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ciclabile a Milano
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Non siamo soliti, sulle pagine di Life in Travel, trattare di ciclabilità urbana o di notizie di cronaca, ma questa volta si è davvero toccato il fondo e non ci resta che indignarci e scriverlo su queste pagine. Un altro ciclista conosciuto (Davide Rebellin) è stato ucciso mente pedalava, andando a rimpinguare la triste statistica delle centinaia di pedalatori morti ogni anno sulle strade italiche e in concomitanza nel testo della legge di bilancio 2023 spunta il definanziamento del Fondo per la ciclabilità urbana.

Oltre al danno, la beffa

Tutti noi ciclisti ci siamo ancora una volta indignati e disperati alla notizia della scomparsa di Davide Rebellin, l'highlander del ciclismo professionistico italiano che si era ritirato da poco alla soglia dei 50 anni. Sulle strade di Montebello Vicentino il campione è stato travolto da un Tir il cui conducente ha poi pensato bene di non fermarsi e sparire senza prestare soccorso. 

Rebellin è la 103ima vittima uccisa in bici sulle nostre strade quest'anno, seguita poco più tardi dal 16enne Manuel Lorenzo Ntube, giovane promessa del Calcio Padova investito in provincia di Ferrara. 

Il tema della sicurezza stradale torna quindi d'attualità a causa di una morte illustre ma proprio nelle stesse ore arriva alla camera il testo della legge di bilancio 2023 dove viene completamente definanziato il Fondo per la ciclabilità urbana. Dal 1° gennaio 2023 zero euro per nuove ciclabili. In otale vengono tagliati 94 milioni di euro per il 2023 e 2024 che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e non ancora assegnati. Il fondo era stato istituito dalla legge di bilancio 160/2019 (art. 1 comma 47).ciclabili definanziate legge di bilancio

L'Italia non è un paese per bici

La strada intrapresa dal governo va esattamente nella direzione opposta a quella che emerge dal dossier Non è un paese per bici pubblicato da Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente in cui emerge la necessità di investire in percorsi ciclabili per colmare il gap tra Italia e resto d'Europa.

A me viene da dire: ma serve davvero un dossier per capirlo? Certo, il lavoro fatto è utile e mette nero su bianco ciò che è sotto gli occhi di tutti: in Italia per migliorare sicurezza e qualità della vita nelle città è necessario investire, tanto. Esattamente l'opposto di quello che sembrerebbe essere stato deciso quest'anno. divieto ciclabile

Tornando al dossier, emerge la necessità, per raggiungere un buon livello di ciclabilità urbana, di un investimento da qui al 2030 di 3,2 miliardi di euro. Le parole di cui ci si riempie la bocca negli ultimi anni sono sostenibilità, transizione ecologica, crisi climatica e blablabla. Ma all'atto pratico in Italia si investe ancora 100 volte di più nel settore automotive che non in quello della bici. Se no

Investire, non azzerare i fondi

La richiesta da parte delle associazioni, sostenuta da una petizione, è quindi a Governo e Parlamento di finanziare un piano straordinario di promozione della ciclabilità urbana con 500 milioni all’anno da qui al 2030.

Questa la nota congiunta:

"La transizione delle nostre città verso una mobilità sostenibile e a zero emissioni non può essere più procrastinata.

La crisi climatica si aggrava, e ogni anno muoiono tra i 50mila e i 60mila italiani, a causa dei livelli di inquinamento dell’aria ben al di sopra dei limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

E’ necessario offrire alle persone l’opportunità di muoversi in sicurezza usando la bici per raggiungere i propri luoghi di lavoro, di studio o di svago. Ad oggi molte non possono perché le strade sono il dominio incontrastato delle automobili.

Poche infrastrutture ciclabili, piste spesso non collegate tra loro, e mancanza di una visione che metta insieme pianificazione urbanistica e mobilità sostenibile, rendono difficile, e spesso impossibile, utilizzare la bicicletta come mezzo alternativo all’automobile.

Eppure la bicicletta negli spostamenti brevi e medi, e in connessione con le reti di trasporto pubblico, è uno straordinario alleato non solo dal punto di vista ambientale e climatico, ma anche come parte attiva alla soluzione dell’emergenza sanitaria dovuta all’inquinamento e come strumento di giustizia e inclusione sociale.

L’azzeramento delle (poche) risorse per la ciclabilità in legge di bilancio è una proposta inaccettabile, che ci riporta indietro di decenni, e che impedisce alle Amministrazioni locali di rendere le nostre città davvero ciclabili, riducendo l’uso dell’automobile privata.

Va corretta immediatamente in Parlamento.

Altro che azzerare i fondi: bisogna incrementarli

 
 
Ultima modifica: 03 Giugno 2024
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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    Sante71 · 2 anni fa
    Ciò che fa rabbia è che l'abolizione del Bonus cultura per i 18enni ha scatenato i pesi massimi del panorama politico mentre sui fondi per ciclabili solo articoli su riviste specializzate. Su questo trovo un diverso approccio delle relative aziende di settore coinvolte (quelle che fanno attività di Lobbying per intenderci). e non mi si dica che la differenza tra 94 milioni e 230 milioni in un bilancio statale possano giustificare un diverso interesse.
    • Questo commento non è pubblicato.
      Leo · 2 anni fa
      Come sempre accade, nella discussione pubblica ci si concentra su elementi che, almeno a mio parere, sono irrisori rispetto al panorama globale di una manovra, distraendo l'attenzione dagli elementi realmente importanti e determinanti (che non dico siano le ciclabili, ma nemmeno i 60€ o il tetto ai contanti o il bonus per i 18enni come dici tu, per fare alcuni esempi).????
 
 
 
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