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Bikepacking Umbria: in bici nell'est della regione
Doveva essere il nostro primo giorno di vacanza e l’inizio del nostro nuovo viaggio alla scoperta dell’Umbria orientale in bici, ma dopo una bellissima giornata sui pedali sotto un caldo assurdo...
In questo articolo
Tappa 1: Perugia – Campello sul Clitunno
Partiamo da Perugia alle 10 in direzione Assisi dove non ci fermiamo in quanto già oggetto di visita in precedenti occasioni. Proseguiamo seguendo le indicazioni per la ciclabile Assisi- Spoleto per poi abbandonarla passato Rivotorto e, attraverso strade secondarie, arriviamo a pochi chilometri da Spello.Una sosta a villa Fidelia è d’obbligo, ma abbiamo ancora molti chilometri da percorrere e così, dopo una breve pausa, proseguiamo verso Spello dove arriviamo all'ora di pranzo sotto un sole cocente. Dopo aver mangiato un panino decidiamo di fare un giro per la bellissima cittadina che purtroppo risulta un pò deturpata dalla presenza delle auto parcheggiate ovunque, anche di fronte ai monumenti simbolo.
Visitata la città pedaliamo verso Foligno seguendo il “Cammino Francescano della Marca”. Dopo una visita al centro storico, ci dirigiamo verso quella che sarà la salita più dura della giornata. Usciamo da Foligno seguendo la nuova ciclabile che funge da Innesto tra il centro di Foligno e la ciclabile Assisi Spoleto che abbandoniamo all’altezza dell’area commerciale di Sant’Eraclio. Lasciamo la Flaminia all’altezza di Torre Matigge e iniziamo a seguire nuovamente le indicazioni della “via di Francesco” che, attraverso uliveti e l’attraversamento della bella frazione di Santa Maria in Valle, ci condurranno al centro di Trevi. Dopo una breve pausa proseguiamo sempre sul Cammino Francescano per un sentiero a mezzacosta tra gli ulivi fino a raggiungere la spettacolare cittadina di Pissignano. Una visita allo stupendo paesino è d’obbligo e sicuramente è un posto in cui ritorneremo con molta più calma. Arriviamo in albergo a Campello verso le 19.30.
Tappa 2: Spoleto - Norcia
Partiamo in direzione Norcia lungo la bellissima ferrovia Spoleto Norcia.
Oramai ho perso il conto di quante volte l’ho percorsa, ma ogni volta è sempre un’emozione unica. Per le sue caratteristiche plano-altimetriche la ferrovia Spoleto-Norcia può definirsi una ferrovia alpina e rappresenta un piccolo gioiello di ingegneria ferroviaria: infatti lungo il percorso relativamente breve di 51 chilometri vennero costruite ben 19 gallerie, con quella di valico nei pressi di Caprareccia di quasi 2 chilometri, e 24 ponti e viadotti ingegneristicamente avveniristici e di grande pregio architettonico. Vari tratti di linea elicoidali, simili a quelli che si trovano spesso nelle ferrovie svizzere, e pendenze fino al 45 per mille nel tratto tra Spoleto e la valle del fiume Nera fecero in modo che la vecchia ferrovia Spoleto - Norcia venisse chiamata anche il Gottardo dell'Umbria. La discesa dal lato della Valnerina offre stupendi panorami. Scesi nella vallata il percorso procede lungo le sponde del fiume Nera permettendo di scoprire i meravigliosi borghi. Il primo paese che si incontra procedendo in direzione Norcia è Castel San Felice che merita sicuramente la visita con la bellissima chiesa di stile romanico dei Santi Felice e Mauro appena fuori dalle mura. Procedendo, con una deviazione, si può visitare il paese di Vallo di Nera mentre ancora più avanti sulla strada troviamo Piedipaterno dove si può approfittare dell’area pic-nic lungo il fiume per mangiarsi un panino e rinfrescarsi un po’.
Si incontra poi Borgo Cerreto. Una deviazione in salita permette la visita della bella frazione di Ponte con vista a picco sulla Valnerina.
Poco più avanti si lascia la valle principale e l’ultima lunga galleria permette di immettersi nella vallata solcata dal fiume Corno che poi porta fino a Norcia. A Triponzo non si può fare a meno di osservare la Balza Tagliata, una stretta semigalleria di epoca pre-romana scavata a picco sulla parete rocciosa utilizzata all’epoca per passare il fiume Corno e superare la stretta gola. Appena di fronte alla balza tagliata l’ultima galleria di cui purtroppo a causa di una frana generata dal terremoto del 2016 è bloccato l’ingresso. La galleria si aggira facilmente sulla sinistra e si prosegue ancora sul vecchio tracciato della ferrovia per circa un chilometro fino ad immettersi sulla strada asfaltata in corrispondenza dell’agriturismo Le Due Querce. Ti consiglio vivamente di fermarti a bere qualcosa di fresco e soprattutto ad acquistare del buonissimo formaggio di capra. Gestito da due giovani ragazzi che dopo il terremoto hanno recuperato quello che era un rudere abbandonato e vi hanno fatto un agriturismo dedito all’allevamento delle capre, un caseificio e una struttura ricettiva.
Noi abbiamo comprato due forme di formaggio di capra che erano talmente buone da non essere riusciti a riportare a casa nemmeno un pezzetto!!! Da qui purtroppo finisce la traccia della Spoleto - Norcia su sede propria e occorre, con occhio attento, percorrere i circa 10 km di strada regionale fino a Serravalle. Prestare molta attenzione in quanto la strada presenta diverse gallerie di cui l’ultima lunga e soprattutto nei fine settimana risulta molto trafficata. Si riprende il tracciato della ferrovia a Serravalle e poi da qui tutto in piano fino a Norcia. L’arrivo a Norcia colpisce per la devastazione provocata dal terremoto e già la stazione ferroviaria, interamente crollata, capolinea della Spoleto Norcia permette di farsi una prima idea della forza devastante del sisma. Per fortuna Norcia ha reagito bene e nonostante tutto è sempre affollatissima di turisti. Raggiungiamo, dopo aver fatto un po’ di spesa, l’Affittacamere San Lorenzo proprio nel centro di Norcia a due passi da Porta Ascolana. Il posto è curatissimo nei minimi dettagli e lo consiglio, se c’è posto, vivamente. Sistemate le cose usciamo a fare due passi per il centro fortemente devastato dal sisma ma nonostante tutto affollatissimo di turisti. Quello che sicuramente colpisce è la piazza San Benedetto con la facciata della Basilica di San Benedetto, forse il simbolo insieme alla torre civica di Amatrice, delle forti scosse di terremoto del 2016.
Tappa 3: Norcia - Cesi
La tappa più dura del giro tutta in mezzo alle montagne tra panorami mozzafiato. Lasciamo la stanza di buon’ora sapendo che dobbiamo affrontare molta strada e soprattutto molta salita. La parte di giro odierna è prevalentemente su strade asfaltate secondarie e soprattutto, nella seconda tratta, praticamente deserte. Ci sarebbero delle alternative sterrate che possono essere seguite nella prima parte sfruttando, parzialmente, la traccia del GAB (Grande Anello Bici).
Prima di lasciare Norcia, come da tradizione, acquistiamo una calamita per il frigo. La tappa parte subito in salita su strada asfaltata che in circa 7 km di salita ci conduce alla Forca di Ancarano. Il panorama stupendo e l’aria ancora fresca ci aiutano in questi primi chilometri di salita. Arrivati alla Forca iniziano i quasi 20 chilometri di discesa che condurranno in Valnerina. La valle del Campiano, segna il margine occidentale del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Abitata fin da tempi remoti, nel V secolo fu scelta da monaci siriani come sede di eremi e oratori, da cui prenderanno origine gli insediamenti benedettini e con essi la colonizzazione agricola e la formazione di un tessuto insediativo che verrà controllato dalla potente abbazia di San Eutizio.Il paesaggio è caratterizzato da morbidi rilievi modellati dal Campiano sulla struttura calcarea della scaglia rossa con suoli marnoso-arenacei intensamente coltivati. I borghi e le chiese di questa valle sono stati purtroppo fortemente colpiti dal sisma del 2016 e oggi la ricostruzione appare ancora molto lontana. Il complesso monastico più importante della vallata è l’abbazia di Sant’Eutizio purtroppo quasi totalmente raso al suolo dal sisma: potremmo visitarlo con una deviazione per arrivarci, ma decidiamo di evitare. Continuiamo in direzione di Preci. All’ingresso del Paese ci fermiamo a parlare con due signori anziani nativi del luogo, ma ormai residenti a Roma che ci dicono che siamo tra i pochissimi turisti che ormai si vedono da queste parti e che il paese è ormai diventato una città fantasma. Ci consigliano prima di andare via di fare rifornimento di acqua alla sorgente situata dietro la chiesa della Madonna della Peschiera. Attraversato il paese in uscita ci fermiamo a fare rifornimento di acqua e a già che ci siamo ne approfittiamo per il pranzo.
Mentre stiamo mangiando giunge un signore in fuoristrada e li per li non capisco, ma Simona mi dice “Guarda che ti ha chiamato!!!” ed io: “ma non è possibile”. Poi mi si avvicina e fa nuovamente “Michy!”. A questo punto mi viene spontaneo chiedere chi fosse. Non lo avevo assolutamente riconosciuto, ma dopo quasi 10 anni incontro Michele (si chiama come me) il mio compagno di mille avventure con cui ho praticamente iniziato a fare alpinismo. Scatta in automatico il forte abbraccio e un po’ di commozione per l’inaspettato incontro. Si trova ormai a Preci da quattro anni in quanto hanno fondato una associazione che si occupa attraverso laboratori teatrali, con il supporto del Teatro stabile dell’Umbria, di riportare un po' di normalità in questi posti. Ci fa vedere la “casa” che hanno acquistato per farne un luogo di incontri culturali. Da questa esperienza ne è nato un libro.
Continuiamo nella nostra discesa che presto giunge al termine per lasciare il posto ad altrettanti chilometri di salita che ci condurranno fino a Cesi. Giusto il tempo di attraversare la strada della Val Nerina ed ha inizio l’interminabile salita. Da qui il percorso si svolge sul confine tra Umbria e Marche, ma in territorio marchigiano. Il primo paese che incontriamo è Chiusita, Frazione di Visso, stupendo borgo in pietra in fase di recupero che si affaccia sulla Valnerina. Attraverso infiniti Sali e scendi in mezzo a panorami fantastici e in posti dove il tempo sembra si sia fermato, o dove in parte si è fermato veramente, attraversiamo un susseguirsi di borghi fino ad affrontare la salita che porta all’ultimo paese prima che si inizi definitivamente a scendere e che, non a caso, si chiama Forcella!
Arriviamo a Cesi in serata. Stanotte alloggeremo nell’albergo diffuso Mille Papaveri Rossi, nome ripreso dall’album del grande Fabrizio De Andrè, nato dall’idea di due ragazzi che hanno deciso di riportare un po’ di turismo in questo paesino situato a pochi chilometri da Colfiorito e comodo, grazie ai gestori che fanno da “navetta”, punto di sosta per chi affronta il Cammino Francescano della Marca. Il nostro appartamento è sul punto più alto del paese e permette di ammirare un fantastico tramonto. I due gestori gentilissimi ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa per cena rendendosi anche disponibili ad accompagnarci a Colfiorito al supermercato, ma abbiamo il nostro carico di provviste che ci stiamo trascinando nelle borse. Si effettivamente una cosa la vorremmo… una birra ma non vogliamo disturbare anche perché siamo stanchi morti e alle 9 crolliamo.
Tappa 4: Cesi - Gubbio
La tappa di oggi è abbastanza lunga e nella serata vi è il rischio di pioggia pertanto partiamo piuttosto presto. Dopo una manciata di chilometri si arriva a Colfiorito dove è presente un fornitissimo market. Giusto il tempo di comprare qualcosa per pranzo e si parte nuovamente. La luce della mattina dona colori stupendi alla piana e primi chilometri fino alla frazione di Collecroce sono veramente stupendi. Il panorama dominato da pascoli e campi coltivati con il monte Pennino a farla da padrone. Arrivati alla frazione di Collecroce approfittiamo del fontanile per fare rifornimento e ci fermiamo a chiacchierare con una anziana abitante del posto sconsolata dallo spopolamento di queste frazioni un tempo piene di vita.
Ora la strada prosegue tutta in discesa su asfalto fino a Nocera Umbra. La cittadina è stata fortemente colpita dal terremoto del 1998, ma dopo anni di lavori è tornata al suo splendore. Affrontiamo la più dura salita della giornata, quella che ci conduce alla parte più alta del paese fin sotto la torre. Il borgo di Nocera Umbra si presenta completamente cinto da mura medievali convergenti verso il punto più alto del colle, dove si attestava anche la Rocca, di cui rimane solamente il mastio centrale (torre civica o dei Trinci), e la Cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo) che purtroppo non siamo riusciti a visitare in quanto chiusa. La cinta risale alla seconda metà del Duecento, quella più antica nel 1248 ad opera di Federico II. Sono ancora visibili ampi tratti di mura in cui si individuano i basamenti delle torri, mozzate già nel Medioevo. L'unica conservata è quella che sovrasta la duecentesca porta Vecchia, la sola esistente delle tre che si aprivano nella cinta, abbellita ai lati da due fontane del XIX secolo che ricordano le virtù dell’acqua di Nocera. Di rilievo i Portici di San Filippo, caratteristica via ricavata nelle mura medievali e ricoperta da arcate. La Torre civica o dei Trinci detta anche "Campanaccio" è, come detto, quanto resta della Rocca di Nocera. Costruita nell'XI secolo, in posizione dominante sulla città, ha pianta quadrata e base con muratura a scarpa; il registro più alto, concluso da merli, è alleggerito da due monofore su ciascun lato. Nel 1421 fu teatro di un gravissimo fatto di sangue in cui persero la vita Nicolò e Bartolomeo Trinci, fratelli di Corrado III che per vendicarli conquistò con le armi la città. Approfittiamo per visitare la torre dalla cui sommità si gode uno stupendo panorama. Per me questa zona dell’entroterra umbro è tutta nuova e purtroppo non sono riuscito a trovare una alternativa al trafficatissimo tratto di Flaminia tra Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Arrivati a Gualdo il tempo non è dei migliori e dopo un veloce pasto saliamo a visitare la rocca Flea, uno degli esempi più significativi di architettura militare difensiva umbra. Finita la visita facciamo un breve giro all’interno della cittadina e partiamo in direzione Gubbio. Grandi nuvoloni neri sovrastano le montagne alla nostra destra e pertanto abbandoniamo l’iniziale idea di andare verso Costacciaro per poi attraversare a Gubbio proseguendo su noiosissima e trafficata strada. L’arrivo a Gubbio lascia sempre meravigliati con la stupenda vista del Palazzo dei Consoli a dominare tutto il centro storico. La stanza che abbiamo trovato è centralissima e ci permette di visitare agevolmente il centro. Purtroppo Piazza Grande non è visitabile per l’imminente concerto che ci sarà la sera. Le previsioni ci hanno preso perfettamente e mentre torniamo dal supermercato prendiamo un acquazzone che ci lava ben bene da cima a fondo.
Tappa 5: Gubbio - Perugia
Purtroppo il nostro ultimo giorno di vacanza. Non riusciamo nemmeno per quest'anno a terminare il giro totale dell'Umbria come ci eravamo proposti a causa dei problemi avuti il primo giorno di viaggio che ci hanno costretto a rimandare la seconda tappa di una settimana. Nonostante il nostro giro sia durato solo 4 giorni ci siamo divertiti tantissimo scoprendo altri angoli dell'Umbria in bici a noi sconosciuti nonostante a pochi chilometri da casa. Diciamo che va bene così almeno nel 2022 avremo ancora la possibilità di solcare le strade Umbre con un ulteriore viaggio. Partiamo da Gubbio di primo mattino con la speranza quasi nulla di arrivare a Perugia senza bagnarci. Tutto procede abbastanza bene fino a Umbertide, ma grandi nuvoloni neri cominciano a farsi minacciosi e purtroppo all'inizio della salita poco dopo Pierantonio si scatena il finimondo con la pioggia che cade sempre più fitta e la temperatura che scende. A Colle Umberto il termometro lungo la strada segna 15°. Manca veramente poco per arrivare a casa ma gli ultimi chilometri sono una tortura. Finalmente a casa fradici zuppi, ma soddisfatti. Non abbiamo compiuto nessuna impresa particolare. C'è gente che i nostri stessi chilometri li fa in poco più di una giornata, ma secondo me il bello della bici è la lentezza che permette chilometro dopo chilometro di assaporare quello che ci circonda scoprendo particolari e assaporando sensazioni che nessun altro mezzo permette.
Alla fine ci siamo divertiti
Michele - Simona
Puoi trovare altre informazioni o consigli su come visitare l'Umbria in bici sul sito di Michele e Simona o sulla loro pagina facebook Umbria in bici
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umbriainbici
Sono Michele, da sempre un appassionato di bicicletta, che utilizzo non come mera attività sportiva ma piuttosto come mezzo per esplorare e scoprire il territorio, in alternativa al classico trekking. Mia moglie Simona invece è stata avviata alla bicicletta dal nonno, appassionato di ciclismo, e l'ha utilizzata per tantissimi anni come unico mezzo di locomozione.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico