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Un sogno che si avvera: un anno di working holiday in Australia!
Bé... è proprio questo che sta succedendo: un sogno che si sta avverando. Tra poco più di due settimane partirò per l'Australia ed ancora non mi stò rendendo conto di ciò che questo comporta. Comunque il tempo per ambientarsi e capire se la decisione che ho preso sia corretta o meno c'è: resterò laggiù per un periodo variabile dai sei mesi all'anno (o forse più, chissà!).
Per ora vi voglio raccontare come ho fatto ad arrivare alla situazione in cui mi trovo ora, cioè al punto di non riuscire a dormire la notte a causa della fifa e dell'eccitazione che mi prende al pensiero di trovarmi fra pochi giorni esattamente dall'altra parte del mondo...
Fin da quando ho iniziato l'università mi ero ripromesso che avrei festeggiato l'eventuale laurea con un viaggio da non dimenticare. Pur non essendo affatto convinto di riuscire ad arrivare fino in fondo agli studi, ho fantasticato per anni viaggiando mentalmente (come penso facciano tutti gli amanti del viaggio e dell'avventura): ho attraversato il sahara a dorso di cammello accompagnato dai Tuareg, per proseguire navigando sul Nilo e sul Congo fino a conquistare la vetta del Kilimangiaroe poi giù nelle savane del Serengeti e del Kruger, conquistando infine il Capo di Buona Speranza. Sempre con la fantasia sono volato nella Terra del Fuoco per risalire la pampa patagonica (qui ci sono stato davvero, come racconto nell'articolo Patagonia a 20 all'ora!), attraversare le Ande, navigare sul Rio delle Amazzoni nel mezzo della foresta pluviale, visitare le rovine di Machu Pichu, attraversare Panama e godermi il sole e le spiagge dei Caraibi. Poi, con una Harley acquistata alla periferia di Los Angeles sono partito per un coast to coast degli U.S.A. sulla mitica "route 66", attraversando i deserti e i grandi parchi dell'Ovest, le praterie dell'Ohio e le città industriali del Lake district, concludendo l'avventura in un piccolo ristorante italiano nella Little Italy di Manhattan.
Quindi, attirato dalle atmosfere mistiche ed esotiche dei racconti di Marco Polo sono salito in sella alla fedele MTB e da Venezia ho ripercorso la Via della Seta, passando per Costantinopoli (Istanbul), entrando in Asia attraverso il Bosforo, pedalando su strade interminabili ammirato dal meraviglioso paesaggio della Cappadocia. Mi sono svegliato al mattino inseguendo il sole, ho soggiornato ad Ishfahane Shiraz, ho attraversato l'Asia Centrale fermandomi a Samarcanda e Buqqara, sono entrato in Cina dalla Karakorum Highway raggiungendo il Tibet per poi scendere in India e costeggiare il Gange fino a Calcutta. Di lì sono sceso fino a Saigon (a me piace ancora chiamarla così, non so perchè!), ammirando il tramonto sulle rive infuocate del Mekong davanti ad una birra gelata, non prima di aver attraversato la Cambogia e raggiunto la città di Angkor Vat.
E dopo tanto viaggiare... mi sono riposato!
Nell'arco degli anni la mia mente correva con la fantasia, finchè il momento non è arrivato: a Gennaio del 2006 mi sono laureato ed ero finalmente pronto a realizzare i miei sogni. Come la maggior parte degli eventi attorno ai quali creiamo una notevole aspettativa, anche in questo caso essa venne completamente disattesa! Ho trovato lavoro all'interno dell'università ed il cassetto (dei sogni) è rimasto chiuso a tempo indeterminato. Ma giunto alla fine dell'anno ho preso una decisione... ed aggiungerei finalmente (lo si dice tante volte, forse così tante che alla fine non ci si crede nemmeno più, ma è una verità assoluta e indiscutibile, almeno per noi cristiani: si vive una sola volta!). Non ho rinnovato il contratto di lavoro (a volte i co.co.co. presentano anche aspetti positivi: non si rimpiange troppo il licenziamento!) e mi sono deciso ad aprire il cassetto. Una volta aperto però il contenuto era un pò confuso: una matassa inestricabile di continenti e paesi! Decisi di scartare le migliaia di idee passatemi per la testa in anni di viaggi virtuali e scelsi ciò su cui poco avevo fantasticato tra un esame e l'altro: l'Australia. Una nazione ma anche un continente (o quasi), distante, isolata, seducente e poco conosciuta. In fondo il mio obiettivo iniziale era, ed è, quello di approfondire per non dire iniziare, la conoscenza della lingua inglese; ed allora questo paese "bruciato dal sole" mi è sembrato proprio l'ideale. Inoltre l'interessante formula del "working holiday" permette di fare qualche lavoretto qua e là per pagarsi le successive peregrinazioni per questo immenso continente.
Speriamo di avere fatto la scelta giusta!
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico