Il weekend appena trascorso ci ha dato l'occasione di pedalare ancora una volta sulle strade bianche di Toscana. La grande bellezza del territorio della val d'Orcia si è rivelata ai nostri occhi mentre affrontavamo la Nova Eroica, una manifestazione gravel dall'anima agonistica ma con un cuore cicloturistico.
Non solo d'epoca
Dici Eroica e pensi a bici ormai introvabili, cavalcate da personaggi altrettanto improponibili. Freni a bacchetta, acciaio a profusione, rapporti lunghissimi. Barbe, baffi, vestiti di un'altra epoca. L'Eroica per eccellenza è quella di Gaiole, ma attorno a quella festa vintage sono nate tante altre manifestazioni, tra cui quella di Buonconvento a cui abbiamo partecipato di recente, la Nova Eroica. Già dal nome si capisce che non è un evento con bici d'epoca ma una gara a cui si può partecipare con qualsiasi bicicletta e in particolare con i modelli gravel di nuova generazione. Il carbonio prende il posto dell'acciaio, i dischi sostituiscono le bacchette, lo sgancio rapido soppianta i fermapiedi.
Sullo sfondo resta però un paesaggio curato e delicato, in cui si integra armoniosamente l'opera dell'uomo. Campi verdi e terra rossa, cascine e casali realizzati in mattoncini e legno, vigneti e boschi. P are che il rapporto tra uomo e Natura abbia trovato qui il suo equilibrio perfetto. Viene una gran voglia di pedalare anche solo a vederlo, questo paesaggio!
Pronti via... si vola (ops, si pedala)
Ci siamo, dopo un lungo trasferimento verso la Toscana e una cenetta a base di prodotti tipici, domenica alle 8.00 siamo pronti ai nastri di partenza. L'aria è frizzante, per non dire gelata. Le piogge dei giorni scorsi hanno abbassato le temperature ma oggi il cielo non sembra essere così minaccioso. L'atmosfera è quella giusta: un po' di nebbiolina aumenta il pathos e per scaldarsi, oltre a un paio di caffè, pedalo avanti e indietro per Buonconvento, bellissimo borgo medievale e punto di partenza di questa Nova Eroica.
Si decolla e... via, in men che non si dica si sorvolano gli atleti appena partiti. Il serpentone si allunga verso Asciano e la prospettiva da qui sopra è davvero un'altra cosa. Non me l'aspettavo ma il volo in paramotore è affascinante, emozionante e al tempo stesso rilassante. Il freddo è pungente, ma mentre passiamo la testa del gruppo che sale ai trenta all'ora, mi dimentico di tutto e mi godo lo spettacolo. In questo momento, nonostante ami pedalare, non invidio chi si trova sotto di me ed anzi, sento gli sguardi gelosi di chi alza la testa al cielo.
Vabbè dai... torniamo con i piedi sui pedali e la testa per aria. Sì, perché lassù, mentre pedalo e invidio, c'è Vero a filmare, fotografare e godersi il panorama. Grazie a Generali Italia, infatti, oggi mentre io affronto il percorso cicloturistico della Nova Eroica, Veronica vola con il paramotore e si gode il paesaggio toscano dall'alto, solcato dalle strade bianche e battuto dai ciclisti che sfrecciano sotto di lei. Ma non è l'unica a poter avere questa fortuna.
Infatti a ottobre potresti essere tu il fortunato passeggero a volare sopra L'Eroica di Gaiole: dovrai solo registrarti sul sito immaginavola.generali.it, scrivere il tuo grido di battaglia, rispondere correttamente al "CicloQuiz" e incrociare le dita. Oltre al "Kit del ciclista eroico" (ce ne sono in palio 50), verrà estratto un week end per due persone in agriturismo in Toscana + un volo in parapendio a motore sopra la gara L’Eroica di Gaiole.
Nova Eroica, cicloturismo e agonismo a braccetto
Tornando alla cronaca della mia pedalata , forse meno interessante ora che ti ho svelato l'attività svolta da Vero, vediamo com'è andata la giornata.
Dopo aver lasciato Buonconvento la strada ha inseguito il fiume Ombrone per qualche chilometro, salendo dolcemente sui pendii che fiancheggiavano il corso d'acqua. Pochi minuti di riscaldamento e la strada ha deciso di aumentare le sue pendenze per raggiungere l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ed oltrepassarla verso Chiusure. Le dolci colline, verdissime in questa primavera piuttosto umida, ci hanno accompagnato verso Asciano. Appena oltre l'Ombrone, sulla destra, si staccava la salita di Monte Sante Marie, mitica sterrata tra le più impegnative dell'intero tracciato dell'Eroica. Per questa volta però ho soltanto "spiato dalla serratura senza aprire la porta": mi sono affacciato all'imbocco della salita, invidiando un po' i ciclisti che iniziavano le rampe ma tirando poi dritto sul percorso cicloturistico che evitava quel tratto.
La strada si è comunque impennata e poco dopo, a Pievina, mi ha fatto mangiare un po' di polvere, la prima. Il tratto di strada bianca è stato il preludio al primo punto di ristoro dove primeggiavano vini e salumi anziché sali minerali e barrette energetiche. Il salame nello stomaco, nei chilometri successivi, seguiva l'andamento della strada : un saliscendi continuo prima e dopo Monteroni d'Arbia, meta di un altro abbondante ristoro.
Le colline toscane sono dolci e arrotondate quando le si guarda da lontano, ma non perdonano quando ci si inerpica sulle strade che le scavalcano. Così la rampa verso Radi ha lasciato il segno e ancor più il tratto di strada bianca dopo il centro abitato. Struggente per la sua bellezza, mi ha fatto sputare sangue per non scendere di sella sul punto di massima pendenza... ma la compagnia di nuovi amici incontrati lungo il tragitto ha fatto emergere energie nascoste e l'ultimo tratto gravel di discesa e risalita per aggirare ed evitare Bibbiano ha regalato un po' di divertita sfida agonistica anche a noi cicloturisti.
La Nova Eroica è stata un'occasione per riscoprire le bellissime strade toscane e al contempo provare un nuovo mezzo (una gravel presa a noleggio... non il paramotore usato da Vero!) su percorsi diventati ormai mitici. Un'esperienza che si è conclusa, come quasi sempre accade quando pedalo, con un bilancio più che positivo.
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