del Garda è sempre meravigliosa. Mi piace un sacco attraversare Piazza Catena e Piazza III Novembre con la torre dell'Orologio che domina il porticciolo.
Il lungo viale Giosuè Carducci è trafficatissimo... ma son tutte bici che si dirigono verso l'area Expo del festival! Ci incanaliamo anche noi e presto raggiungiamo gli stand. L'orario è già da festa. Ci sono bikers e bici di ogni tipo. Noi raggiungiamo lo stand Shimano per un saluto e una birra in compagnia! La prima esperienza di viaggio in ebike, seppur breve, è stata intensa e per certi versi illuminante. Abbiamo avuto alcune conferme e altre sorprese ma una grande certezza: la bici, di qualsiasi tipo essa sia, ti avvicina al territorio e alla gente come nessun altro mezzo e viaggiare in bicicletta è uno spettacolo ovunque e comunque!
Se volessi proseguire il viaggio e rientrare a Desenzano, potresti affrontare la sponda orientale e concludere il tuo particolare giro del lago di Garda in bici.
10 buoni motivi per viaggiare in bici elettrica
Alla fine di questo nostro itinerario mi sono chiesto perché si potrebbe voler viaggiare in bici elettrica e alcuni buoni motivi mi sono venuti subito in mente. Eccoli di seguito, poi magari un giorno li argomenterò più approfonditamente in un articolo dedicato:
- Viaggiare in bici è sempre una buona idea
- Si può viaggiare in gruppi eterogenei
- Si possono allungare distanze e dislivelli affrontando nuove sfide
- Si mettono in viaggio molte più persone
- Si è in mano a una tecnologia avanzata che garantisce una pedalata naturale
- Si può viaggiare su pendenze un po' più ardite anche con cane e bimbi
- I mariti meno allenati (vedi il sottoscritto) potranno viaggiare in bici con le mogli senza restare troppo indietro
- Si può affrontare un viaggio anche quando l'anagrafe rema contro di noi
- Il livello di assistenza (e quindi di fatica) può essere personalizzato e scelto da noi
- Sono un ottimo modo per mantenersi in forma riducendo i rischi di infortuni o sovrasforzo
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