Unisciti alla LiT Family
Bulgaria in bici: 1300 km nell'ex paese del blocco sovietico
La Bulgaria in bici è un paese imprevedibile e affascinante dove la recente storia di nazione satellite dell'Unione Sovietica si intreccia con i sostanziali cambiamenti degli ultimi decenni europei. Se nei paesi dispersi tra le montagne del sud sembra di vivere ancora come due secoli fa, nelle cittadine e città, un esempio tra tutte è quello di Plovdiv capitale europea della cultura insieme a Matera nel 2019, la modernità e la globalizzazione hanno contaminato lo stile di vita degli abitanti e le tradizioni bulgare. Visitare la Bulgaria in bici, mezzo di viaggio lento e meditativo, permette di entrare a fondo nell'identità bulgara e di osservare con un occhio più attento i tesori di questo paese dell'Europa dell'est.
In questo articolo
- Melnik, città del vino e i monti Pirin
- I monti Rodopi e i villaggi pomacchi
- La cortina di ferro della nostra Bulgaria in bici
- Bulgaria in bici e confini randagi
- Plovdiv, città della cultura 2019
- La Bulgaria centrale in bici, Kazanlak e il Buzludža
- Verso il mar Nero in bici
- Il cavaliere di Madara
- Tombe trace e la riserva di Srebărna
Melnik, città del vino e i monti Pirin
Melnik è stata la vera e propria cittadina del nostro viaggio in Bulgaria in bici. Dopo aver oltrepassato la frontiera tra l'alfabeto greco e quello cirillico nella zona rurale - collinare poco distante dal piccolo centro, abbiamo deciso di sostare tra i vigneti della città più piccola della Bulgaria con i suoi 385 abitanti. Melnik, che si dice essere il luogo natio di Spartacus, si sviluppa principalmente su due vie perpendicolari alle cui spalle svettano le piramidi di terra rossa, delle formazioni rocciose create dall'erosione. Le case bianche rilassate lungo l'alveo del fiume splendono se colpite dai raggi del sole; i turisti, amanti del vino e non, si crogiolano tra caffetterie e ristoranti dove assaggiare la gustosa cuscina bulgara, una fusion ben riuscita tra la cultura gastronomica mediterranea e quella balcanica. Dalla graziosa Melnik è cominciata la prima giornata di viaggio esclusivamente in Bulgaria in bici: all'alba abbiamo iniziato ad aggirare le piramidi raggiungendo il monastero di Rozhen prima di imboccare un suggestivo e impegnativo sterrato verso il cuore della catena montuosa del Pirin. Un tratto a spinta e poi un altro ancora, da queste parti le pendenze su terreno sconnesso non scherzano, ci hanno fatto macinare chilometri. Raggiunti gli 800 m di quota abbiamo proseguito in sella godendo di questo angolo segreto del Pirin, che più a nord, nella zona del monte Vihren (2914 m), il più alto della riserva, è parco nazionale. Visitando la Bulgaria in bici ti capiterà spesso di poter scegliere tra strade sterrate nella natura e stradine nascoste che si inoltrano chissà dove e, alcune volte,sarai costretto anche a spingere!
Discesa e poi ancora salita: dal fondovalle abbiamo guadagnato metri verso l'avamposto di Pirin senza mai raggiungerlo. La nostra strada si è inerpicata fino ai 1420 m, un luogo silenzioso e boschivo dove sono stati costruiti due o tre rifugetti. Un'altra ventata di natura autentica in quota e, con una veloce picchiata, siamo approdati a Gotse Delchev, cittadina che ha preso il nome dall'omonimo rivoluzionario bulgaro. Questo centro senza particolari attrattive, ma con un negozio di bici, è lo spartiacque tra l'area montuosa del Pirin e i monti Rodopi.
I monti Rodopi e i villaggi pomacchi
Se ti capitasse di visitare la Bulgaria in bicicletta arrivando dalla Grecia, di sicuro rimmarresti meravigliato come noi per la gran quantità di luoghi da scoprire. La nazione balcanica condivide con la vicina terra di Enea e della mitologia, un'ampia fascia protetta di montagne poco abitate, luoghi reconditi dove il carsismo è il vero artefice del territorio. I monti Rodopi si trovano per l'83% nella terra di Bulgaria; il restante 17% occupa la parte nord orientale della Grecia ed è parco nazionale. La biodiversità di questa zona di confine è davvero variegata: un naturalista può arrivare a riconoscere il 60% delle specie vegetali europee, mentre un appassionato e paziente visitatore potrà scorgere l'orso bruno, il camoscio balcanico, il francolino di monte e altri animali tipici delle aree montuose balcaniche.
Ma facciamo un passo indietro.
Da Gotse Delchev abbiamo pedalato verso est, entrando più a fondo in questa inaspettata Bulgaria in bici e dimenticandoci ben presto del traffico cittadino e inoltrandoci su strade secondarie dove sorgono cittadine dai nomi per noi ancora difficili da capire.È incredibile pensare come si passi rapidamente dal rumore al silenzio, dal caos alla quiete, dalla modernità alla tradizione... dei villaggi pomacchi, i musulmani bulgari che popolano i monti dei Rodopi e altre zone del Kosovo, della Turchia, dell'Albania e della Macedonia del nord. Kribul è un paese minuscolo e conta 387 abitanti. Ci siamo arrivati dopo una lunga giornata in bici in una Bulgaria inaspettata che ci ha condotto per mano da una catena montuosa a un'altra, facendoci superare una piccola valle incantata dove si coltiva il tabacco e si spaccano pietre.
Siamo stati ospiti di Fahme e Agush che ci hanno viziato con l'ospitalità pomacca prima di una nuova giornata in sella. Da Kribul la nostra traccia si è inoltrata nel bosco su sterrato salendo senza scampo verso un ripetitore. A Fargovo abbiamo ritrovato l'asfalto e la traccia dell'Eurovelo 13 che ci ha accompagnato per molti chilometri verso est, attraverso le montagne della Green Belt, la cintura verde, quella linea che per decenni ha diviso l'Occidente dall'Oriente e che oggi è una fascia di natura pressoché incontaminata. Qualcosa sembra impedire ai viaggiatori di deviare da questa rotta e così si continua ad avere il sole in volto al mattino e dietro le spalle la sera e a respirare quell'intenso odore di resina e il profumo delle pietanze cucinate a bordo strada nei rari locali.
La cortina di ferro della nostra Bulgaria in bici
A Dospat c'è un lago, ma dalla strada non si vede quasi mai. Oltre la città un lungo canyon, quello del fiume Vacha, e poi decine di torrenti, aree sosta e scollinamenti continui fino a un ritorno alla civiltà con la riapparizione di villaggi, urla giocose e negozietti di alimentari... poi ancora silenzio.
Nella pancia dei monti Rodopi, dove resistere all'innamoramento è una prerogativa di pochi, la Bulgaria in bici ci ha mostrato un volto naturalistico inaspettato che ci ha sconcertato. E che dire della resilienza? Nei villaggi tra le montagne la giornate sono faticose, le stagioni avverse, l'agricoltura poco produttiva eppure i paesi risplendono di vita.
Dopo una notte a fianco del minuscolo cimitero di Grohotno, e un risveglio profumato d'Oriente con un talentuoso muezzin, siamo ripartiti lungo la Vacha e la Cortina di ferro. I Rodopi sono un'attrazione turistica per i bulgari e i pittoreschi paesi di montagna che punteggiano la catena montuosa sopravvivono anche grazie al pigro via vai di viaggiatori in automobile.
Shiroka Laka con le case tipiche e il ponte a dorso di mulo sorge proprio sulla strada, che coincide con l'Eurovelo 13, ed è impossibile non sostare nel centro cittadino. Risalente al XVII secolo, il villaggio conta poco più che 500 abitanti, un carnevale conosciuto come kukeri e l'utilizzo nel folklore locale di una cornamusa chiamata kaba gaida.
Al bivio per Pamporovo l'eurovelo 13 svolta bruscamente verso sud e noi con lui. La salita verso la stazione sciistica bulgara dove l'edilizia selvaggia ha devastato la bellezza delle foreste, è stata impegnativa, ma i 1700 m del punto più alto sono stati conquistati. La vallata oltre il passo ci ha lasciato ancora una volta senza fiato con i villaggi abbarbicati, il suono accomodante dell'acqua, una pista ciclabile, le aree sosta curate e... la presenza dell'orso. Dal cuore verde della conca la strada lascia i Rodopi scendendo verso la squallida Rudozem per poi lasciarla in fretta e proseguire lungo un altro canyon silente a levante.
Le montagne dei pomacchi restano alle spalle dei cicloviaggiatori e, inevitabilmente, un po' di nostalgia avvolge il cuore.
Bulgaria in bici e confini randagi
Avanzando lentamente verso est è apparsa Zlatograd, una cittadina di frontiera... davvero economica. Situata a pochi chilometri dal confine con la Grecia, è una tappa per molti viaggiatori che decidono di visitare i Rodopi tra una nazione e l'altra. Rapiti come tanti dal fascino assorto della località, abbiamo deciso di fermarci un paio di giorni per recuperare le energie prima di riprendere il viaggio attraverso la Bulgaria in bici. Tra dubbi di pianificazione e chorba bollente abbiamo deciso di avvicinarci a Kirkovo prima di deviare bruscamente verso nord in direzione di Plovdiv, città della cultura 2019 insieme a Matera. Seguendo strade secondarie ci siamo ritrovati a bere una bibita fresca in paeselli sperduti tra omoni sdentati con i baffi o circondati da cani randagi dolcissimi. I mezzi di trasporto più utilizzati da queste parti sono i carri trainati da cavalli che fanno la spola da un villaggio all'altro e sono poco più veloci di una bici carica. Abbiamo attraversato Dzehbel, cittadina popolata al 75% da famiglie di origine turca e Kardzhali, vivace e trafficata. Oltre la città la strada si è arrampicata duramente frustando le gambe già affaticate, ma i suoni della montagna sono tornati ad avvolgere ogni cosa. Mucche, ruscelli, foglie che danzano nel vento, rami che scricchiolano, profumo di pane appena sfornato. La Bulgaria è così, imprevedibile: il caffè ogni tanto è gustoso, altre volte lascia in bocca un saporaccio difficile da dimenticare, le persone talvolta sorridono, in altre occasioni ti fissano attonite senza muovere un solo muscolo, i cani randagi spesso abbaiano per poi rivelarsi coccoloni, altre volte non ti considerano proprio.
Plovdiv, città della cultura 2019
Ogni volta che ci si avvicina in bici a una grande città il traffico diventa nervoso e sostenuto e la voglia di fuggire lontano, di ritornare tra i boschi accoglienti della notte appena trascorsa è grande. Prima di giungere a Plovdiv siamo passati da cittadine dove il passato di paese satellite dell'U.R.S.S. ha lasciato un segno evidente nell'architettura, nei murales e nelle decorazioni: stelle rosse, ritratti di Lenin, brutalismo sovietico e scritte come "CCCP" insieme a caratteri cirillici per noi quasi incomprensibili.
Ad Asenovgrad, nome eloquente, siamo riusciti ad aggirare il caotico centro passando vicino al cimitero dove due bimbi stavano scavalcando la recinzione in ferro. Ci siamo avvicinati alla riva orografica destra del fiume Chepelare dove lo sterrato era ingombro di rifiuti di ogni sorta, l'aria puzzava di cadavere e il proseguimento del trail appariva tutt'altro che beneaugurante... ma quale alternativa avevamo? Rischiare la morte sulla strada 86? La paura delle automobili insita in ogni viaggiatore lento ha preso il sopravvento spingendoci sempre più a nord lungo il tracciato e permettendoci di assistere all'incredibile volo di un gruppo di rare cicogne nere.
Plovdiv ha atteso il nostro arrivo, vivace e spensierata, giovane e irrequieta, una città in pieno fermento, un po' antica e un po' cosmopolita.
Seconda città della Bulgaria, Plovdiv si sviluppa dalle rive del fiume Marica ai sei colli della zona e merita di essere visitata con calma, senza fretta, per rivelarsi nel profondo, tra vicoli storici, gli edifici di epoca romana - il teatro, l'odeon e l'anfiteatro - e gli antichi palazzi.
La Bulgaria centrale in bici, Kazanlak e il Buzludža
Vie secondarie e strade sterrate ci hanno accompagnato anche più a nord di Plovdiv facendoci immergere in un'atmosfera rurale fatta di piccoli paesi, campi girasoli e fiumi popolati da anfibi. I bulgari non sono affatto espansivi né invadenti e in certe occasioni hanno dimostrato un vero senso dell'ospitalità. A Pesnopoy abbiamo incontrato Maria che ha vissuto diversi anni in Italia con la famiglia per poter tornare e acquistare un negozietto di alimentari nel paese natio, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità. La sorridente signora ci ha ospitato sotto il suo gazebo chiuso salvandoci da un forte temporale.
Poco più a nord di Pesnopoy ha inizio il parco nazionale dei Balcani centrali, una catena montuosa che occupa il cuore della Bulgaria.
Kalofer è stata costruita ai piedi delle montagne e ha una particolarità: è il luogo natio del poeta ed eroe bulgaro Hristo Botev al quale è stato dedicato un grande monumento, meta di curiosi da ogni parte della nazione. Ripartendo da Kalofer si riesce a pedalare lontano dal traffico tra villaggi agricoli, panorami mozzafiato, greggi di pecore e il lago artificiale di Koprinka nei dintorni del quale (e sotto il quale) si estendeva la città tracia di Seuthopolis, capitale del regno di Odrysian.
Dalla diga, dopo aver assitito alla predazione di un povero rospo da parte di una biscia, abbiamo raggiunto Kazanlak, famosa per ospitare una tomba tracia a volta, patrimonio UNESCO. In realtà la vera tomba non può ancora essere visitata, ma una fedele riproduzione rende l'idea di quale meraviglia fosse la valle dei re traci, nome attribuito alla vallata di Kazanlak dall'archeologo Georgi Kitov per la grande quantità di sepolture rinvenute. Anche in questa parte di nazione la Bulgaria in bici è riuscita a sorprenderci con una bella pista ciclabile per uscire in sicurezza dalla città e dirigersi verso il monumento di Buzludža (1441 m), una sorta di astronave costruita secondo i canoni dell'architettura brutalista degli anni '70. Il Buzludža commemora il luogo in cui nel 1891 un gruppo di socialisti si radunò segretamente per dare vita a un movimento organizzato che portò poi alla creazione del partito comunista bulgaro.
Verso il mar Nero in bici
Dal gigantesco Buzludža ci siamo inoltrati nella foresta per seguire una faticosa, ma divertente, traccia sterrata in direzione di Tryavna, cittadina dalle tipiche abitazioni bulgare, con l'intelaiatura in legno e le pareti intonacate di bianco. Salite e discese, boscaglia fitta e uomini con il carretto ci hanno accompagnato fino al villaggio di Yakovtsi dove abbiamo pasteggiato con birra Kamenitza prima di piantare la tenda in riva al lago e goderci il tramonto infuocato. Dal piccolo bacino abbiamo raggiunto Elena, città fatiscente, devastata e spopolata in periferia, ma viva, brulicante ed emancipata in centro. Le montagne dei Balcani ci hanno avvolto nel loro abbraccio fatto di villaggi, foreste e salite fino a Kotel, nella provincia di Sliven. La città, per posizione e tradizione, è da sempre punto di riferimento per i pastori nomadi che praticano la transumanza. Il mar Nero non è così lontano dalla città: come sempre abbiamo cercato di individuare strade secondarie che ci tenessero al sicuro dai mezzi motorizzati e questa continua ricerca ci ha portato a scoprire luoghi incantati, piccoli angoli agresti sperduti, radure che le stelle illuminano con fervore, il tutto nella pancia della Bulgaria. Ravda è la città che ha accolto il nostro arrivo sul mar Nero prima di Nesebăr, l'antica Mesembria, deliziosa e antica penisola patrimonio UNESCO. Tra i vicoli nascosti al turismo di massa, Nesebăr conserva ancora la sua autentica anima tracia. E poi le chiese di tutte le epoche, le case in legno, il vecchio mulino a vento, il lungomare e le antiche fortificazione hanno reso la città un must imperdibile in un viaggio in Bulgaria in bici.
Il cavaliere di Madara
A Šumen un bassorilievo di epoca medievale è stato dichiarato patrimonio UNESCO: si tratta di un cavaliere che, a 23 metri dal suolo, sta conficcando una lancia in un leone sotto l'occhio vigile di un cane.
Per giungere in questo luogo celato nella Bulgaria rurale, dal mar Nero si attraversano aree poco turistiche ma piacevoli da pedalare come quella del lago artificiale di Tsonevo dove suggestive formazioni rocciose fanno meravigliare anche i più scettici.Prima di raggiungere Madara, luogo in cui si trova l'austero cavaliere, ci siamo fatti tentare da una piccola struttura con piscina situata in un paesello remoto, un vero e proprio cul-de-sac montano a Cherni Vrah, un rifugio di pace e quiete dove si mangia benissimo!
Tombe trace e la riserva di Srebărna
Da Madara le ruote della bici hanno solcato strade sempre diverse, puntando con decisione a nord. Isperith è una località priva di interesse, ma la vicinanza alle tombe trace di Sveshtari rende questa città un ottimo punto di partenza per l'esplorazione del sito. Divertenti sterrati si diramano in direzione delle collinette, i nascondigli segreti delle tombe.Una di queste sepolture è visitabile e vi si può accedere solo dopo aver superato un sistema tecnologico di controllo e conservazione impensabile. Entrare nella tomba solletica le emozioni più recondite legate al senso di scoperta, ci si sente un po' come un archeologo davanti a una piramide mai esplorata prima. Dalle tombe trace si riesce già a sentire il profumo pungente di palinca perchè la Romania è davvero vicina. L'ultima tappa del nostro viaggio in Bulgaria in bici è stata la riserva naturale di Srebărna, una piccola area di stagni dichiarata patrimonio dell'umanità, situata sull'antica strada romana via Pontica.
La zona è popolata da numerose specie ornitologiche, un vero must per chi ama il birdwatching.
La riserva è anche la degna conclusione della nostra lunga esplorazione in Bulgaria in bici durata quasi un mese, ma prima del nostro ingresso in Romania non ci lasceremo scappare un altro brivido su sterrato... un'ulteriore esperienza off-road per chiudere definitivamente il cerchio in terra bulgara.
- Catena montuosa del Pirin: tracciati poco battuti da scoprire in bici partendo dalla città del vino di Melnik
- Monti Rodopi e villaggi pomacchi le strade di confine, nella cintura verde, visitando i paesi dove vivono i pomacchi (e godendo della loro ospitalità!)
- La traccia dell'Eurovelo 13 lungo la vecchia cortina di ferro permette di attraversare la Bulgaria in bici
- Plovdiv, spumeggiante città della cultura 2019
- Il cavaliere di Madara bassorilievo risalente al Medioevo
- Tombe trace: le antiche sepolture (alcune delle quali patrimonio UNESCO) da Kazanlak a Sveshtari
- Buzludža: un’astronave dell’epoca comunista bulgara
- Architettura tipica bulgara: di paese in paese respirando la Bulgaria più autentica
- Gastronomia bulgara: assaggiare le specialità bulgare finendo il tutto con un bicchiere di Rakija
- Come raggiungo la Bulgaria? Il modo più bello di raggiungere la Bulgaria è sicuramente la bicicletta, ma se non esiste questa possibilità ci si può affidare ai voli aerei per Plovdiv o Sofia (i più comodi). Dall'Italia le principali compagnie a operare con la Bulgaria sono: Alitalia, WizzAir e Ryanair...
- L'itinerario è segnalato? Il percorso è stato disegnato da noi e non è segnalato. Consigliamo di scaricare la traccia gpx della nostra Bulgaria in bicicletta.
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario si trovano moltissime fonti d'acqua sia nei villaggi che lsulle strade di montagna. L’acqua è generalmente fresca e potabile (noi l’abbiamo bevuta ogni giorno senza alcun problema evitando così di acquistare bottiglie di plastica).
- Com'è la qualità delle strade visitando la Bulgaria in bici: il tracciato da noi disegnato segue strade secondarie nascoste, sterrati scassati e talvolta sassosi, strade di montagne impegnative. Nel complesso la qualità delle strade asfaltate in Bulgaria è buona, le vie sterrate sono spesso invase dalla vegetazione o nascoste… ma senza un po’ di avventura, che gusto c’è?
- Lingua e segnaletica: in Bulgaria sono davvero pochi a parlare inglese fuori dalle grandi città. Per comunicare dovrai imparare qualche parola o frase della lingua bulgara. In Bulgaria si usa l’alfabeto cirillico che, a prima occhiata, sembra incomprensibile ma con un po’ di pratica si riesce a comprendere senza troppa fatica.
- La Bulgaria in bici è un paese piuttosto economico e quindi si possono trovare alloggi anche a buon prezzo… a Cherni Vrah per esempio abbiamo dormito in due con cena (e che cena!) a 35€. Le strutture da noi testate sono piuttosto accoglienti e curate. In certe aree è presente l'orso bruno quindi, prima di andare a dormire in tenda, lega il cibo lontano a un albero dalla tenda.
- Campeggiare liberamente in Bulgaria è vietato, ma in realtà è una pratica ampiamente tollerata e accettata. Mi raccomando, se deciderai di campeggiare liberamente, non lasciare traccia del tuo passaggio. Un'alternativa al campeggio libero è quella di chiedere la possibilità di piantare la tenda in giardini o proprietà private: a nessuno si nega un posto tranquillo per dormire!
- Esistono in zona anche alloggi alternativi come gli appartamenti su airbnb che puoi trovare scontati se non sei ancora registrato.
- Cosa mangiare in Bulgaria? La cucina tradizionale bulgara attinge sia da quella mediterranea che da quella balcanica e, per questo, risulta variegata. Assaggia le diverse chorba (le zuppe) come il tarator, gli spezzatini e gli stufati che cambiano in base alla località, le insalate, la banitsa proposta in mille versioni diverse, la salsa ljutenica e i dolci come la baklava.
- Dove mangiare in Bulgaria? Per assaggiare la cucina tipica bulgara scegli i ristoranti delle cittadine medio-grandi e affidati ai consigli dei locali.
- Le birre bulgare da non perdere sono: Kamenitza, Zagorka, Shumensko, Pirinsko e Astika!
- Turismo in Bulgaria: sito italiano dedicato al turismo in Bulgaria con tante informazioni utili;
- Bulgaria travel: sito ufficiale del turismo in Bulgaria (in lingua inglese);
- Mappa della Bulgaria 1:375,000 Bulgaria Travel Reference Map o mappe più dettagliate;
- Libri consigliati sulla Bulgaria prima di partire: A est dell'Occidente di Miroslav Penkov, Storia della Bulgaria. Nel paese delle rose di Georges Castellan e Marie Vrinat-Nikolov e Street Without A Name: Childhood And Other Misadventures In Bulgaria di Kapka Kassabova (in lingua inglese).
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Commenta per primo.
Vero
ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!
EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!
Ultimi da Vero
- Ciclabile Val Brembana: da Piazza Brembana a Zogno in bici
- Ex ferrovia Spoleto Norcia in bicicletta
- Ciclabile Val Seriana: da Alzano Lombardo a Clusone in bici
- Giro lago di Iseo in bici: borghi antichi, olio e Christo
- Cammino di Santiago: km, da dove parte, percorso
- Ciclabile Val di Non: da Sabino a Taio in bici
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico