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Sulcis Iglesiente tra spiagge da sogno, miniere e tradizioni
Il Sulcis Iglesiente è un territorio da scoprire a piccoli sorsi a partire dalla bellezza incontaminata della natura, divisa fra spiagge da sogno, boschi e un patrimonio che si intreccia alla storia millenaria, alla ricchezza del sottosuolo, alla cultura popolare e alle antiche tradizioni
In questo articolo
Alla scoperta di un territorio ricco di pregi ambientali e naturalistici
Famosa per le origini antiche, i palpiti della storia, e la ricca dote di tradizioni, la zona del Sulcis Iglesiente vanta uno spettacolo di rara bellezza, dove la natura regna incontrastata.
Questo sorprendente angolo di Sardegna si snoda fra spiagge da sogno, boschi, miniere dismesse, aree archeologiche, tempi antichi, grotte naturali, borghi incantevoli, rimasti assolutamente intatti nel tempo, e un’ampia varietà di isole e isolotti.
Al pari di altre pregevoli zone del territorio, sono le spiagge a catalizzare da subito l’interesse dei turisti. Autentici e selvaggi, gli arenili del Sulcis Iglesiente sono lontani dal fascino chic della Costa Smeralda, e dalla calca di Costa Rei, ma perfettamente in grado di offrire uno spettacolo naturale di valore, dal sapore intenso, ideale per chi ama andare alla scoperta del territorio.
Il Sulcis Iglesiente gode di una storia e di origini uniche rispetto alla parte restante del territorio sardo. Terra di conquista per lunghi millenni, il Sulcis Iglesiente è noto soprattutto per la ricchezza dei giacimenti minerari, che ne hanno segnato la storia e lo sviluppo, a cui fanno da degno complemento il patrimonio di tradizioni e leggende tramandate nel tempo.
Le spiagge più belle del Sulcis Iglesiente
Raggiungere le spiagge più belle del Sulcis Iglesiente in auto, dopo essere atterrati a Cagliari, è facile scegliendo la soluzione che coinvolge il noleggio auto Cagliari aeroporto.
Noleggiata un’auto all’aeroporto di Elmas non resta che dirigersi verso ovest e imboccare la superstrada, diretto collegamento fra il capoluogo sardo e Iglesias. Il percorso permette di godere del fascino unico delle coste sud-occidentali dell’isola.
La fascia costiera del Sulcis Iglesiente si sviluppa da Masua sino a Cala Domestica, fra spiagge dalla natura incontaminata che si gettano in un mare limpido e cristallino. L’arenile vede l’alternarsi di baie e insenature isolate, belle e selvagge, a lidi perfettamente attrezzati e accessibili, che attraggono l’attenzione dei turisti già al primo sguardo.
Fra le spiagge più belle impossibile non lasciarsi ammaliare da Ponrtixeddu, tre chilometri di sabbia fine e rosata stretta fra il verde del territorio, dalla bellissima Cala Domestica, una distesa di sabbia di quarzi di granito che si gettano in acque basse e cristalline, ideali per i più piccoli.
Andando alla scoperta del litorale non può mancare una visita alla spiaggia di Porto Pino, caratterizzata dall’alternanza fra alte dune e distese di sabbia. La prosecuzione ideale considera la scoperta degli arenili di Masua, Portu Cauli, Portu Banda, Porto Botte e Funtanamare.
Una storia dalle origini antiche, legata a doppio filo alla ricchezza mineraria del sottosuolo
Il Sulcis Iglesiente vanta origini millenarie. Annoverato fra le terre più antiche al mondo, il territorio gode della presenza nel sottosuolo di grotte e miniere straordinariamente ricche di metalli, patrimonio attorno al quale si è da sempre sviluppata la storia di questa porzione di Sardegna.
I primi insediamenti abitativi della zona risalgono al 6.000 a.C., in piena epoca prenuragica. Si deve alla presenza dei Fenici l’avvio dell’attività estrattiva, sviluppata in seguito dai Romani intorno al 140 a.C., dopo la distruzione di Cartagine, impegnatisi nella realizzazione del primo impianto minerario dell’Iglesiente.
Con la caduta dell’Impero Romano l’attività mineraria subisce un rallentamento, per poi essere ripresa a pieno regime in seguito all’occupazione pisana e al volere del Conte Ugolino della Gherardesca nel 1200.
Il Sulcis Iglesiente conosce in seguito la dominazione spagnola e quella dei Savoia, che danno nuova linfa alla vita del territorio e contribuiscono attivamente al rilancio dell’attività estrattiva.
Lo sviluppo industriale delle miniere vanta anni di gloria nel diciannovesimo secolo, portando nuova ricchezza al Sulcis Iglesiente. Grazie alla nuova legge mineraria del 1848 lo Stato può dare in concessione lo sfruttamento del sottosuolo, con conseguente sviluppo dei permessi di ricerca ed estrazione, ampliamento della presenza delle maestranze e miglioramento di attrezzature e impianti.
Gli anni del fascismo incoraggiano la politica estrattiva e nel 1938 Mussolini inaugura Carbonia, conosciuta come la città del carbone.
Al periodo intenso del ventennio fascista segue l’inizio della fase di declino, vuoi per la concorrenza del mercato mondiale, per la riduzione della materia prima nei giacimenti ma anche per la mancanza di fondi da investire.
Risale al 2014 la richiesta inviata dalla Comunità Europea alla Regione di realizzare un piano di chiusura definitivo dell’attività estrattiva entro il 2018, e la riconversione industriale e il ripristino ambientale delle aree minerarie non oltre il 2027. Il territorio minerario del Sulcis Iglesiente è oggi un luogo turistico a tutti gli effetti, dove i visitatori vengono guidati alla scoperta delle miniere.
Cultura popolare e antiche tradizioni
Le origini remote del luogo si intrecciano amabilmente alla cultura popolare, alle antiche tradizioni, alle leggende, ai riti religiosi e alla cultura popolare di cui gli abitanti vanno straordinariamente orgogliosi.
Come sottolineano gli storici la realtà delle feste campestri altro non è che un ricordo tangibile della civiltà nuragica risalente all’età del bronzo, che nel tempo si è intrecciata alla tradizione cristiana contagiata dalle usanze di radice bizantina.
Una realtà come quella della Settimana Santa arriva ai giorni nostri ricca di riti profondi e radicati, che traggono ispirazione dalla presenza quattro centenaria catalana e spagnola.
Le tradizioni millenarie si intrecciano agli eventi, cresciuti all’ombra della cultura marinara e degli antichi mestieri legati inscindibilmente alle tecniche tradizionali, immutate nel tempo, di cui è un esempio pregevole la pesca del tonno.
Le tradizioni regalano interessanti atmosfere a tutta una serie di eventi folkloristici, sagre paesane, riti e celebrazioni sacre e profane che vanno dal Carnevale alle feste dedicate ai santi patroni, e mantengono intatta l’identità di un popolo anche grazie all’uso del dialetto.
Sono le feste popolari a far conoscere il folklore sardo fra musiche e danze tipiche, canti polivocali e monodici, canti religiosi in latino o in lingua sarda, e l’uso di strumenti di origine antica come le Launeddas tipico strumento a fiato.
Fra gli eventi imperdibili vantano una posizione di spicco la Festa di Sant’Antioco, la sagra del carciofo, il Girotonno, la Settimana Santa, la Festa di Sancta Maria di Mezo Gosto, l’Ottobrata Iglesiente, gli eventi Medievali, e la Festa della Madonna delle Grazie.
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Redazione
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico