Una tappa tutta d'un fiato. Aria di casa, di cottà, di riposo. E' l'ultima purtroppo, per fortuna, di già, finalmente. Sembra ieri, e forse lo è, che ho salutato i miei a Lupoglav, nel nulla dell'Istria continentale. Ora sono qui seduto in un bar di Sarajevo, in Bosnia a guardarmi alle spalle. Ho deciso di chiudere qui il mio tour dei Balcani in bicicletta, non per la mancanza di volontà di proseguire e continuare a scoprire nuovi angoli di mondo ma semplicemente per la forza simbolica di una conclusione nel cuore pulsante della Bosnia, la sua anima e capitale. Inoltre provo una sensazione strana, mai provata prima nei miei vagabondaggi: nostalgia di casa, di montagne, di frescura serale, di sterrati e single track in MTB, di passeggiate con la fedele Farah al seguito, di caffè al bar con l'amico Ale, di un pasto "all'italiana". Sarà l'età che avanza, sarà il momento particolare della mia vita, sarà... ma ho deciso: Sarajevo, le sue vie, i suoi profumi e colori, i suoi mercanti che ti attirano, i muezzin che risuonano al tramonto, i minareti che dominano i bassi edifici del centro; sarà questa la mia ultima visione della Bosnia e di questo breve ma intensissimo viaggio nei paesi sorti dalle macerie Jugoslave.
14° Tappa |
Tara river-Sarajevo
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Distanza: |
97 km |
Dislivello: |
1125 m
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Ma partiamo dalla tappa conclusiva fino a Sarajevo in Bosnia, una tappa per nulla semplice. Mi sveglio come sempre di buon'ora nel gelo della bruma mattutina sulle rive del fiume Tara. E' incredibile l'escursione termica presente tra giorno e notte sul fondo del canyon. Per la prima volta da molti giorni sono costretto ad indossare l'intimo sotto la maglietta. L'acqua del campeggio non è potabile, pompata in piccole cisterne sopra i servizi direttamente dal cuore del fiume e per questo gelida (me ne sono accorto facendo la doccia la sera precedente!). Spingo la bici carica per risalire sulla strada che scorre sulle pendici della gola. L'ombra che nei giorni passati era la mia migliore compagna, stamane mi è nemica, gelida ed oscura. La strada prosegue senza troppe difficoltà fino al bivio per Foca. Qui si passa sulla sponda opposta del fiume entrando in uno stretto e suggestivo canyon. Si inizia a salire, mai in maniera proibitiva ma costantemente. L'aria del fiume ora rinfresca piacevolmente e nemmeno le numerose gallerie lungo il percorso rallentano la mia avanzata sicura. La strada non accenna a diminuire la sua pendenza anche se a un certo punto, infima, ne dà l'illusione. 1175 metri! L'altimetro si ferma incerto e poi inizia con me la sua discesa repentina. La voglia di giungere alla meta prevale sulla stanchezza e spingo forte sui pedali. In un paesino intravvedo con la coda dell'occhio un panificio vecchio stile con un negozio di circa 4 mq ed i forni sul retro ad occupare la maggior parte dell'edificio. Entro seguendo il dolce aroma e per un euro circa acquisto tre brioches differenti ancora calde che divoro in circa 30 secondi.
La città si avvicina ed oltrepassato l'aeroporto il traffico si fa incessante. Per fortuna un ampio marciapiede offre una via di scampo per qualche chilometro anche se buche e pedoni impongono una gimkana che rallenta di molto l'incedere... e finalmente è Sarajevo, la Bosnia più viva, più pulsante, la capitale! Il fiume, il traffico, la città vecchia, l'odore di fumo misto all'aroma della carne alla griglia, lo squisito cevapici. Trovo un buco ed una branda per pochi euro in centro, assicuro la bici dietro ad un cancello e sono in strada. Cento metri, odore di carne grigliata, un locale, quattro tavolini e poche sedie rivestite in similpelle. Il cuoco che fuma sulla porta mi accoglie come se fossi il primo cliente della giornata. Un cevapi con pane (turco) e cipolla ed una bibita fresca: 4,5 KM, poco più di due euro ed ho pranzato! Anche qui il caldo inizia a soffocare, il termometro segna 36°C, l'umidità penetra nelle ossa ed io vado alla ricerca di un pò d'ombra. Il pomeriggio è dedicato alle "pratiche burocratiche" mentre l'indomani andrò alla scoperta della cittadina.
Prima che il mio tempo sia finito ancora una volta, per questa volta, fino alla prossima volta!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico