Màngart, questa è la corretta pronuncia slovena, è una montagna che svetta tra Italia e Slovenia delineandone il confine. Selvaggio, maestoso e impegnativo da scalare in bicicletta, il Màngart è di quelle salite ambite dai ciclisti di tutte le età anche perchè, una volta raggiunta la meta in quota, si rimane estasiati dal panorama a 360° sul Parco Nazionale del Triglav, i laghetti di Fusine e la Natura dei dintorni. La quarta cima delle Alpi Giulie, il Màngart sfiora infatti i 2677 metri si può raggiungere partendo dall'ameno lago di Predil, in territorio italiano.
Il Passo del Predil
Dal verde acqua del lago di Predil si parte con in testa solo la dura roccia del Màngart, la nostra meta. La strada lascia il bacino alzandosi di quota in direzione del Passo del Predil, valico di confine tra Italia e Slovenia. L'ascesa è dolce e non presenta alcuna difficoltà.
Poco prima di raggiungere il passo, oltre ai piacevoli scorci sul lagosottostante, si incontrano i resti di un forte militare. Al confine la vecchia dogana è ancora presente anche se, ora come ora, completamente abbandonata... dopotutto ci troviamo nell'Unione Europea, no?
Il Passo del Predil è a quota 1156 metri ed è la porta di accesso al Parco nazionale del Triglav, il monte Tricorno, la vetta più alta delle Alpi Giulie.
In bicicletta si scende verso l'inizio della vera e propria salita attraversando ciò che resta dello sbarramento austro-ungarico del Predil e divertendosi lungo la breve serie di curve e rettilinei.
Salita al Màngart in bici
Giunti al ponte si può sostare qualche minuto per ammirare la cascata che scende dai versanti del Màngart prima di cominciare la lunga ascesa alla montagna. Il Parco nazionale del Triglav si estende per decine di chilometri raggruppando laghi alpini, salite mitiche e Natura incontaminata. Ricca è la biodiversità che popola la riserva naturalistica, meta ambita di bikers e escursionisti.
Al ponte si svolta a sinistra imboccando la strada secondaria dove un cartello accoglie i ciclisti indicando la pendenza del 22%.
11,7 km ci separano dalla meta, 11,7 km di fatica e sudore ma anche di grandi paesaggi e ambiente alpino.
La strada si stringe inoltrandosi nella valle: prima esposta al vento, l'asfalto si rifugia tra le braccia del bosco regalando un po' di ombra nelle giornate più calde. Si incontra una prima breve galleria (consiglio di portarsi un frontalino) scavata nella nuda roccia. Si guadagna quota e i panorami son sempre più estremi.
Si superano altre gallerie, più lunghe e buie, greggi di capre al pascolo e altre curve a strapiombo.
Man mano che si guadagna quota, il panorama si apre diventando più accogliente. La cima del Màngart domina lo scenario e, nonostante non manchi poi molto, sembra ancora irraggiungibile.
Le soste fotografiche aumentano perchè le Alpi Giulie e il Parco nazionale del Triglav sono un binomio perfetto per realizzare scatti che resteranno a lungo nella memoria.
In certi istanti le pendenze sfiorano il 20% e le gambe iniziano a sentire lo sforzo dell'ascesa.
Il bosco ha già lasciato spazio a rocce sporgenti che lambiscono la strada con avidità. Due gallerie si susseguono su un tornante lasciando i pedalatori a bocca aperta. L'arrivo è ormai prossimo ma anche gli ultimi chilometri non lasciano il tempo di riprendere fiato.
Si raggiungono i 2047 metri, il punto più alto asfaltato da dove salire a piedi fino alla cresta per godere del panorama sul versante italiano con i laghi di Fusine tra i principali protagonisti.
La discesa è per la stessa via della salita.
Presta attenzione ai tratti più esposti e poco riparati mentre scendi verso il torrente, alle automobili e agli altri ciclisti che pedalano in senso opposto al tuo.
Per parcheggiare l'auto consiglio i parcheggi intorno al lago di Predil che sono gratuiti e numerosi
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