Panorama roccioso a 360°, sole che spacca le pietre, neve battuta ma non troppo e qualche amico con cui condividere il tutto, mischiare ad una discreta dose di benzina e pedaggio autostradale et voilà, l'intruglio per una domenica incredibile sulle ciaspole è pronto! La Val di Tires inizia da Prato Isarco, nell'omonima valle, e continua tortuosa costeggiando l'Alpe di Siusi e puntando in direzione delle Torri del Vajolet e del Catinaccio. Dopo i 12 erti tornanti, San Cipriano, il paese da dove è cominciata la vera e propria ascesa al Passo Nigra, sarà solo un ricordo lontano offuscato dai giganti rocciosi, padroni della valle. A quota 1688 metri, in prossimità del parcheggio del valico e dell'omonimo rifugio (chiuso in questa stagione), possiamo abbandonare la nostra scatola metallica a motore, ormai completamente stremata dalle pendenze preferite da Pantani e dai più grandi scalatori su due ruote.
Durante l'
inverno in questa parte della valle, la temperatura è spesso molto bassa, almeno finchè non arriva il sole. Siamo intorno ai -5 o forse qualcosa in meno e le mani, costrette ad un rapido adattamento termico fanno fin da subito male. Il percorso parte dal parcheggio lungo la strada forestale o
sentiero 7 che, in questa stagione, è in parte una divertentissima pista da slittino e bob. La strada forestale è perfettamente battuta e sale lenta ma inesorabile fino al primo bivio della giornata: sulla destra è indicata la
Malga Messner, mentre a sinistra
Malga Bauman e
Malga Costa primeggiano fra le varie possibili destinazioni.
Optiamo per deviare a sinistra ed in pochi passi ci ritroviamo fuori dalla forestale immersi nella quiete del bosco. Il cigolio delle ciaspole è l'unico rumore a disturbare i pensieri anche se, qualche centinaio di metri più avanti, ci rendiamo conto di non essere soli: decine di volatili si spostano rapidi da un ramo all'altro attirando la nostra attenzione. I racconti della strega di Blair non hanno molto effetto sull'umore della nostra combriccola. Oltrepassiamo il torrente Nigra, ormai completamente gelato, e arriviamo in vista della Malga Baumann che non raggiungiamo. Il sentiero si dirama ancora una volta e noi proseguiamo sulla destra lungo uno strappo pendente e piuttosto lungo.
Camminiamo nel bosco e su alcune rocce più sporgenti, la neve è già stata sciolta dal sole... un vero peccato per le nostre racchette da neve! In circa 15 minuti il sentiero si affaccia su un rapido pendio e, poco sotto di noi fra gli alberi, scorgiamo il passaggio di tre caprioli che, incuriositi dalla nostra presenza, sembrano quasi rallentare. Eccoci finalmente all'ombra del Catinaccio, uno dei gruppi dolomitici più amati. Le
torri del Vajolet sono ancora nascoste ma riusciamo ad intuirne la posizione. L'
Alpe di Siusi e l'
altopiano dello Scilliar con i Denti di Terrarossa sono davanti a noi, all'orizzonte del sentiero che si insinua ancora fra le conifere ed i larici. Volgendo le spalle al Catinaccio il cielo terso ci permette di spaziare fino ai mastodontici 3000 della Oztal austriaca, alle Maddalene, al gruppo dell'
Ortles e Cevedale, alla Alpi Venoste, il tutto anticipato dall'altopiano del
Renon e dalla città di Bolzano infossata in valle.
Più a sinistra si scorgono le Dolomiti di Brenta, la Paganella, la Vigolana ed il Bondone fino a parte delle piccole Dolomiti venete. Impossibile riportare a parole la meraviglia dello spettacolo naturale che stiamo osservando. Il sentiero prosegue parallelo al Catinaccio e perpendicolare allo Scilliar ed in poco tempo giunge fin sotto le Torri del Vajolet. Una malga è stata costruita proprio qui e... che invidia!!!
Una breve ma intensa discesa conduce alla Malga Costa o Hanicker Schwaige, aperta anche durante i fine settimana invernali. Degustiamo un
gulash piccante al punto giusto e
cioccolata, sempre con lo sguardo puntato sulle guglie aguzze del Vajolet. Un sentiero lascia la malga scendendo verso valle e raggiungendo l'asfalto due km prima del valico, ma noi preferiamo tornare verso il Passo dalla stessa via tutta esclusivamente nella Natura.
Giro ultrapanoramico, divertente (anche se un po' di neve in più non guasta mai...ma quest'anno va cosi!), ma anche abbastanza impegnativo per la distanza da percorrere sulle ciaspole!!!
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