La decisione è presa. 110 km sono nuovamente alle spalle. Ho lasciato Zabljak per raggiungere Sarajevo ed eventualmente proseguire verso nord in sella alla bicicletta... ma questo lo deciderò più avanti. Questa mattina mi sono svegliato di buon'ora e sono andato a dare un'occhiata alla gola del fiume Tara. Il canyon scavato dal fiume nella roccia è lungo 80 km e profondo fino a 1300m. Il punto panoramico di Curovac, indicato nelle guide, si rivela un enigma da scovare. Per prima cosa si deve indovinare la strada che esce da Zabljak e quindi districarsi tra le sue mille diramazioni. Mi ricordo vagamente di tenere sempre la destra (il giorno precedente in un negozio di souvenir avevo dato un'occhiata ad una carta del parco) ma la mia sfortuna è sfacciata quando mi fermo per un attimo per riprendere fiato a bordo strada ed una freccia in legno piantata nel tronco di un albero indica un sentiero che si stacca dalla via principale verso la località ricercata.
13° Tappa | Zabljak-Tara river |
Distanza | 110 km |
Dislivello | 1551 m |
Lascio la bicicletta ed in 20 minuti di camminata raggiungo la sponda del canyon salutato da un'aquila che si alza in volo allarmata dalla mia presenza. Il panorama è imponente. La gola fa concorrenza, per immensità, al Grand Canyon anche se le sue sponde ricoperte di vegetazione sono meno appariscenti. Percorro qualche metro sul ciglio e già le vertigini mi attanagliano. Resto in contemplazione solitario per qualche minuto e quindi rientro al campeggio. Carico le borse sulla bicicletta ed in men che non si dica sono già in sella di nuovo. Il percorso previsto per oggi attraverserà il Durmitor National Park salendo fin oltre 1900 m. Il panorama è sontuoso e nonostante la fatica della salita, i chilometri scorrono velocemente. Al passo l'aria frizzante sferza i picchi rocciosi che mi circondano mentre il sole tenue fatica a scaldare. In pochi coraggiosi si avventurano fin qui, persino in automobile. La strada di fronte a me scende e risale tra i pascoli dove pastori isolati seguono le greggi a cavallo. In lontantanza un'altra sagoma a due ruote si avvicina: è John, inglese giovanissimo che sta pedalando da casa verso sud fino in Grecia per poi risalire attraverso l'est europeo... il tutto in due mesi e mezzo! Quattro chiacchiere, un rapido consulto sui rispettivi prossimi chilometri, un saluto e siamo già alle spalle l'uno dell'altro. Lancio un ultimo sguardo ammirato alle vette che mi circondano e mi lancio in discesa. Gli ultimi chilometri dopo le poche case di Trsa sono ripidissimi a picco sul lago di Pisko, formato da una diga sul fiume Piva. La strada è scavata nella roccia ed una serie di tunnel a strapiombo mi conducono sulla via verso la Bosnia-Herzegovina. Il traffico aumenta e la strada spiana seguendo la sponda del lago incastonato tra le montagne ricoperte di foreste. La temperatura sale ed iniziano una serie di gallerie completamente oscure dove spero soltanto di non incontrare una buca nell'asfalto sulla mia traiettoria. Quando uno di essi raggiunge una lunghezza superiore alla portata della luce proveniente dall'esterno, devo solo intuire la strada sperando che non vi siano curve.
Lo spettacolo che il lago crea all'interno di questa gola è mitigato dalla volontà di superare il prima possibile il pericolo dei tunnel. Una volta giunti alla diga la strada cambia sponda e mi permette di rallentare e godere in toto della maestosità della forra costruita nei millenni dal fiume Piva che scorre torrenziale decine di metri più sotto. La strada prosegue il suo tragitto all'interno della gola fino a pochi chilometri dal confine tra Montenegro e Bosnia-Herzegovina, costituito dal fiume Tara. Passo la dogana montenegrina ma non ho ancora raggiunto quella bosniaca quando incontro Tommaso, di Udine. Facciamo una chiacchierata in zona franca e mi racconta di essere diretto pure lui in Grecia, a Patrasso, per rientrare a casa poi in traghetto. E' il suo regalo di laurea: due mesi in bici attraverso i Balcani! Su suo consiglio, dopo averlo salutato augurandogli in bocca al lupo, mi fermo pochi chilometri più avanti nel campeggio di un centro rafting, attività molto in voga sul fiume Tara. E' stata una giornata estenuante ma entusiasmante per panorami ed incontri, sulla via verso Sarajevo. Una domanda mi sorge nella mente poco prima di addormentarmi: domani sarà la mia ultima giornata pedalata o l'emozione si dilaterà ancora per qualche giorno? La risposta non tarderà ad arrivare...
Il viaggio in bici nei Balcani continua oltre il Tara River fino alla città di Sarajevo, se vi siete persi la tappa precedente, da Niksic a Zabljak, potete tornare indietro e non saltare neanche un chilometro di viaggio.
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