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in bici in montagna
Downwind Photographers
 
 
Ottomilacinquecento ciclisti, la Cima Coppi a 2760m, una giornata spettacolare, tanta fatica e tanta soddisfazione. La Stelvio bike di sabato 30 agosto è tutto questo. Partiamo di buon'ora al mattino da Trento per essere in sella quando ancora il sole non picchia forte sulle nostre teste. La fiumana di biciclette che si accinge a salire sui tornanti del passo inizia già qualche chilometro prima di Prato allo Stelvio dove noi lasciamo l'auto.
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Dopo esserci ritrovati per iniziare la nostra Stelvio bike ed aver rifornito le borracce d'acqua (qualcuno le aveva già riempite con intrugli strani e sospetti che richiederebbero analisi approfondite!!! imbocchiamo la strada che porta prima a Gomagoi e quindi a Trafoi dove la salita è già impegnativa. La battaglia dei poveri è già accesa ma non impedisce di godere dello spettacolo di un serpente umano che si snoda sui tornanti fino in vetta. Avevamo già partecipato a questa manifestazione (Franz è il veterano con 9 scalate del mitico passo) ma mai il tempo era stato così conciliante. L'ombra della vegetazione ci rinfresca fino dove gli è concesso di crescere mentre oltre i duemila metri la strada è colpita da un sole in canicola. Il panorama è mozzafiato: sulla sinistra il ghiacciaio sempre più piccolo ed arroccato sulle vette riflette la luce sulle brulle rocce scoperte dal suo ritiro, sulla destra appare l'infinito zigzag della strada che si inerpica minacciosa. Il morale, con una visione tanto maestosa dopo oltre 15 km di dura salita percorsa, scende sotto i tacchi e le gambe s'infuocano oltre quanto già non abbiano fatto. Si riprende a spingere sui pedali accompagnati sempre dalla presenza di altre migliaia di persone e l'affollamento che quasi impedisce di procedere in alcuni tratti, si dirada mano a mano che ci si avvicina alla meta. Gli ultimi metri sono sempre i più dolci ed i più lunghi. Ti godi l'aria fresca, le vette che dominano attorno, l'odore promettente di wurstel e crauti, le urla di gioia dei meno allenati che non vogliono mai mancare all'evento... e quindi ti fermi, le gambe ed il fiato spezzati, ma soddisfatto per avercela fatta e per aver conquistato il tetto d'Italia.
La compagnia di buoni amici, la giornata solare, l'aria pulita e fresca di montagna, lo strano silenzio dato dall'assenza dei motori sono sensazioni uniche che questa giornata regala, così come gli incontri che si possono fare sui tornanti. Ci sono migliaia di ciclisti "comuni" e poi ce ne sono decine di particolari. Frammenti di memoria della salita del 2008 alla Stelvio Bike mi saltano agli occhi: un padre premuroso che trasporta il figlio di sei o sette anni in un carrello attaccato alla ruota posteriore. Lui (il padre) stravolto dalla fatica avanza lentamente spingendo sui pedali, l'altro (il figlio) ha in mano un piccolo lettore DVD e si sta gustando tranquillamente un film come se fosse sul divano di casa. Poco più avanti una coppia di tedeschi non più giovanissimi in tandem spingono all'unisono sui pedali consacrando il loro amore anche nella fatica. Un altro tornante ed incontri il ragazzo con una sola gamba che sorride e si gode la salita... e ti senti piccolo piccolo come quando trovi alcuni ragazzi paralizzati che spingono a braccia un mezzo creato apposta per permettere anche a loro di sentirsi parte di questa splendida comunità. C'è poi chi sale con una bici d'epoca, arrugginita e cigolante, gli scarponi ai piedi ed il cestino per i funghi attaccato sul portapacchi posteriore. Altri al portapacchi hanno attaccate borse e tenda... e sento profumo di Patagonia e di Nuova Zelanda. Infine la gioia e la bellezza di questa giornata: tante donne, tutte splendide, dalla giovane ed avvenente bionda tedesca alla attempata  pensionata di ferro. Sono sempre di più, a dimostrare come il ciclismo non sia uno sport esclusivamente maschio e come anche il gentil sesso sia capace di imprese faticose ma appaganti.
Al prossimo anno dunque, nella speranza che sia sempre una festa bagnata dal sole come quest'anno.
 
 
Ultima modifica: 03 Giugno 2024
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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