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Parigi Roubaix challenge: l'inferno del nord in bici
Sabato 6 aprile 2024, ventiquattro ore prima della prestigiosa Parigi-Roubaix, anche i cicloturisti hanno potuto sfidare il pavé del celeberrimo Inferno del Nord.
Era infatti in programma la Paris-Roubaix Challenge il cui percorso si basa su quello che affronta la corsa professionistica con arrivo poche ore prima della Parigi-Roubaix femminile Elite.
In questo articolo
L'inferno del Nord
La Parigi-Roubaix è nota come la “Regina delle Classiche” o “Inferno del Nord” ed è una delle cinque Classiche Monumento insieme a Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia.
La definizione di “Inferno” non deriva solo dalla durezza del percorso ma anche dal tratto stesso della corsa Monumento, che attraversa luoghi bombardati durante la guerra. Solo gli eventi bellici, fra l’altro, hanno impedito lo svolgimento della gara, non disputata dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1942.
Cos'è la Regina delle Classiche?
La Parigi-Roubaix Challenge non è però una gara: lo spirito è quello delle Randonnée.
Quello che si respira in questo evento è la voglia di immergersi in un’atmosfera unica, vivere un’esperienza che va al di là di quanto si possa andare forte e che ti fa rivivere l’epopea di un pezzo di storia dello sport.
Le opzioni della PRC sono tre: 170 chilometri, 145 chilometri e 70 chilometri.
Vengono affrontati i tronconi pavé più significativi della corsa professionistica, compresi la Trouée d’Aremberg e il Carrefour de l’Arbre. Il Carrefour de l’Arbre è quasi tutto un falsopiano in salita e i due chilometri in lastricato irregolare presentano anche numerose curve spesso pericolose. Il posizionamento a soli 17,5 chilometri dal traguardo lo rende il settore più decisivo ai fini del risultato della Monumento.
I settori di pavè (acciottolato di sassi) hanno una conformazione a schiena d’asino che costringe i corridori a stare attenti anche alla pendenza per non scivolare. Alcuni tratti sono in buono stato, altri invece sono piuttosto dissestati, con buche e tra un settore e l’altro ci sono tratti di asfalto. Non c’è pietra che sia uguale a l’altra, non c’è settore in pavé che sia uguale ad un altro.
La "corsa delle pietre" presenta per ogni settore una valutazione di difficoltà, che parte da due e arriva a cinque stellette.
La conclusione avviene, come da tradizione, con un giro di pista del leggendario Velodromo di Roubaix con curve paraboliche ripidissime.
Quelli stessi metri sono stati percorsi da una serie infinita di campioni come Coppi, Gimondi, Merckx, De Vlaeminck, Moser, Hinault, Ballerini, Museeuw, Boonen, Cancellara e Colbrelli (ultimo vincitore italiano nel 2021).
La mia Parigi Roubaix
Gli amici che con me hanno condiviso l’avventura hanno scelto di percorrere 145 chilometri con la mitica attraversata della temibilissima Foresta di Arenberg. Io ho affrontato invece l’anello di 70 chilometri con partenza ed arrivo a Roubaix.
Se è vero che il pavé si riduce ad un totale di 10 chilometri, è altrettanto vero che fra le “tranchées” da affrontare figurano quelle temutissime del Moulin de Vertain e del Carrefour de l’Arbre.
Il percorso si può dividere in due parti:
- 38 km su asfalto, che collegano Roubaix con Templeuve (Mulin de Vertain). È un trasferimento solo per gli amatori;
- Da Templeuve al traguardo (collocato nel mitico velodromo di Roubaix). Il percorso è quello dei professionisti, in cui tratti di pavé si alternano a stradine di campagna su asfalto.
La prima metà del percorso prevede perciò stradine strette in mezzo ai paesini caratteristici, oppure in mezzo a prati e distese di coltivazioni varie. Il vento è sempre presente e quasi mai a favore. I bambini in strada gridano “Alè alè alè” e ti porgono la mano per battere il cinque.
Le segnalazioni sono ben presenti ed è impossibile perdere la strada giusta, tutti gli incroci sono presidiati. Dopo 30 km c'è il primo ristoro con dolci tipici belgi al miele, cannella, waffle e barrette energetiche.
Cominciano poi i settori in pavè che si susseguono uno dietro l'altro ed è davvero emozionante vedere gli striscioni di ingresso e fine settore con le stellette, il nome e la lunghezza.
In molti tratti la strada è a schiena di asino, per cui è necessario stare nel centro, pena il rischio scivolata. Certi tratti sono impegnativi, con doppie curve difficili e pietre sconnesse, altri più ben tenuti e corti, ma non ci si può rilassare mai e bisogna sempre percorrerli con attenzione, scegliendo la via migliore in centro oppure provando a passare nei sentierini ai lati, pur sempre sterrati e pericolosi per superare qualcuno.
I settori di sterrato nella seconda metà del percorso sono una sofferenza, ravvicinati e sempre più duri, a discapito delle stellette di difficoltà. Sono quelli decisivi per la Roubaix dei professionisti: Cysoing, Camphin-en-Pevele, e soprattutto Carrefour de l'Arbre con la famosa locanda e l’albero che da il nome al tratto.
L’arrivo in velodromo per un appassionato di ciclismo è un’emozione rara. Ci si trova in uno dei posti più iconici del panorama ciclistico.
Meritano infine una visita anche le vecchie docce del velodromo, con gli spogliatoi segnati dalle targhette dei vincitori della Roubaix. Dopo la corsa ci siamo concessi un meritato reintegro a base di birra e piatti locali: stufato fiammingo, cozze e patatine fritte, welsh rarebit (piatto a base di cheddar fuso e servito su fette di pane bagnato da birra) e la tipica cialda ripiena.
La Parigi Roubaix Challenge è stata un’emozione intensa in uno dei percorsi più originali del movimento ciclistico internazionale.
La prima volta sul pavé si ha la sensazione di entrare in un frullatore: vibra tutto.
Ogni chilometro di questa gara odora di leggenda del ciclismo; è bello leggere i cartelli stradali e percorrere in prima persona i tratti di pavé che per anni si sono sentiti solo alla TV.
Lille e Moser
Prima del rientro non poteva mancare una visita a Lille, capitale della regione Alta Francia nel nord della Francia, vicino al confine con il Belgio.
La città gode di una posizione privilegiata, al crocevia delle principali città europee quali Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Londra. È famosa a livello internazionale per la Braderie, il più grande mercato delle pulci, che viene organizzata ogni anno a settembre.
E’ stato chiesto a Francesco Moser, che ha vinto tre Paris-Roubaix di seguito, se ci fossero dei segreti per affrontare la Roubaix. Lo “Sceriffo” rispose:
[…] Quelle pietre sono devastanti, non perdonano. Sono crudeli, non hanno pietà. Ma vanno sfidate. Aggredite. Dominate, non subite. A volte ti trovi a dover schivare buche grandi come mezza ruota. Più che ciclismo, fai l’acrobata.
- Vélodrome André-Pétrieux di Roubaix
- settori di pavè più conosciuti (Carrefour de l’Arbre, Foresta di Arenberg, Mons-en-Pévèle, Camphin-en-Pévèle)
- Città di Lille
- Come raggiungo Roubaix? Roubaix si trova a soli 13 km da Lille, città ottimamente servita dai mezzi pubblici. Si può raggiungere Lille sia in aereo (questo il sito dell'aeroporto), che in treno o auto.
- L'itinerario è segnalato? Durante l'evento l'itinerario è segnalato e completamente presidiato. Se vuoi seguire il percorso in un altro periodo, ti consigliamo di scaricare la traccia GPS
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Sì, lungo il percorso sono presenti fontanelle e acqua mentre durante l'evento sono presenti anche ristori organizzati.
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario?Ciò che rende il percorso mitico sono i tratti di pavé quindi l'itinerario è impegnativo e durante l'evento le strade non sono chiuse al traffico quindi rispetta il codice e stai attento.
Alloggi presso Roubaix, Tourcoing, Croix, Villeneuve d’Ascq, Lille
Cosa mangiare lungo la Parigi Roubaix challenge?
I piatti tipici di questa zona francese sono un mix di tipicità belga e transalpina: Welsh Rarebit, Cozze e patate fritte, la cialda (gaufre) ripiena e waffle- Paris Roubaix challenge: il portale ufficiale dell'evento per cicloturisti
- Turisme Lille: il sito ufficiale del turismo di Lille
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Mattia Munegato
Dai Colli Euganei (Padova)
Da sempre in MTB sui sentieri dei Colli, mi sono avvicinato al mondo dei viaggi in bicicletta con un gruppo di amici con i quali condivido questa passione e le avventure in bici.
Abbiamo unito in bici grandi capitali europee (Parigi, Londra, Amsterdam, Berlino) ed esplorato Veneto ed Italia.
Mi diverto a tracciare percorsi intercettando piste ciclabili, strade secondarie, strade bianche, sentieri e vie sterrate, scoprendo e visitando così nuovi luoghi.
Credo che raccontare sia importante in quanto “La felicità è reale solo se è condivisa” come diceva Chris McCandless (Alexander Supertramp), viaggiatore statunitense reso noto dal film “Into the wild”
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico