Da Bagolino al passo Crocedomini
Mentre Vero e le altre splendide bikers si cimentavano nel mini-viaggio dei quattro laghi in un paio di giorni (da Rovereto al lago d'Iseo passando per il Garda, Ledro e Idro) i mariti ne approfittavano per una giornata "libera". Così con Antonello decidiamo di precedere le ragazze e assaggiare le rampe del passo Crocedomini il giorno prima del loro passaggio. Lasciata l'auto a Bagolino, piccolo ma affascinante borgo dalle mille strette viuzze, inforchiamo le nostre MTB per pedalare subito in salita lungo la strada provinciale 669 del passo Crocedomini. Le pendenze non sono eccessive anche se qualche strappo si fa sentire. Si giunge prima al paesino di Valle Dorizzo e successivamente in località Gaver, da dove partono affascinanti percorsi nel parco dell'Adamello, come ad esempio l'itinerario MTB al passo del Bruffione fatto qualche anno fa.
I chilometri iniziano a farsi sentire ma è soprattutto il caldo a non concedere tregua. Negli ultimi chilometri del passo Crocedomini le conifere lasciano spazio ai pascoli ancora verdeggianti e di ombra non se ne parla. Una breve discesa ci illude concedendo un attimo di respiro, ma ben presto è di nuovo salita dura. Un ultimo tornante ci lascia respirare e le pedalate finali sono piuttosto agili: si scollina a 1938 m, dopo 21 chilometri e oltre 1200 m di dislivello.
Il rifugio del passo Crocedomini si trova un chilometro circa più in basso, sul versante che si affaccia sulla Valcamonica. Sosta, panino e birretta sono d'obbligo! Siamo tra i pochi ciclisti... è venerdì e forse il motivo è anche quello, ma queste zone sono comunque relativamente poco frequentate. Meglio così... potremo godere con più tranquillità degli spendidi panorami alpini del parco dell'Adamello.
Strada delle Tre Valli tra Crocedomini e Maniva
Rifocillati e ritemprati, anche se un po' provati dall'alcol e dal panino con il "Bagoss" (formaggio tipico della zona), riprendiamo a pedalare nuovamente in salita imboccando la strada delle Tre Valli verso sud. Da qui in avanti, per una decina di chilometri, il fondo è sterrato ma comunque ben compatto. Si sale ancora, un po' a strappi, fino a raggiungere la sella dell'Auccia, poco sotto il dosso dei Galli, oltre quota 2100 m. La nebbia ci avvolge in pochi minuti ed imbocchiamo la discesa, di nuovo su asfalto, in un clima spettrale ma suggestivo. Al primo tornante lasciamo la strada principale svoltando a sinistra su un sentiero che taglia la montagna e ci conduce più rapidamente al giogo del Maniva, 1664 m.
Da qui sarà una picchiata fino a Bagolino. Il sole rispunta tra le basse nuvole e noi non facciamo altro che goderci la frescura mentre scendiamo. Osservando alcuni contadini che raccolgono il fieno penso a questi monti, a quest'area depressa abitata da gente austera. La sua semplicità è anche la sua bellezza... tornerò perché amo luoghi come questi, lontani dalla ressa e dal turismo di massa.
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