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Uluru nell'outback australiano
Downwind Photographers
 
 

L'Australia è una nazione immensa, con una superfice di 8 milioni di kmq è la sesta più grande del mondo e la sua popolazione è circa un terzo di quella italiana, 20 milioni di persone che vivono perlopiù sulla costa orientale. Si può capire quindi come la maggior parte del territorio sia disabitato: un terzo del paese è costituito da steppa, un altro terzo da deserto, l'Outback d'Australia. Il più alto rilievo è il Mount Kosciuszko, nelle Snowy Mountains, appena 2278 m.s.l.m. La maggior parte del suo ecosistema è rimasto vergine, senza essere stato toccato dalla mano spesso pesante e deturpante dell`uomo.

La selvaticità dell'Australia e l'outback, il suo cuore, , una delle aree più estreme di questa nazione, è quello che mi ha attirato quaggiù e ciò che ho cercato di scoprire vagabondando in questa terra. Purtroppo, a causa delle limitate risorse economiche non mi è stato possibile raggiungere il cuore australiano, percorrendo per esempio i vari Oodnadatta, Strzelecki e Birdsville tracks, nell'outback del South Australia, oppure attraversando il Gibson desert da Perth ad Uluru o ancora completando la Savannah way da Cairns a Broome. Tutti questi percorsi richiedono l'utilizzo di un mezzo fuoristrada e l'attrezzatura per pernottare e campeggiare in completa autonomia in questi sconfinati spazi aperti. Esperienze uniche ma purtroppo piuttosto onerose e da condividere con persone esperte (io non lo sono affatto) o per lo meno di cui ci si può fidare. Rinunciando a questi isolati itinerari mi sono accontentato di percorrere le strade più classiche, attraversando il Nullarbor plain da Adelaide a Perth (sarebbe meglio dire da Ceduna a Norseman ma questi nomi suonerebbero sconosciuti ai più) e tagliando il continente da nord a sud, da Tennant Creek a Coober Pedy (da Darwin ad Adelaide), vivendo comunque intensamente l'esperienza di attraversare il Red centre, l'outback il vero cuore d'Australia. Quest'infinita piana che divide le due coste australiane, inospitale e con difficili condizioni ambientali, è abitata dalle popolazioni aborigine da millenni, unici veri nativi australiani. Oggi purtroppo gli aborigeni sempre più spesso relegati in riserve, costretti a vivere come una popolazione stanziale nonostante essi siano abituati a muoversi nel bush, sovvenzionati dal governo. Non avendo però l'attitudine al risparmio ed all'utilizzo del denaro, spesso lo utilizzano per acquistare alcool e mi è capitato più di una volta di incontrare giovani Anangu ubriachi, sdraiati ai bordi delle strade, nei centri di piccole cittadine dell'entroterra.

Anzichè aiutare queste popolazioni dunque le sovvenzioni governative hanno acuito il conflitto tra aborigeni e bianchi e, recentemente, la scoperta di abusi ai danni di bambini all'interno di alcuni villaggi nel Northern Territory ha provocato un'ondata di indignazione (più che giustificata) e il conseguente intervento dell'esercito. La strada per raggiungere dunque una soluzione che permetta a queste genti di vivere tradizionalmente o di integrarsi con il nostro stile di vita è ancora lunga e le prospettive non sono delle più rosee. Ancora una volta l'incontro tra culture differenti si è trasformato in scontro e come spesso è accaduto nella storia umana, è stata la civiltà più debole a soccombere (com'è accaduto agli indiani d'America, alle civiltà precolombiane in Sudamerica ed alle migliaia di tribù africane, per fare qualche esempio). Tornando al mio vagabondaggio, oltre ad essermi addentrato nel Red Center, l'outback australiano, ne ho apprezzato l'altro grande paesaggio che la caratterizza: la linea costiera. Nonostante su di essa si sia concentrata l'attenzione dei coloni europei giunti qui pochi secoli orsono (Cook sbarcò qui nel 1770, olandesi e portoghesi misero piede sulla Terra australis nel XVII sec.), è ancora possibile visitare angoli di una bellezza abbagliante, come la spiaggia di Whitehaven beach nelle Whitsundays islands o le scogliere dei 12 apostoli lungo la Great Ocean Road e scovare splendide baie disabitate come Lucky bay nel Cape Grand National Park ad est di Esperance o Turquoise bay nel Cape Range National Park, ideale per effettuare snorkeling nella Ningaloo reef. Tutti questi luoghi descrivono la vera essenza dell'Australia, lontana dalle grandi città cosmopolite e dall'immenso parco giochi costruito lungo la East coast, soprattutto nei dintorni di Brisbane (Gold coast e Sunshine coast), per soddisfare le esigenze vacanziere di giovani australiani e stranieri. Questi luoghi si possono trovare, identicamente sconsolanti lungo la Riviera romagnola o la Costa Azzurra, sulle Baleari o in California. L'Australia dei deportati, dei detenuti costretti ai lavori forzati, dei primi emigranti venuti qui in cerca di fortuna è ancora viva nei paesi di frontiera quali Kalgoorlie, Coober Pedy, Broken hill, Newman, Mount Isa… mentre è ormai agonizzante, massacrata nell'arco di due secoli di caccia ed isolamento, la cultura aborigena, nonostante un ultimo disperato tentativo (che come detto prima non sta dando buoni frutti) di rivitalizzazione iniziato negli ultimi 30 anni.

 
 
Ultima modifica: 16 Giugno 2024
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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