La giornata è stata una tra le più impegnative fino ad ora, non solo per le
ardue pendenze affrontate, ma soprattutto per il caldo umido che ci ha sorpreso sui pendii
tra Mae Hong Song e Pai ed è per questo che bere qualche cosa di fresco e dolce ci sembra un dono divino. L'incontro con
Ken ci dà fiducia dopo tanta fatica e sudore: questo grosso canadese dalla voce rauca e dalla lingua sciolta ci abborda mentre siamo seduti a chiederci se proseguire o meno verso il paese. Inizialmente un pò sospettosi e scocciati per la quiete interrotta, Ken ci conquista con la sua simpatia e con le preziose informazioni che elargisce rincuorandoci sul prossimo tratto di strada da affrontare.

Lo re-incontreremo qualche ora più tardi a Soppong ad attenderci con la moglie thailandese nella loro
minuscola ed incantevole guest house, mentre pianifica la prosecuzione dei lavori di costruzione della scuola di cucina che è intenzionato ad aprire con la consorte. Oltre all'emigrante canadese, sulla nostra
rotta verso Chiang Mai, siamo sorpresi da un evento inatteso di cui oramai avevamo perso
il ricordo dai tempi di Lopburi ed Ayutthaya: la pioggia.

Questa volta il nostro amico d'oltreoceano non ha avuto una grande lungimiranza:
"Siamo nella stagione secca, prova a piovere ogni tanto ma non lo fa per 5 mesi!", ci aveva detto... e puntualmente nei due giorni successivi un temporale in quota ci ha sorpreso rinfrescandoci non poco. Dopo la fatica del primo giorno, nonostante la strada salga in continuazione e la discesa sia troppo veloce per poterne godere a sufficienza, le gambe girano più agili e riusciamo ad assaporare fino in fondo gli
incantevoli panorami che il percorso ci regala, restando estasiati al mattino di fronte ad un
mare di nuvole che copre le vallate antistanti cosiccome alla sera davanti ad una
cascata incastonata in un anfiteatro naturale nel mezzo di un parco nazionale.

Paesaggi e persone, famiglie di tribù ancora isolate sulle colline dove solo un sentiero li raggiunge, discopub con musica di Bob Dylan e birra europea servita alla spina tra le vie di sole guest house di Pai: questa cittadina hippy è troppo popolata di visi simili ai nostri per meritare una sosta più lunga di un giorno. Il
turismo di massa ha oramai raggiunto anche quest'angolo di mondo incastonato tra le colline e purtroppo capita che andando a visitare un
villaggio Karen dove vivono le
donne Paduang (
donne giraffa) si entri in un circo dove per scattare qualche foto si deve pagare. Cercando un pò sotto la superfice però si possono ancora trovare luoghi isolati ed incontaminati che riconciliano lo spirito e trasmettono emozioni forti e durature.

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