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Hvar Trail in bici: avventura fuoristrada nell'isola croata
La Croazia mi è rimasta dentro. È passato quasi un mese da quando sono tornata, ma a volte senza volerlo mentre pedalo sulle mie strade, la mente si perde e mi ritrovo lì, su quelle ruvide salite, inebriata dalla luce, dai colori e dai profumi di quella terra. Hvar è stata una grande sorpresa. Me l’avevano raccontata tante volte, ma sempre da una prospettiva costiera, perché quasi sempre chi decide di visitare la Croazia e le sue isole lo fa in “crociera”. Ma io non sono tipa da barca e l’idea di una settimana cullata dalle onde non mi aveva mai fatto impazzire...
L’idea di girarla in bicicletta mi ha travolta all’improvviso in un momento in cui avevo la necessità, oltre che il desiderio, di partire e pedalare. Durante il lockdown avevo passato ore e ore sui rulli fantasticando il momento in cui avrei ricominciato a far girare le gambe all’aria aperta, perdendomi su qualche salita con il vento tra i capelli. Avevo ipotizzato le mete più fantasiose. Prima della riapertura mi ero concentrata sulla Sicilia e già mi vedevo intenta a gustare cannoli e caponata.... Poi un bel giorno Luca (l’organizzatore dello Hvar Trail) me l’ha buttata lì: “Socia, perché non vieni a Hvar? Sto organizzando un trail da paura! Tutta salita!”. Non mi sono fatta pregare! È così, dopo un passaggio ponte Ancona - Spalato, mi sono ritrovata su un ferry-boat diretto a Stari-Grad. E lì è iniziato il sogno. Hvar è un’isola piccola, in cui il tempo sembra essersi fermato. Se ci si allontana dai borghi, meta dei turisti, ci si ritrova catapultati a cinquant’anni fa. Tutto scorre lento, le macchine si contano sulle dita di una mano, il silenzio è avvolgente. Le strade che percorrono l’isola per lo più non sono asfaltate e si perdono per chilometri e chilometri nel nulla. A volte qualche casetta isolata si scorge in lontananza, adagiata in qualche caletta silenziosa, ma è quasi sempre irraggiungibile via terra.Le salite e le discese si susseguono in un gioco infinito tra uliveti e vigneti. La lavanda colora l’orizzonte e inebria l’aria con il suo profumo mescolato a quello dei fichi e del finocchietto selvatico. Le nuvole si rincorrono trasportate dal maestrale e dalla tramontana. I tramonti ti sorprendono sempre dipingendo ogni cosa di rosa e oro. Il silenzio è interrotto solo dal frinire delle cicale. Il cielo stellato è così vicino che ti sembra di poterlo toccare. E poi c’è il mare. Il mare ti accompagna sempre. Un mare cristallino, che sfuma dal ghiaccio al blu, al verde smeraldo. È irresistibile E noi ovviamente non abbiamo resistito! Quale soddisfazione più grande di un tuffo rinfrescante dopo una salita assolata è caldissima? Così come non abbiamo resistito al richiamo di un bikepacking “selvaggio” che ci ha dato la libertà assoluta di decidere a fine giornata dove e quando fermarci, lasciandoci vincere solo dalla stanchezza.Luca ha pedalato tutta l’isola per giorni e giorni e si è spinto su e giù, esplorando percorsi che neanche gli isolani conoscono, per disegnare questo trail che permette di metabolizzare a fondo Hvar in tutte le sue sfaccettature. Non solo i paesaggi e i borghi, ma anche la cucina, semplice e gustosa con il polpo che la fa da padrone (assaggiate la Peka!), e le persone, schive ma squisitamente ospitali. Dovunque ci siamo fermati siamo stati accolti da un sorriso e dalla voglia di condividere con noi storie e sapori di questa terra.
Pedalando l’isola si comprende perché gli antichi greci si innamorarono di questi luoghi e decisero di insediarvisi. Chilometro dopo chilometro ci si ritrova in una dimensione senza tempo, lontani anni luce dai ritmi frenetici a cui siamo abituati. E Brac non è da meno. La decisione di spingerci a Brac è maturata strada facendo. Ne osservavamo il profilo in lontananza e ci chiamava.Più alta e più aspra della sorella, Brac è solo apparentemente più sviluppata. In realtà, uscendo dai centri abitati l’asfalto lascia il posto alla polvere delle carrarecce e gli unici incontri sono sparute pecorelle al pascolo. Ma anche qui i paesaggi sono mozzafiato, le salite riarse e il richiamo del mare irresistibile! Alla fine della settimana mi sono ritrovata ad aver percorso circa 440 km con 8000 metri di dislivello positivo (di cui 280 a Hvar e 160 a Brac) e una consapevolezza: su queste isole la pianura non è contemplata! Il percorso è quasi interamente pedalabile, salvo alcuni brevissimi tratti di discesa un po’ hard e qualche strappetto reso ostico dai sassi e la mia Salsa Woodsmoke mi ha dato un sacco di soddisfazione! Se chiudo gli occhi ripercorro ogni chilometro; mi godo ogni salita e ogni discesa e mi ritrovo a fine giornata stanca ma stordita da tanta bellezza a dormire sotto le stelle ! È stata un’esperienza incredibile! Un’immersione a 360 gradi.
Non lasciatevela scappare!
Grazie Luca!
Trovi più informazioni su Hvar e sullo Hvar Trail sulla pagina facebook di Hvarlife. Puoi anche partecipare all'Hvar Trail & Holiday che si terrà il 5 settembre!
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cactus75
“La bici mi ha fulminata a 40 anni e da allora nulla più è stato come prima! La amo in tutte le sue declinazioni! Veloce e scattante sulla strada, immersiva in off road, surreale sulla neve! Su qualunque terreno, con qualunque temperatura e a prescindere dalla pioggia!. La bici è fatica e sudore. È adrenalina. È conquista. È superamento dei propri limiti. È libertà E adesso la bici è viaggio!”
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico