Le biciclette avanzano verso le Cameron Highlands, la nostra prossima meta! Lasciamo l'isola di Penang e la città di Georgetown con un po' di dispiacere, ma la voglia di tornare in sella e proseguire nell'esplorazione della Malesia è più forte della comodità e del piacere di vivere agiati. Passiamo la città coloniale di Taiping, la sede del sultanato del Perak di Kuala Kangsar ed il grande centro di Ipoh prima di salire ai 1500 m delle Cameron Highlands. Scendiamo tra piantagioni di thè e dopo un piacevole incontro, entriamo nel traffico metropolitano di Kuala Lumpur, città moderna e vivace.
Siamo diventati pigri! Poche centinaia di chilometri e ci fermiamo per qualche giorno. Il paesaggio e le strade malesi non aiutano, tutte trafficate e costeggiate da interminabili piantagioni di palme da olio.
Un rapido viaggio in battello ci riconduce comunque sulla terra ferma e dopo esserci persi nell'area industriale di Butterworth, ci dirigiamo verso sud-est. Obiettivo di giornata è Kuala Gula, piccolo villaggio di pescatori sconosciuto ed insignificante se non fosse per il santuario naturalistico che lo circonda. Purtroppo l'unica sistemazione della zona è al completo e siamo costretti, dopo una rapida esplorazione, a risalire in sella per raggiungere la città coloniale di Taiping quando ormai l'oscurità è calata. Ci fermiamo un giorno per visitare i 31 pirmati della città (primo museo, prima ferrovia, primo mercato...) quindi un trafficato percorso ci conduce prima a Kuala Kangsar, sede del sultanato dello stato del Perak e della moschea Ubudiah, una delle più maestose di Malesia. Ipoh ci accoglie con il suo tracciato culturale, tra edifici coloniali ed antiche vie delle concubine. Per raggiungere le alte quote delle Cameron Highlands, dopo 20 km in salita senz'acqua, fermiamo un camionista elemosinando un passaggio (che vergogna!).
L'aria è frizzante e la pioggia ci concede solo qualche spiraglio di luce così trascorriamo le giornate a bere kopi e teh tarik accompagnate da roti canani, una sorta di piadina fritta servita con curry e chili. Riusciamo a visitare un paio di piantagioni di
thè delle Cameron Highlands (la Boh è immensa e il thè acquistato davvero buono!) che dipingono paesaggi magici sulle colline di questa zona, prima di scendere nuovamente verso lo stretto di Malacca.
Teluk Intan sarebbe solo una tappa transitoria, se non fosse per Mohamed e la moglie che ci accolgono in casa come propri figli. Lui gestisce una piantagione di 600 ettari di palme da olio mentre la moglie ha un ristorantino fuori dalla locale fabbrica di biscotti. Vivono nel villaggio costruito all'interno della piantagione dove lavorano circa 200 indonesiani e 100 malesi. Hanno una gran bella casa e ci offrono un posto dove trascorrere la notte nella camera degli ospiti, invitandoci a cena (a base di ottimo pesce). Salutiamo i nuovi amici dopo aver visitato anche la torre pendente della città. Due pedalate e siamo a
Kuala Selangor, sulla costa occidentale.
Ci ha attirato qui uun santuario naturalistico dove trascorriamo mezza giornata a mentre macachi e scimmie argentate ci corrono intorno.
Kuala Lumpur è vicina ma gli ultimi trenta chilometri prima di raggiungere il suo centro sono un incubo di lamiera e smog, alleviato solo in parte dalla vista delle futuristiche Petronas towers, gemelle di 480m che svettano nel centro economico della città.
Ci sistemiamo a Chinatown e trascorriamo i primi due giorni di permanenza nella capitale a cercare imballaggi ed a smontare le bici preparandoci al volo verso Kota Kinabalu... il Borneo malese non è poi così lontano!
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