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Vacanze a Barcellona
Scritto da Redazione
La Spagna, in generale, non mi stanca mai. Lasciando da parte ogni luogo comune sulle presunte (ma forse anche effettive) passionalità e ospitalità del popolo che la abita, rimane una delle poche nazioni europee in cui mi sento davvero a casa. L'ho girata in lungo e in largo, negli anni, prima senza conoscere la lingua e poi avvicinandomi lentamente ad un idioma che non è immediato come la gente pensa. L'ultima volta, la settimana scorsa, è toccato a Barcellona. Era la quinta o sesta volta che andavo, ma non l'avevo mai visitata nei giorni del Gay Pride, e l'esperienza si è rivelata illuminante. E' incredibile come quella che consideravo la città più vitale e colorata d'Europa, si sia rivelata dieci volte più energica e variopinta durante questo importante evento.
Fortunatamente avevo un letto assicurato a casa del mio amico newé, dal momento che tutti i siti con recensioni di hotel a Barcellona indicavano chiaramente quanto tutte le strutture alberghiere fossero stracolme, così come le strade, i pub, ed ogni luogo di socializzazione a cui possiate pensare. Non c'era un angolo di Barcellona vuoto o in silenzio: la musica e le risate hanno pervaso per tutto il week end gli spazi che tanto bene conoscevo, e che d'un tratto mi sono sembrati nuovi. Ho rivisto con piacere la Casa Milà, l'Hospital de Sant Pau, la Sagrada Familia e tutti gli amici spagnoli fatti nelle precedenti visite.
L’Avinguda Maria Cristina, poi, una delle strade principali di Barcellona, ha ospitato il vero cuore della manifestazione, con carri, cortei, e un'infinità di persone (gay e non!) pronti a far festa senza dimenticare il valore civile dell'evento. Particolare rilievo (mediatico) è stato dato ad un'associazione gay di Tel Aviv, che l'anno scorso era stata esclusa dalla partecipazione all'Europride di Madrid, e che quest'anno ha portato un'importante testimonianza di solidarietà civile proveniente dall'oriente.
Insomma: un'esperienza consigliatissima, specialmente per chi ha già visitato la città e vuole riscoprirla con occhi nuovi.
L’Avinguda Maria Cristina, poi, una delle strade principali di Barcellona, ha ospitato il vero cuore della manifestazione, con carri, cortei, e un'infinità di persone (gay e non!) pronti a far festa senza dimenticare il valore civile dell'evento. Particolare rilievo (mediatico) è stato dato ad un'associazione gay di Tel Aviv, che l'anno scorso era stata esclusa dalla partecipazione all'Europride di Madrid, e che quest'anno ha portato un'importante testimonianza di solidarietà civile proveniente dall'oriente.
Insomma: un'esperienza consigliatissima, specialmente per chi ha già visitato la città e vuole riscoprirla con occhi nuovi.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico