Il "dream-team"
- colei che ha dato inizio a questa avventura invitandomi a parteciparvi è una milanese bergamasca un po' particolare. Veronica ama viaggiare, adora la montagna, si trova profondamente a disagio nel caos cittadino dove vive ed è stata l'animatrice del gruppo. Sportiva ed entusiasta ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, come le donne non siano affatto da meno dei colleghi maschietti in quanto a tenacia e spirito di adattamento.
- l'ultimo arrivato del gruppo è in realtà una presenza costante e insostituibile nella mia vita. Il mio migliore amico Alessandro, una persona con cui ho condiviso gran parte dei momenti più felici della mia vita e molti dei miei viaggi. E' un esteta dello sport, sempre elegante e preciso nelle discipline che affronta, anche se a volte il fisico lo tradisce costringendolo ad amare rinunce.
- il sottoscritto, Leonardo, di cui faccio fatica a dare una definizione. Mi reputo un viaggiatore amante della bicicletta, della montagna e dell'aria aperta. Nonostante non sia un grande sportivo so stringere i denti e difficilmente mi tiro indietro di fronte alle difficoltà, consapevole del fatto che ognuna di esse, una volta superata, conduce ad una soddisfazione più grande.
- dopo un po' di titubanza ho deciso di prendere con me anche la più fidata compagna delle mie escursioni in montagna: Farah, una samoiedo dolcissima di ormai 12 anni che spero regga (probabilmente per l'ultima volta) le fatiche prolungate di più giorni in montagna.
Nonostante le difficoltà, la "perdita" lungo la strada di Ale e Farah e la rinuncia alla attraversata completa, la bilancia delle emozioni pende senza ombra di dubbio dalla parte positiva. L'ottima compagnia, i panorami stupendi, i silenzi maestosi, la natura selvaggia, gli animali eleganti e le insolite esperienze vissute resteranno scolpite nella mia mente per lungo tempo, nella speranza che sia un'altra avventura come questa a sovrascrivere emozioni simili nel mio cuore e ricordi analoghi nel mio cervello.
Grazie Ale, Veronica e Farah, ma soprattutto grazie Lagorai!
Punti di ristoro: il primo giorno si può dormire e mangiare presso il Rifugio Sette Selle. A partire dal secondo giorno fino all'arrivo della quarta tappa, al termine della quale si può raggiungere il Rifugio Cauriol (da cui è possibile anche raggiungere il monte Cauriol, tra le trincee della Grande Guerra) non ci sono veri e propri punti d'appoggio se non capanni, malghe ed edifici montani per il bestiame. Ci vuole sicuramente spirito d'adattamento, ma anche questo è il bello! Portate nello zaino cibo necessario per almeno tre giorni e starete tranquilli. L'acqua invece si trova in numerosi torrenti montani quindi non ve ne dovete preoccupare più di tanto!
Ultimi commenti