In questo articolo
Da Vezza d'Oglio a Villa Dalegno
Dal parcheggio di Vezza d'Oglio (1080 m) si scende per diverse centinaia di metri lungo una strada secondaria, sino ad innestarsi sulla pista ciclabile della Valcamonica che conduce a Ponte di Legno. Tale percorso si snoda nel bosco costeggiando il Fiume Oglio tra un saliscendi e un altro, sino a giungere a Lissidini, frazione di Stadolina. Quindi si percorre qualche decina di metri lungo la strada statale del Tonale prima di imboccare sulla sinistra la breve salita verso Vione, ultimo paese prima di lasciar spazio allo sterrato.
Si percorre una bella strada dal fondo naturale perlopiù pianeggiante e a mezzacosta sul versante destro orografico della valle, molto panoramica sul sottostante paese di Temù e sui massicci glaciali della Calotta, della Cima di Salimmo e del Monte Adamello. Superata la chiesetta di S. Alessandro e successivamente le contrade Molina e Lecanù si procede in leggera salita sino ad arrivare a Villa Dalegno (1405 m).
La strada militare fino alla Malga Privisgai
Dopo aver affrontato le dure rampe acciottolate che si sviluppano all'interno della contrada si prende la strada sterrata, che in queste prime fasi si presenta pianeggiante sino alla località Balza.
Superata la deviazione per Precasaglio e successivamente per la baita di Somalbosco, si percorrono diversi tornanti non eccessivamente ripidi all'interno di un fitto bosco di conifere. Si giunge quindi, e quasi inaspettatamente, ad uno scollinamento, in corrispondenza di una piccola radura attrezzata per i picnic (Plas de Ves, 1776 m). Ora la strada scende per diverse centinaia di metri, costeggiando diversi casolari con una interessante vista sulla vallata, prima di ingaggiare una breve salita dal fondo selciato e dalle pendenze decisamente impegnative che culmina negli stupendi prati di Prebalduino (1762 m).
Dopo aver riempito la borraccia e aver goduto del panorama e della tranquillità che qui regna sovrana, si devia decisamente a destra seguendo le indicazioni per Prisigai; la prima parte si presenta molto ripida e metterà alla prova le nostre gambe, ma per fortuna gli ultimi tornanti di tale strada militare saranno più addomesticabili, più suggestivi e anche più interessanti da un punto di vista puramente costruttivo.
Una volta usciti dal bosco si giungerà alla conclusione della strada, in corrispondenza della malga Privisgai (2158 m), in posizione dominante sull'alta Valle Camonica.
Verso la Bocchetta di Val Massa
Il percorso militare ora si trasforma in semplice sentiero, ove la bici va spinta a mano. Dopo circa una decina di minuti si entra in Val Massa in MTB, poco sopra i ruderi dell'omonima baita. Si affiancano i ruderi di un vecchio baraccamento militare e finalmente il sentiero si trasforma in una vera e propria mulattiera. Nonostante tutto il tracciato è molto faticoso da percorrere in sella alla propria mtb se non in qualche sporadico tratto. Il valore aggiunto è comunque rappresentato da un ambiente selvaggio e di alta quota, e portare al proprio fianco la bici per circa 30 minuti può anche non rappresentare un impedimento.
Nelle ultime fasi della salita la mulattiera diviene più erta ma la tentazione di salire in sella è talmente forte che ci si può permettere pure di chiudere un occhio sullo stile di pedalata!
Quasi inaspettatamente ci si trova in cima, alla Bocchetta di Val Massa (2504 m), e la cosa più impressionante, e forse anche inquietante agli occhi del visitatore, è rappresentata da una vera e propria muraglia che si estende per circa un chilometro tra la Cima est del Monte Coleazzo e la Cima Bleis di Somalbosco. Si tratta a tutti gli effetti di un complesso trincerato costituito da camminamenti e trincee, torrette, posti di osservazione e grotte ricovero. Un vero capolavoro di architettura militare, realizzato in occasione del Primo Conflitto Mondiale e appartenente alla seconda linea del sistema difensivo italiano; non essendo mai stato interessato dagli eventi bellici, è giunto fino a noi quasi perfettamente integro.
Tramite una breve stradina militare si giunge sullo spartiacque, punto di osservazione sulla Valle delle Messi e sul percorso stradale del Passo Gavia nonché sul passo delle Graole, sulla Conca di Montozzo e sul Dosso di Meda.
Pedalando in Val Cané
Dopo un meritato pranzo al sacco è giunta l'ora di scendere! Lasciata alle spalle la “muraglia camuna” (tipologicamente simile, ma non identica, al trinceramento che contorna la sommità del Monte Pagano), si percorre in sella quasi tutta la discesa, a tratti sassosa e tecnica, fino alla malga Privisgai, per poi proseguire sino a Prebalduino. Successivamente si continua a pedalare su una sterrata, dapprima pianeggiante e poi in leggera salita, verso la santella della Madonna delle Paoline e le baite di Chigolo (1806 m), prima di tuffarsi in forte discesa verso la Val Cané.
Al termine della discesa ci attende un tratto di salita selciato non eccessivamente ripido e lungo, da affrontare con lo sguardo rivolto verso le belle guglie che contornano questa lunga e affascinante vallata. Giunti a Cortebona (1764 m), proprio in prossimità del confine meridionale del Parco Nazionale dello Stelvio, si affronta una discesa a tratti inerbita verso le baite Saline, prima di scendere alla contrada Premia e al paese di Vione. Qui ci riporteremo sul percorso dell'andata scendendo a Stadolina e concludendo il giro affrontando la pista ciclabile fino a Vezza d'Oglio.
Ultimi commenti