Un viaggio verso oriente, tanti mesi lontana dall'Italia. Ricordi, pensieri sparsi e riflessioni...
Cap. 1 Una principiante su due ruote
Fino al raggiungimento della maggiore età ho sempre avuto un ottimo rapporto con la bicicletta scrostata e scassata che usavo nelle lunghe estati in campagna. Era comoda e veloce, potevo raggiungere i quattro angoli del campo del nonno in meno di 6 minuti, un tempo mica male.
Trasportavo frutta e verdura raccolta nell'orto senza mai perderne per strada... beh, quasi mai: le buche scavate per terra da polli, conigli e Toby, il mio fedele amico a quattro zampe, non aiutavano nell'intento! In inverno e nei nove mesi scolastici, la bici cadeva in un profondo letargo perchè, vivendo in una città caotica e trafficata, veniva considerato pericoloso il suo utilizzo come abituale od occasionale mezzo di trasporto.
Negli ultimi anni, con la fuga dalla città per lidi più verdi, ho rispolverato la vecchia passione con entusiasmo acquistando una bella MTB fiammeggiante e nuova, dotata di ogni comfort: sellino e manopole riscaldate, cambio automatico, leva per le derapate in curva... ovviamente scherzo, ma posso affermare con certezza che è una fuoriserie niente male per ricominciare a pedalare.
Asfalto, terra battuta, sabbia, ho sperimentato di tutto, ma non c'è niente da fare, la mia bici continua a disarcionarmi appena ne ha la possibilità, ormai è diventata un'abitudine e probabilmente un piacere liberarsi del mio peso in ogni occasione. Io cado, mi sbuccio, sanguino, risalgo, pedalo, ricado, mi arrabbio, risalgo e non demordo. E' diventata una questione di principio, sia per me che per lei: la bici è mia e decido io se restare in sella o scendere, ma lei non ne vuole proprio sapere.
Cap. 2 Il viaggio: una mappa per girare l'oriente
"Cosa?!? Puoi ripetere per favore? Credo di aver capito male!" "No, no non hai inteso male!" Siamo seduti in giardino ad assaporare i tiepidi raggi del sole di questi primi stralci primaverili. "Tutto il sud-est asiatico in bici? In quanti mesi? Quanti chilometri? Stai scherzando, vero?" Sono incredula mentre ascolto la proposta di Leo per un incredibile viaggio: in circa 6 mesi (diventeranno 10!) vuole girare Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam, percorrendo oltre ottomila chilometri... robe da bikers super-allenati, penso con convinzione senza sapere quello che sarebbe successo.
L'idea dell'avventura, dell'esplorazione e le conseguenti scoperte, mi affascinano tremendamente, ma penso di non esserne all'altezza. Leo traffica con una grande cartina dell'estremo oriente, calcola le distanze, prende appunti, è già convinto ed emozionato...improvvisamente si ferma. Si volta ed inizia a fissarmi con due occhi speranzosi già intrisi dall'idea di mille sensazioni che si proveranno in viaggio: "Che ne dici, Vero? Partiamo?"...e Asia sia!
Cap. 3 Che fame!!! o Zigzagando verso Sud...
"Mi brontola la pancia, ci fermiamo a mangiare qualcosa?" "Dai Vero, facciamo ancora una ventina di chilometri e ci fermiamo per pranzo. È possibile che pensi solo a mangiare?" Il vento da Sud-est ci soffia dispettoso in volto rallentando notevolmente la nostra avanzata verso il mare. Le pianure dell'area centro-meridionale del Laos sono vaste distese di risaie e pascoli di mucche, capre e bufali sovrappeso. Lungo la strada che corre parallela al Mekong sorgono moltissimi villaggi e pochissime industrie, anche perchè il Laos importa quasi tutto dalla vicina Thailandia e dall'alleata politica Cina.
Sono trascorsi tre mesi dall'ultima pizza mangiata e questo pensiero mi causa allucinanti crampi allo stomaco. Quando si pedala per così tanto tempo sotto il sole, in salita o a velocità sostenute, si consuma un impensabile quantitativo energetico che va reintegrato: ecco ciò che mi sta chiedendo a gran voce il mio organismo. Finalmente sostiamo in un baracchino lungo la "highway", due carreggiate percorse per lo più da bovini, trattori e motorini. Una signora sorridente ci accoglie invitandoci a sedere... tanto per cambiare, visto che non amiamo particolarmente le zuppe, mangeremo un bel piatto di riso fritto con verdura e carne.
Questo è uno dei momenti della giornata che preferisco: dopo la fatica, il recupero delle forze.
Cap.4 Mutamenti fisici
"Mi presti la cintura?" "Si certo, perchè secondo te ho una cintura?" "Ma perdo le braghe!" Chiang Mai è viva stasera, illuminata dalle lampadine delle bancarelle disposte ordinatamente lungo il fiume Ping. Passeggiamo per le vie del centro in cerca di particolari da immortalare e di qualche cosa di succulento da degustare fra le 1001 alternative culinarie esposte al giudizio di mosche e moschini. L'insegna verde di una farmacia ci chiama a se: "Te la senti?" "Prima o poi dovremo scoprirlo!" Indugiando sul da farsi ci avviciniamo alla bilancia saldata appena fuori dal negozio, un baht a testa per sapere il tuo peso. Sappiamo già di essere dimagriti ma non riusciamo a realizzare in che misura: "56 kg? Non ho mai raggiunto questo peso...devo essere una silouhette, che dici? Riesci a vedermi attraverso?" "Dannazione! Anch'io ho perso 6 kg, stiamo diventando invisibili: solo pelle e muscoli."
La sedia sta diventando la mia peggiore nemica: resisto dieci minuti e poi devo alzarmi per procurarmi un cuscino... la dura vita del bikers. L'adipe superfluo ha lasciato spazio ad un vuoto spigoloso cercando lidi più prosperi in qualche mangione di hamburgers americano. A proposito di pelle: tre mesi di sole hanno provveduto a mutare completamente la tonalità di colore da bianco pallido a marroncino tabacco, ma dove la grande stella non arriva a sfiorare la vellutata cute, la colorazione è prossima a quella della neve... il mix finale è inguardabile. "Guarda che ti sei sbavato!" "Arg ancora? Eheh non me ne rendo conto mai con questa barba!"
L'ultima volta che Leo ha messo mano ad un rasoio, è stato in Italia prima della partenza e quindi, ora, mi ritrovo a viaggiare per il mondo con un Baba trentino che si sbrodola ogni volta che mangia qualcosa... non è mica facile gestire al meglio una barba così crespa e vigorosa! I bambini lungo la strada si lanciano all'inseguimento dei due buffi cicloviaggiatori e quando, più vicini, si accorgono del barbone, ridono a crepapelle e cercano di batterci il cinque: ecco perchè Leo ha deciso di non radersi più!
Cap. 5 Lontano da casa
È la vigilia di Natale a Thabok, 100 chilometri ad est di Vientiane: l'aria è pulita e il clima secco è l'ideale per godersi i 26°C del pomeriggio. In questi giorni sono un po' nostalgica: la neve, gli alberi di Natale e le luminarie per la città (sono un inutile dispendio energetico, lo so, ma nel buio delle notti invernali danno conforto ed allegria), i miei genitori e la mia sorellina intenti a preparare il pranzo del 25 al quale parteciperanno anche i nonni, due cari amici ai quali è appena nata una bimba (benvenuta Giulia!)...
Mi manca tutto questo, non tanto per la mia fede cristiana alquanto labile ma per l'atmosfera natalizia in sé: il freddo pungente che ti soffoca il respiro, l'odore della legna bruciata nei caminetti, i colori e le mamme indaffarate ad acquistare gli ultimi regali. Stiamo osservando un paesino dove sosteremo questa notte ed un giovane monaco ci taglia la strada in sella alla sua bici arancione, ci sorride, ci saluta con la mano, per lui Natale è un giorno come tutti gli altri. Cala la notte e decidiamo di festeggiare il 25 dicembre a modo nostro con una birra in compagnia di un motociclista italiano in viaggio come noi.
Anche lui è un pochino nonstalgico, ma poi quando pensa a tutto quello che lo attende lungo la strada, freme per la voglia di ripartire proprio come succede a noi. Il viaggio, il nostro viaggio è ormai una droga dolcissima e così eccitante da non poterne più fare a meno.
Questo articolo fa parte del diario di viaggio tenuto in diretta del progetto Downwind. Se volete leggere le altre puntate, ecco qui tutti gli articoli dei nostri dieci mesi in bicicletta nel sud est asiatico
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