In questo inverno anomalo, che oramai anomalo non è più, c'è spazio per pedalare senza soffrire freddo e gelo anche in Trentino e così eccomi a solcare i sentieri a due passi da Rovereto, sulle basse pendici del monte Zugna. Giro All Mountain con salite su asfalto e facile sterrato e discese su sentieri divertenti e mediamente tecnici
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La strada degli artiglieri
Si parte da Lizzana, poco a sud di Rovereto, salendo subito su erte rampe che conducono alla strada degli artiglieri. Questo monumento lineare è affiancato da più di cento lapidi che noi iniziamo a scorgere dopo aver passato la cappella dedicata a Santa Barbara, patrona proprio degli artiglieri.
Sempre su asfalto si affrontano alcuni tornanti che conducono a Costa Violina. Noi però, prima di raggiungere la Baita degli Alpini dove si trova anche la Caverna Damiano Chiesa in cui è conservato un cannone 149 G, lasciamo l'asfalto all'ennesimo tornante per infilarci in una sterrata panoramica oltre la sbarra. Le indicazioni sono chiare: proseguendo su questa carrareccia si arriva anche al sito paleontologico dei Lavini di Marco dove si trovano le Orme dei Dinosauri, meta di un altro nostro giro fatto tanti anni fa molto più gravel.
In questo caso però noi non le raggiungiamo (anche perché al momento in cui abbiamo affrontato il giro il sito era chiuso per lavori), svoltando di nuovo a sinistra verso Albaredo seguendo le indicazioni del sentiero della Pace.
Il fungo di Albaredo
Il panorama si apre sulla Vallagarina e dopo un breve tratto nel bosco ci si ritrova nei pressi di una formazione rocciosa particolare: il fungo di Albaredo. Questa opera artistica della natura mi ricorda l'arbol de piedra sulla Ruta de la Joya in Bolivia. Il fungo di pietra, che sorge in un punto panoramico, è rimasto intatto tra le rocce franate della 'ruina Dantesca' che stiam solcando.
Dante cita infatti nell'Inferno della Divina Commedia questo pendio:
Qual è quella ruina che nel fianco
di qua da Trento l’Adice percosse,
o per tremoto o per sostegno manco
che da cima del monte, onde si mosse,
al piano è sì la roccia discoscesa,
ch’alcuna via darebbe a chi sù fosse:
cotal di quel burrato era la scesa…
(Inferno, XII, 4-10)
Una breve sosta e si riparte, sempre in salita. Un paio di rampe in cemento impegnative ci riportano sulla strada verso il monte Zugna alla cui estremità mancano 9,3 km. Noi abbiamo quasi concluso la nostra ascesa, con le Piccole Dolomiti e il Pasubio di fronte a noi.
Le discese ardite e le risalite
Presto incrociamo un sentiero che abbandona la strada sulla destra e ci prepariamo ad affrontare la discesa che si dimostra subito divertente con pochi passaggi su roccia. Incrociamo per un attimo la strada forestale Galai prima di rituffarci verso il basso facendo attenzione alle foglie e alle radici scivolose a causa dell'umidità.
Paolo "Scratera", local guest d'eccezione, conduce me e Raffaele verso un altro sentiero poco battuto... ma lui d'altronde lì ha praticamente mappati tutti qui in zona!😅
In men che non si dica incrociamo la strada forestale Sorgente Prà, seguita in salita e ancora su un bel sentierino dove io sono costretto a scendere di tanto in tanto di sella, ritroviamo la strada nei pressi della cappella di Santa Barbara. Da qui riprendiamo la stessa strada degli artiglieri seguita in precedenza, per risalire di nuovo fin poco oltre il fungo di Albaredo.
Finale sulla "ruina Dantesca"
Passata la maestosa roccia, si imbocca a sinistra, inizialmente nel bosco, un altro sentiero altrettanto divertente con pochi passaggi su cui porre particolare attenzione. L'ambientazione è completamente diversa dalla precedente discesa perché dopo qualche passaggio tra le foglie morte, il tracciato esce sulle rocce dell'antica frana di Dantesca memoria e il panorama si apre.
Di fronte a noi la valle dell'Adige è chiusa dal monte Biaena e, più lontano, dallo Stivo che si innesta a nord sulle 3 cime del Bondone finalmente imbiancate.
Giunti in fondo al sentiero ci concediamo un'ultima breve risalita per goderci ancora una volta, poco oltre la cappella di Santa Barbara, l'ultima adrenalinica discesa verso il punto di partenza di Lizzana.
Giro breve ma appagante, ideale per il periodo autunnale o invernale. Grazie a Raffaele di Enduro Senza Fretta per aver studiato e proposto il percorso.
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