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Anello del Friuli Venezia Giulia in bici
I confini nazionali e regionali sono ancora chiusi a causa del coronavirus ma la voglia di muoverci, partire e scappare è tanta. Che fare? Cartine alla mano e vecchi progetti presto prendono forma ed ecco che si materializza questo anello del Friuli Venezia Giulia che rimane rigorosamente (quasi) nei confini regionali.
Racchiuso tra l'alto Adriatico, i fiumi Tagliamento e Livenza, le prealpi Carniche e Giulie e il confine con la Slovenia, utilizzando piste ciclabili, ciclovie e stradine secondarie, questo percorso circolare permette di godere di alcune peculiarità della pianura friulana altrimenti ingiustamente trascurate.
1° tappa Gorizia - Lignano Sabbiadoro
Susanna e io partiamo da Gorizia pedalando su strade per noi arcinote, percorse mille volte tra bici da corsa e MTB. Questa volta però tutto sembra diverso, l’intento è diverso. Bastano un paio di borse da viaggio sul portapacchi e un’altra fretta nelle gambe che anche i soliti panorami acquistano un aspetto speciale.L’intenzione iniziale era quella di dirigerci verso Monfalcone e percorrere la ciclabile FVG 2 – ADRIABIKE, che fa parte della CICLOVIA ADRIATICA BI6, fino a Grado e da lì proseguire lungo la ciclabile FVG 1-ALPE ADRIA fino a Cervignano del Friuli e poi nuovamente lungo la FVG 2 per Torviscosa. Tratti questi assolutamente consigliabili. Dato che abbiamo affrontato questi itinerari innumerevoli volte, abbiamo scelto un percorso più diretto, lungo strade secondarie poco trafficate. Passando per Gradisca d’Isonzo, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, Romans d’Isonzo, Joannis di Aiello giungiamo a Strassoldo, paesino famoso per il suo borgo e castello medievale a poca distanza da Palmanova, ancora più famosa e caratteristica per la sua fortificazione stellata.Oltrepassata la SS352 raggiungiamo Castions delle Mura, famosa per la Sagra dei Gamberi di fiume e infine un tratto sterrato ci conduce direttamente al sottopassaggio ferroviario che permette di raggiungere Torviscosa e ricongiungerci alla ciclovia FVG 2-ADRIABIKE. Fin qui il percorso si snoda, senza indicazioni, tra campagne coltivate e piccoli paesini, su strade a scarso traffico e qualche facile sterrato.
A Torviscosa, sede di una vecchia azienda di tessuti sintetici, la segnaletica della FVG 2 è mal posizionata e per non sbagliare ci si deve dirigere verso Malisana. Noi invece scegliamo un percorso più diretto che porta a San Giorgio di Nogaro costeggiando la linea ferroviaria. Anche qui la segnaletica è messa malissimo e si deve fare molta attenzione per imboccare le strade secondarie per Carlino, Villa Bruna e Marano Lagunare.
Misteriosamente svanisce la segnaletica della ciclovia FVG 2-ADRIABIKE e viene sostituita dai numeri delle BOSCOVIE.
Poco prima di Marano Lagunare, che merita certamente una visita, svoltiamo a destra per Muzzana e dopo poco a sinistra su sterrato che porta ad attraversare il fiume Cormor e il bel bosco Baredi. A Piancada attraversiamo il fiume Stella sulla passerella ciclopedonale. Proseguiamo verso Pertegada e alla fine della ciclabile svoltiamo a destra su strada secondaria. Seguiamo gli adesivi rossi con freccia bianca che qualche buona anima ha pensato di appiccicare agli incroci.
Dopo un lunghissimo sterrato tra campi e vigne ritorniamo per un breve tratto sulla trafficata strada statale. Sempre seguendo gli adesivi rossi guadagniamo l’argine della laguna di Marano e, ad Aprilia Marittima, la ciclabile che porta a Lignano. Alla fine del ponte seguiamo la segnaletica indicante Lignano sulla sinistra. Costeggiamo un canale e verso sinistra guadagniamo l’argine sul quale corre la pista ciclabile, attualmente in fase di completamento, che permette di evitare i viali trafficati e raggiungere Sabbiadoro.
Normalmente questa località turistica è molto affollata, ma questo fine maggio tutto appare surreale. Poca gente in giro, alberghi chiusi e spiagge deserte. Il covid-19 ha lasciato il segno dappertutto. Terminiamo la giornata con un abbassamento della temperatura e nuvoloni grigi che minacciano piovaschi.
2° tappa Lignano Sabbiadoro - Sacile
Il cielo inizialmente è coperto ma non minaccia pioggia. Percorriamo tutto il lungomare di Lignano e ci dirigiamo verso il Parco Zoo e l’argine sinistro del Tagliamento che segna il confine con il Veneto. Qui corre la ciclovia del Tagliamento FVG 6, a tratti ancora in costruzione. Le barriere facilmente evitabili e il giorno festivo ci inducono ad intrufolarci attraverso i lavori in corso. Il fondo è un fine ghiaino compatto che non dà alcun fastidio alla pedalata. In qualche tratto siamo costretti a scendere dall’argine per proseguire sulle sottostanti strade secondarie. Poco dopo Gorgo, nota per una prelibata sagra degli asparagi, raggiungiamo Latisana e sulla SS14, subito dopo il distributore sulla sinistra, per mezzo di una rampa risaliamo sull’argine del Tagliamento ritrovando la pista ciclabile. Un po’ sull’argine e un po’ sulle strade sotto di esso passiamo Latisanotta e Ronchis.
Qui attraversiamo abusivamente un altro cantiere in corso, evitando una lunga deviazione, e poco dopo il sottopasso autostradale, messo al contrario, troviamo l’unico adesivo indicante la ciclovia FVG 6 del Tagliamento. Ancora pochi chilometri di argine e stradine secondarie e a Madrisio abbandoniamo il fiume Tagliamento. In questo punto il confine tra Friuli e Veneto piega decisamente verso ovest e noi facciamo altrettanto. Il ponte sul Tagliamento e un breve tratto trafficato porta all’incrocio per Morsano al Tagliamento e Cordovado, un altro borgo più bello d’Italia. Da Cordovado percorriamo a tratti la ciclovia FVG 9 che ci porta ai bei mulini di Stalis al confine tra Friuli e Veneto.A Sesto al Reghena una breve sosta per rendere omaggio a quest’altro borgo più bello d’Italia e poi ancora a cavallo tra Veneto e Friuli raggiungiamo Chions e Pasiano di Pordenone. Sarà per la giornata festiva oppure per il timore per il coronavirus ma non c’è anima viva in giro, né macchine né ciclisti e tantomeno cicloturisti. Tanto verde, campi a perdita d’occhio e silenzio ci accompagnano verso il fiume Livenza che segna ancora il confine con il Veneto.
Passiamo il ponte sul fiume Meduna e subito dopo troviamo il ponte sul Livenza. Qui la ciclabile che corre sulla sponda sinistra del fiume è impraticabile, invasa dall’erba e per di più transennata con divieto di accesso. Facciamo i bravi e ripieghiamo sulla strada secondaria che ci porta a Ghirano, San Cassiano di Livenza e Brugnera. Poco prima di Brugnera ci sarebbe il grande parco di Villa Varda da visitare, ma non abbiamo tempo per farlo. San Giovanni di Livenza, Cavolano e Schiavoi ci portano finalmente a Sacile con la sua piazza pedonale adagiata tra i rami del fiume Livenza.
Scegliamo di alloggiare poco fuori Sacile, all’agriturismo La Pioppa sperduto tra campagne, vigneti e in lontananza le prealpi carniche del Cansiglio e del Piancavallo.
3° tappa Sacile - Gemona del Friuli
La giornata è splendida. Secondo me i due mesi di lockdown hanno ripulito l’aria dallo smog e tutto sembra più luminoso. Oggi avremmo dovuto dirigerci verso Caneva e il suo castello, poi Polgenigo e le sorgenti del Gorgazzo invece, prevedendo una lunga tappa, puntiamo verso Budoia e l’inizio della ciclovia FVG 3 della Pedemontana e del Collio che fa parte della ciclovia BI20 AIDA. Seguendo le indicazioni della titolare dell’agriturismo e improvvisando lungo belle strade sterrate raggiungiamo Vigonovo e il lungo rettilineo che ci porta a Budoia. Dopo la prima salita, proprio al primo incrocio incontriamo l’ottima segnaletica della ciclovia.Senza alcun indugio raggiungiamo Castello di Aviano, Aviano e Montereale Valcellina attraversando boschi e prati solitari adagiati ai piedi del Monte Cjastelat ed affiancati dalla linea ferroviaria Budoia-Gemona recentemente riattivata.
Dopo Montereale Valcellina, da dove si dirama la SS251 per Barcis e la splendida vecchia strada della Valcellina da anni chiusa al traffico, percorriamo per un tratto la strada pedemontana fino a Maniago Libero. Qui abbandoniamo le indicazioni della ciclovia FVG 3, che aggira banalmente gli abitati lungo la statale, per attraversare i centri di Maniago Libero e Maniago con la sua bella piazza e le coltellerie. Da qui si potrebbe risalire la Val Colvera per raggiungere la splendida Poffabbro. In uscita da Maniago riprendiamo la ciclovia FVG 3 in direzione di Fanna e Meduno. Nelle giornate propizie si possono osservare decine di deltaplani e parapendii che si lanciano dal Monte Valins sopra Meduno. Da Meduno si stacca la strada per la meravigliosa Val Tramontina e il passo Rest. Noi invece interpretiamo male alcune indicazioni e non ne vediamo altre così, dopo aver valicato il colle di Solimbergo, ci ritroviamo a Sequals, patria di Primo Carnera famoso pugile degli anni ‘30. La ciclovia invece raggiungeva Toppo e Travesio. Con una deviazione ritroviamo la FVG 3 a Molevana e attraversiamo i piccoli borghi solitari del comprensorio di Castelnovo del Friuli. A Valeriano incontriamo nuovamente le indicazioni della ciclovia FVG 6 del Tagliamento. Infatti ora stiamo percorrendo la sponda destra di questo fiume che taglia in due il Friuli.
A Cornino la sosta è obbligatoria per ammirare lo splendido lago dai colori straordinaro e i grifoni che volteggiano sui dirupi sovrastanti. In pochi chilometri una passerella ciclopedonale ci porta a Trasaghis e al ponte di Braulins, dove incrociamo anche la ciclovia FVG 1 – ALPE ADRIA. A Gemona del Friuli il B&B Al Ciclista è tappa doverosa e l’accoglienza è ottima.
4° tappa Gemona del Friuli - Gorizia
Oggi si rientra a casa e siamo convinti che ritrovando posti conosciuti ci verrà a mancare il gusto della scoperta e un po’ del piacere del semplice andare. Invece non sarà così. Tra stradine insospettate, segnalazioni assenti e tempo splendido anche gli ultimi chilometri ci regaleranno attimi di entusiasmo.
Partiamo in leggera salita a incrociare nuovamente la ciclovia FVG 3 Pedemontana. Qui ci accorgiamo che nessuna segnaletica riporta più questa dicitura e seguiamo le indicazioni di piste ciclabili locali che ci portano attraverso stradine sconosciute e solitarie ad Artegna, Magnano in Riviera e Tarcento.La segnaletica scompare del tutto e, nonostante conosciamo benissimo (?!) i posti, ci affidiamo al navigatore per ricalcare fedelmente il tracciato della ciclovia FVG 3. Con sorpresa percorriamo una stradina a noi sconosciuta che da Nimis ci porta a Savorgnano del Torre e per altre strade secondarie e solitarie raggiungiamo Ravosa, Bellazoia e Ronchis. Qui, nonostante varie possibilità sia su sterrato che asfalto, la traccia gps della ciclovia FVG 3 ci porta lungo l’erboso argine del torrente Grivò. Un piccolo e ripido guado asciutto che potrebbe dar problemi in caso di piogge, ci fa cambiare sponda. Raggiungiamo Ziracco, Bottenicco e Cividale, la cittadina longobarda con il suo Ponte del Diavolo sul fiume Natisone. Soltanto in uscita da Cividale del Friuli ritroviamo la segnaletica della ciclovia FVG 3. A Premariacco una passerella ciclopedonale, di cui nessuno di noi due sospettava l’esistenza, ci permette di valicare il fiume Natisone. La ciclabile, qui ben segnalata, diventa sterrata fino ad Oleispoi ridiventa asfaltata nelle campagne retrostanti Manzano e San Giovanni al Natisone. Poco prima del cimitero di Cormons troviamo l’ultima segnalazione certa della ciclovia pedemontana FVG 3. Poi più nulla. Anche il navigatore non trova più la traccia della FVG 3 ma soltanto quella della BI20-AIDA. Per fortuna conosciamo i posti e ci dirigiamo verso il Preval, bellissimo vallone a ridosso del confine con la Slovenia e del Collio sloveno. Qui incontriamo una moltitudine di segnalazioni con la dicitura FVG 3 – Slow Collio che creano più confusione che certezze. Non si riesce a capire quale sia l’itinerario principale e quali le varianti. A ogni modo siamo ormai vicino a casa e i percorsi sono ben noti. Qualche tuono in lontananza annuncia pioggia ma oramai abbiamo concluso questo splendido giro ad anello del nostro Friuli Venezia Giulia in bici.
L'anello si sviluppa per circa 370 km. Per comodità noi siamo partiti da Gorizia ma qualsiasi località sul percorso può rappresentare un'ottima base di partenza. Il senso di marcia più conveniente credo sia quello orario da noi intrapreso, sia per la segnaletica che per qualche salitella. Lungo il percorso diverse stazioni ferroviarie possono offrire un comodo accesso all'anello proposto e un rapido rientro in caso di necessità.
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Sangioss
Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico