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Cicliste per caso: il documentario "Grizzly tour" su Amazon Prime dal 30 dicembre
La bicicletta perché è democratica, libera e sostenibile, ed è uno dei simboli dell’emancipazione femminile.
La bicicletta perché è silenziosa e gentile, e permette di stare a contatto con la natura, di esserne parte. E mai come nel viaggio lungo la Great Divide l’abbiamo sperimentato, così piccole, perse dentro ad un paesaggio immenso, così vulnerabili nei confronti degli agenti atmosferici.
Da oggi su Amazon Prime è possibile vedere il documentario del viaggio "Grizzly Tour".
Abbiamo pedalato per giorni e giorni senza mai incrociare macchine e persone, solo animali. Abbiamo perso il conto dei cerbiatti e delle antilopi, dei cani della prateria, degli scoiattoli e delle volpi. Dietro una curva abbiamo sorpreso un enorme alce fermo a guardarci, e ci siamo spaventate quando un cucciolo di grizzly ci ha attraversato la strada correndo… La mamma dove sarà? È proprio per evitare l’incontro con il temibile orso che viaggiavamo con delle campanelle appese alle bici, per fare rumore, per farci sentire.
Due anni fa abbiamo pedalato il nostro viaggio più lungo: 4.000km dal Canada al Messico, lungo la Great Divide, attraverso le aree più remote delle Montagne Rocciose. Come al solito abbiamo pedalato in totale autonomia portando con noi tutto il necessario, nessun mezzo al seguito o supporto di alcun genere, solo due amiche, anche loro in bicicletta, per aiutarci a documentare il viaggio.
Un’avventura lunga e faticosa (54 giorni totali, di cui 48 pedalando), durante la quale abbiamo dormito prevalentemente in tenda e pedalato spesso ad alte quote: il passo più alto valicato è stato l’Indiana Pass a oltre 3.600 m, ma tutto il Colorado è già sopra i 2.000. Abbiamo attraversato 7 stati (Alberta e British Columbia in Canada; Montana, Idaho, Wyoming, Colorado e New Mexico in USA), e man mano che pedalavamo verso Sud cambiavano i paesaggi, cambiava il clima. Siamo passate dalla natura selvaggia del Canada agli immensi pascoli del Montana, dai passi innevati del Colorado al caldo torrido del Deserto del Chihuahua in New Mexico.
Come sempre succede durante questi viaggi, man mano che passavano i giorni abbiamo perso la concezione del tempo e siamo entrate in una routine, mentre il corpo diventava più forte e il sole bruciava la nostra pelle. Abbiamo patito il freddo, il caldo, la sete. Ci siamo meravigliate davanti a paesaggi di una bellezza indescrivibile, ma anche annoiate pedalando strade dritte che sembravano non finire mai. Abbiamo cercato riparo dal caldo sotto gli alberi e dalla grandine dentro una miniera. Abbiamo riso, ci siamo emozionate, ci siamo arrabbiate, abbiamo litigato. Abbiamo incontrato altri viaggiatori e goduto dell’ospitalità più sincera, quella che viene dal cuore. Abbiamo vissuto nel presente, giorno dopo giorno, assecondando gli imprevisti che un viaggio di questo genere porta sempre con sé.
Ora finalmente questo viaggio incredibile è diventato un documentario, visibile su Amazon Prime.
Il documentario però non racconta solo una grande avventura tra natura incontaminata e animali selvaggi, racconta anche di come un viaggio di questo genere ci costringe, giorno dopo giorno, a misurarci con i nostri limiti, con la nostra forza e la nostra fragilità. Racconta di come il viaggio ci ha messo alla prova sia come cicliste, ma soprattutto come coppia. È un documentario che racconta un grande amore, perché ogni viaggio in fondo è una storia d’amore.
Qui sotto puoi guardare il trailer del video.
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Cicliste Per Caso
Siamo Linda e Silvia, due grandi amanti della bicicletta, che usiamo quotidianamente come mezzo di spostamento a Milano.
Il nome “Cicliste per caso” è nato durante un folle viaggio in bicicletta lungo la mitica “Carretera Austral”, in Patagonia. Ci piace la bicicletta perchè è democratica, libera e sostenibile, ed è uno dei simboli dell’emancipazione femminile.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico