Dopo oltre un anno di astinenza è ripreso il mio
vagabondaggio in bicicletta. Dai
pascoli neozelandesi alla
Croazia in bici ed alle foreste bosniache. E' ripreso dolcemente, con
trentatre chilometri pomeridiani. Partiti in auto di buon'ora al mattino da
Trento verso
Trieste con un cielo che non prometteva granchè di buono, giunti a Feltre abbiamo incontrato un temporale impetuoso che ci ha accolto nella cittadina. Dopo quattro ore e 350 km di strade allagate e autostrade sovraffollate, ci ritroviamo a
Muggia, periferia orientale di Trieste, a 2 km dal
confine sloveno.
1° Tappa |
Lupoglav-Icici |
Distanza |
33 km |
Dislivello |
718 m |
In questo piccolo porticciolo di pescatori, i miei genitori da cui ho sfruttato un passaggio in auto (si fermeranno a Trieste da amici), vogliono offrirmi l'ultimo pasto degno di questo nome che farò per qualche tempo. Memori di un locale conosciuto l'anno precedente, saliamo al piano superiore di un edificio fatiscente che si affaccia sul porticciolo. Le sedie ed i tavoli sono in plastica, alcune panche arancioni da festa campestre completano l'arredamento del tendone sotto al quale ci siamo riparati dal forte vento che spira all'esterno. Mentre entro avvolto dall'odore di pesce e salsedine, un cameriere esce dalla cucina con un'insalatiera stracolma di frutti di mare che all'istante mi convince dell'ottima scelta fatta dai miei. Un'ora e mezza più tardi lotto con l'ultimo pezzo di triglia grigliata a cui non riesco a trovare posto nel mio stomaco troppo pieno. La grigliata e la frittura mista innaffiate da un paio di bicchieri di Tocai mi convincono dell'impossibilità di attraversare il nord dell'Istria da ovest ad est in mezzo pomeriggio e quando mio padre si offre di allungare la corsa in auto fino oltre il confine sloveno-croato la mia resistenza è inferiore a quella di un bambino a cui vengono offerte delle caramelle. Risaliamo in macchina e per evitare le costosissime autostrade slovene ci perdiamo in campagna. Dopo alcuni bivi errati ritroviamo la retta via ed in pochi minuti attraversiamo la Slovenia ritrovandoci a Buzet, Croazia. In un eccesso di pigrizia mi faccio trasportare fino a Lupoglav dove carico la bici all'inverosimile (l'attrezzatura fotografica non si può lasciare a casa!), saluto i miei genitori lasciandoli vagare per ore per le stradine dell'entroterra croato (come mi racconteranno in seguito) ed inizio l'avventura.
Un pò d'emozione riaffiora, come sempre accade con un nuovo inizio, ma dopo i primi chilometri essa è già dissolta nella fatica della salita. Dal paese di Vlenja inizia un'ascesa di sei chilometri che giunge inaspettata e subito durissima. Gambe, portapacchi, borse e bicicletta subiscono l'esame d'ammissione poco dopo aver levato le ancore. La meta a cui la strada conduce è il parco naturale di Ucka e dall'alto dei suoi quasi mille metri si apre un panorama mozzafiato su Rijeka (Fiume) e la costa croata. La discesa veloce mi porta in pochi minuti ad Icici dove trovo un campeggio per la notte.
Un inizio semplice, con un paio d'ore in sella e pochi chilometri pedalati ma oggi anche montare la tenda è un'emozione. Concludo la giornata con una passeggiata notturna sul lungomare tra due porticcioli. L'acqua cristallina lascia intravedere il fondale sassoso fin oltre il metro di profondità e le luci di Rijeka all'orizzonte si riflettono sulla superfice liscia dell'Adriatico... che partenza questa Croazia in bici!
Per scoprire il percorso seguito durante il viaggio nei Balcani potete leggere il riassunto del viaggio in bici da Trieste a Sarajevo tra Croazia, Bosnia e Montenegro. La seconda tappa del viaggio in bicicletta mi ha condotto alla scoperta della costa croata da Icici a Senj
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