Dopo un paio di giorni di viaggio in bici in Marocco, siamo già conquistati!
Il risveglio è dolce e luminoso e dopo il diluvio di ieri il sole splende e possiamo ripartire fiduciosi, convinti che anche la giornata odierna ci possa riservare piacevoli sorprese.
Valle dell'Ounila e Telouet
I primi chilometri nella valle dell'Ounila sono un tripudio di colori ed emozioni: restiamo ammaliati dai primi, veri panorami dell'Alto Atlante che si stagliano contro l'azzurro del cielo terso. Non impieghiamo molto per giungere a Telouet dove i meravigliosi mosaici sulle pareti interne della kasbah du Pacha El Glaoui stonano con lo stato di degrado in cui giace gran parte dell'edificio che dall'esterno sembra totalmente in rovina.
Il lento scorrere del tempo
Lasciamo la cittadina a metà mattina e già il sole fa sentire i suoi raggi caldi. Decine di auto da rally risalgono la strada mentre noi scendiamo tra le sfumature di rosso della roccia. Un cartello decrepito appoggiato a bordo strada indica l'ingresso di una miniera di sale che si integra alla perfezione col paesaggio modellato dall'acqua. Gole e montagne, scavate dagli agenti atmosferici, ospitano pecore e pastori che vagano apparentemente senza meta. Un mulo cavalcato dal suo padrone risale la vallata sul greto del fiume già secco e mentre il sole cuoce la nostra pelle occidentale, i chilometri scorrono senza fretta in un luogo dove il tempo si è fermato da decenni.
La strada è disastrata fino ad
Anmisar e la nuda terra si sostituisce all'asfalto. Oltre il piccolo centro di montagna però si notano gli sforzi governativi per rendere accessibili e servite anche le aree più remote. Il fondo stradale torna ad essere in ottime condizioni, rendendo la nostra avanzata più spedita. Incrociamo nuovamente Joachim, il cicloviaggiatore tedesco con cui avevamo scambiato due chiacchiere il giorno precedente. Una dolce ma costante ascesa ci conduce ad un passo oltre il quale la strada precipita a tornanti in un canyon sulle cui sponde sorgono numerosi villaggi.
Mai come in questo territorio ci rendiamo conto di quanto l'acqua significhi vita: la lingua marrone del fiume argilloso è fiancheggiata da rigogliosi campi coltivati mentre poco oltre la vegetazione sparisce lasciando spazio ad una brulla distesa di roccia ed erba.
Ait Ben Haddou e Ouarzazate
Raggiungiamo il borgo di
Ait Ben Haddou, divenuto meta turistica grazie alla sua kasbah che è stata teatro, negli anni, di numerose produzioni cinematografiche hollywoodiane.
Non possiamo esimerci da una visita e raggiungiamo il culmine della collina sul cui pendio sorge la kasbah: nonostante il caldo torrido, la vista spazia sull'altopiano e ci godiamo la brezza che soffia gentile. Numerosi sono gli artisti che per le strade della cittadina creano delle vere e proprie opere d'arte, viene voglia di fermarsi ad osservare ogni scultore, pittore, orafo, ma il tenpo stringe e la meta non è ancora così vicina...
Il paesaggio è punteggiato da antiche kasbah dove i mattoni rossi entrano in contrasto con le porte azzurre e blu. Un edificio solitario ospita un enorme nido di cicogna intessuto con estrema dedizione: presto ospiterà i nuovi arrivati prima che anch'essi inizino la loro eccitante vita tra i cieli del Marocco.
L'ultimo tratto di strada, impercettibilmente in discesa, ci porta nel centro principale dell'area,
Ouarzazate, dove ci dirigiamo prontamente verso il campeggio che si trova nel palmeto a sud della città. Un'altra pantagruelica cena a base di couscous ci convince di aver scelto la giusta meta per il nostro viaggio in bici!
Qui troverai i racconti tappa per tappa:
Tappa 1 - Da Marrakech a Taddert Tappa 2 - Da Taddert a Telouet Tappa 3 - Da Telouet a Ouarzazate Tappa 4 - Da Ouarzazate a Skoura Tappa 5 Tappa 6 Tappa 7 Tappa 8 Tappa 9 Tappa 10 Tappa 11 Tappa 12 Tappa 13 Tappa 14
Ultimi commenti