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Slovenia da scoprire – The Grand Escape Italy/Slovenia
Lo scorso ottobre ho preso parte al The Grand Escape Italy/Slovenia, fratello minore (per data di nascita ma non per importanza) della versione Tuscany. L’evento è sempre organizzato da Bikepacking Adventures ASD.
Ma tornando al nostro Grand Escape, il suo tracciato ad anello è lungo complessivamente 600 km, per un dislivello totale di circa 9.000 m. Ognuno poi può gestirsi il percorso come preferisce, scegliendo “dove”, “come” e sopratutto “se” dormire. L’importante era concludere l’anello entro la deadline del 18 ottobre, per l’ufficialità.
In questo articolo
La partenza è stata il 14 ottobre, un paio di settimane dopo la conclusione del mio Ethir Romagna Trail, evento bikepacking ben diverso (dato che quello si svolge per un buon 80% su sterrato, mentre il Grand Escape è completamente su strada) ma altrettanto divertente e in cui, da buon romagnolo, giocavo in casa.
Udine - Bovec: bikepacking tra Italia e Slovenia
1° GIORNO (130 km / 2.100 md+)
La partenza del The Grand Escape quindi è avvenuta il 14 ottobre da Udine, in Italia. Al momento del via ufficiale, di gruppo, la piazza principale della cittadina friulana era gremita di ciclisti di diverse nazionalità, dato che anche molti stranieri hanno preso parte all’evento. A riguardo ci tengo a segnalare che le iscrizioni sono a numero chiuso, 300 posti totali.
I primi chilometri si snodano fra Udine e la sua periferia, scortati dalla polizia locale, ma ben presto ci si lascia la città alle spalle proseguendo nella campagna friulana, tra paeselli e campi coltivati. Proseguiamo, ancora in gruppo abbastanza numeroso dalla partenza, in direzione di Tarvisio.
La strada continua, una volta attraversato il Tagliamento, su di una lunga ciclabile che costeggia, più in alto nella vallata, il tracciato dell’autostrada A23. Si tratta della Ciclovia dell’Alpe Adria.
Tolte un paio di brevi soste giusto per riempire le borracce e bere un caffè, mi fermo poi per pranzare a un bar/ristorante proprio a lato della ciclabile. Idea che sembrano avere avuto molti altri ciclisti, visto l’affollamento nel locale. La sosta è breve, giusto per mangiare un panino e bere una coca-cola. Proseguo poi per Tarvisio, sempre sulla ciclovia. Da lì, dopo una pausa gelato, inizio la salita verso il Passo del Predil e il confine tra Italia e Slovenia. La salita è molto bella, con uno scenico panorama sull’omonimo lago.
Dal passo si scende poi giù in territorio sloveno fino alla mia prima tappa, Bovec, dove dormo in un ostello, che è anche un birrificio artigianale, il Thirsty River.
Bovec - Lesce: maltempo sulle Alpi Slovene
2° GIORNO (120 km / 2900 md+)
La mattina del secondo inizia sotto un cielo nuvolo, ma circondato dallo splendido paesaggio delle Alpi slovene, nello specifico della valle dell’Isonzo (Soča in sloveno). Infatti in questo tratto la vallata è molto selvaggia, con pochi insediamenti ed il fiume che regala scorci di acqua cristallina di un turchese quasi irreale.
Dopo neanche un’oretta, tuttavia, inizia a piovere e la pioggia resterà una compagna fedele per tutta la giornata, assieme al freddo.
Attacco quindi la salita al Passo di Vršič, il punto più alto del tracciato, a 1611 m sul mare, sotto l’acqua. La salita in sé è molto bella, con ampi tornanti e una strada ben tenuta, sebbene non sia panoramica, dato che si sale perennemente immersi nel verde del bosco. Posso però sicuramente dire che l’avrei molto più apprezzata facendola all’asciutto.
In cima per fortuna c’è un rifugio pronto ad accogliere ciclisti e non. Ma poteva comunque andare peggio, visto che chi è salito al passo più tardi, nel pomeriggio, ha preso la neve!
Si scende quindi sull’altro versante del passo e si procede in direzione dello scenico Lago di Bled (lo avrete sicuramente visto in foto, con la sua pittoresca chiesa posizionata sull’isoletta in mezzo al lago). Prima di arrivare al paese di Bled c’è l’ultima salita della giornata, che porta ad un rilievo a sud est del lago. Purtroppo non mi godo troppo la vista, dato il meteo.
La meta finale è un paese poco oltre Bled (dove mi ero fermato giusto per un the caldo), Lesce.
Nota personale: non sottovalutate le temperature delle alpi slovene; io ero partito forse un po’ troppo ottimista visto il clima mite che c’era in Italia lo scorso ottobre.
Lesce - Nuova Gorizia: in bici fino a Lubiana e Nova Gorica
3° GIORNO (198 km / 2600 md+)
Il terzo giorno per fortuna non regala più pioggia, ma le temperature restano sempre bassine. Non è per nulla piacevole pedalare solo coi guantini estivi senza dita, di prima mattina. Ma pian piano la situazione si scalda, sia per il sole sia per la pedalata. La tappa del giorno è la più lunga e prevede di arrivare a Lubiana, location perfetta per una doverosa pausa torta, per poi proseguire verso Nuova Gorizia, la meta finale.
Fino a che non si supera Lubiana la tappa rimane abbastanza pianeggiante, e si snoda costeggiando su piste ciclabili strade di traffico. Dopo la capitale ci si inoltra invece nella campagna e nei verdi boschi sloveni: è qui che inizia la salita. Questo secondo tratto è decisamente più bello del primo, anche se non può competere coi paesaggi del giorno precedente, nonostante la pioggia non avesse aiutato a goderseli.
Arrivo a Nuova Gorizia nel tardo pomeriggio, verso le 17:30 - 18:00, e lì ho modo di sostituire le tacchette delle scarpe, oramai talmente usurate che non si bloccavano più sui pedali.
Nuova Gorizia - Udine: rientro in Italia e gran finale
4° GIORNO (134 km / 2130 md)
Il quarto giorno, quello conclusivo, inizia con un bel sole e finalmente temperature decenti. Il percorso della giornata inizia costeggiando il fiume Isonzo per un lungo tratto, mantenendosi quindi in territorio sloveno. Il primo pezzo del percorso alterna tratti più selvaggi ad altri in cui si attraversano alcuni paesini. A fine mattinata arriva la prima ed unica foratura del giro, ma dopottuto senza non sarebbe stata un'esperienza completa.
Il tragitto non presenta particolari difficoltà altimetriche fino al confine con l’Italia; il punto più alto si raggiunge infatti poco oltre al confine, al Passo della Madonnina del Domm (960 m).
Dopo il Passo si scende fino a Cividale del Friuli, location perfetta per il pranzo. Dopodiché il tragitto prosegue per la pianura friulana costeggiando il fiume Natisone, dal quale ci si stacca solo per l’ultima decina di chilometri, puntando verso Udine e chiudendo così il lungo anello durato 4 giorni.
Arrivo a Udine nel pomeriggio e ad accogliere all’arrivo ci sono ovviamente gli organizzatori, che si sono mostrati simpatici e disponibili sin dalla partenza, avendoli anche poi incontrati diverse volte lungo il percorso, assieme ai fotografi. Lì mi consegnano la “medaglia” di finisher, ossia una meritata boccia di vino rosso, decisamente meglio di una medaglietta!
The end... o forse un nuovo inizio?
Concluso il giro rientro subito in Romagna senza neanche il tempo di una doccia, dopo aver dovutamente salutato i compagni di pedalata incontrati lungo il percorso. Come sempre, durante questi eventi, si fanno bellissime conoscenze e spesso ci si rincontra da un evento all’altro (come è capitato anche proprio al Grand Escape, dove ho ribeccato Fabio che avevo conosciuto l’anno precedente al Romagna Trail).
All’arrivo, puntuale come un orologio, ti piomba addosso quel misto fritto di emozioni che va dall’orgoglio di aver portato a termine la tua piccola impresa, alla tristezza che sia tutto concluso, passando dalla gioia delle belle esperienze appena fatte e dal conforto che la fatica sia finalmente terminata!
Ovviamente appena arrivato a casa la sera, la prima cosa che ho fatto (dopo una bella doccia, tranquilli, che era decisamente necessaria) è stato iniziare a cercare possibili future ciclo-avventure; perché si sa, più pedali e più hai voglia di pedalare, che il vento in faccia non stanca mai (oddio, forse un pochino la gamba sì, dai).
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