Il freddo di questi giorni mi ha portato ad esplorare tramite la fotografia il mondo affascinante dell'acqua allo stato solido. Il colore, le forme, il rumore, i contrasti, le luci e le ombre del ghiaccio che si forma lungo i torrenti e ruscelli delle valli più gelide, ricoprendo rocce, alberi, foglie e radici fino alla primavera.
Di seguito trovate alcune immagini che ho scattato tra Lagorai e Maddalene in alcune escursioni di questo inverno particolarmente nevoso ed ora anche intensamente freddo.
Di seguito trovate alcune immagini che ho scattato tra Lagorai e Maddalene in alcune escursioni di questo inverno particolarmente nevoso ed ora anche intensamente freddo.
L'acqua che scorre ancora sotto la superficie gelata modella e plasma in forme surreali il ghiaccio sovrastante trasformandolo in mille oggetti differenti che la fantasia può scovare e portare alla luce: animali, luoghi, oggetti, visi, persone...
Una delle attività che più mi rilassa è passeggiare sulla sponda di un torrente ed ascoltare lo scorrere dell'acqua sulle rocce. I piccoli salti, le deviazioni, i tragitti tortuosi che essa percorre per giungere a valle sono una fucina inesauribile di sorprese e soggetti. Un ecosistema nell'ecosistema, un mondo isolato e tuttavia integrato nel più ampio panorama dell'ambiente montano in cui si trova. Cammino, solitamente in compagnia della fedele compagna di sempre, Farah, una samoiedo dall'indole placida e giocherellona che salta tra le rocce bagnandosi le zampe ma stando ben attenta a non andare oltre. Cammino, dicevo, perdendo il senso del tempo e dello spazio, guidato dal desiderio di ammirare e scoprire l'incedere dell'oro bianco, senza meta e senza obiettivi. Una volta trovato un angolo che attiri la mia attenzione più del resto, mi fermo e lo studio cercando di carpire il motivo del mio apparentemente immotivato interesse.
Se riesco a scovare tale motivo, mi fermo e scatto qualche fotografia, altrimenti... mi fermo e scatto qualche fotografia. Poi riprendo la mia ricerca, la mia peregrinazione. Se sono in compagnia di qualche amico che non condivide con me la passione e gioia di vagare senza meta con una macchina fotografica in mano, divengo un'ossessione e la loro voglia di incedere diviene la mia. Spesso quindi quando ho voglia di vagabondare, mi trovo nel bosco da solo con Farah, con la sua esuberanza e voglia di scoperta.
In inverno la coltre nevosa che ricopre tutto e tutti, manda il bosco in letargo. Il silenzio ovattato è rotto soltanto dallo scorrere dell'acqua e la vitalità estiva è sostituita da un immoto senso di sofferenza. Soffrono gli animali, infreddoliti ed affamati; soffrono le piante, caricate del troppo peso della neve; soffrono le rocce, strette nella morsa del ghiaccio che le circonda.
Ma è la Natura, che fa il suo corso: soltanto gli animali più forti sopravviveranno, le piante migliori non si spezzeranno e le rocce verranno sgretolate per formare terreno fertile. I superstiti perpetueranno il ciclo della vita che regola il mondo da millenni, gli altri avranno dato il loro contributo.
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