Il Jordan Bike Trail è un percorso gravel che unisce la parte settentrionale della Giordania, al confine con Israele e Siria, all'estremo meridionale sul mar Rosso. Da Umm Qais, l'antica città romana di Gadara dalla quale si può ammirare il lago Tiberiade, le sterrate e le strade secondarie si alternano in continui saliscendi mozzafiato per portare i viaggiatori fino alle porte della splendida Petra, al deserto del Wadi Rum e alle acque calde di Aqaba.
Amman, la capitale
Prima di iniziare questo viaggio attraverso la Giordania in bicicletta, da Umm Qais ad Aqaba, è giusto spendere due parole per decantare alcuni luoghi da visitare ad Amman.
La capitale conta oltre 4 milioni di abitanti, quasi la metà dell'intera popolazione. Il principale aeroporto internazionale dove, con molta probabilità, arriverai prima di cominciare la tua avventura a due ruote, sorge a sud del centro urbano. Per avere più informazioni su come raggiungere il centro e poi, eventualmente, spostarsi al punto di partenza del Jordan Bike Trail, ti rimando agli inserti che trovi scorrendo in fondo a questo testo descrittivo, mentre qui mi preme raccontarti qualcosa in più della grande città giordana.
I primi insediamenti nella zona risalgono all'VIII secolo a.C. e nel corso del tempo, fino a giungere ai giorni nostri, Amman ha visto passare (e fermarsi) sul proprio territorio molteplici civiltà: dagli egizi ai romani, dagli ottomani ai palestinesi, dagli arabi ai circassi.
Il principale sito storico in cui consigliamo di andare è quello della cittadella che si estende in posizione panoramica sopra la città e domina anche il teatro romano. I resti delle antiche meraviglie di epoca romana, bizantina e omayyade svettano verso il cielo in una contaminazione di stili architettonici suggestiva. Gli amanti degli spazi museali poi non dovrebbero perdere il museo di Giordania che ospita antichi reperti tra i quali si annovera anche una copia della stele di Mesha (l'originale è esposta al Louvre).
Infine, prima di lasciare la capitale, prenditi del tempo per passeggiare tra i negozi di spezie e i ristoranti caratteristici del centro: troverai anche qualche venditore di succo di melograno e di canna da zucchero.
Da Gadara dritti verso sud
Questo incredibile viaggio in bici chiamato Jordan Bike Trail prende il via dalle rovine di Gadara, una delle città della Decapoli, un insieme di privilegiati agglomerati urbani sotto il controllo dell'Impero romano che estendeva i suoi domini fino agli attuali territori di Giordania, Siria e Israele.
Queste località godevano di una certa autonomia e potevano vantare specifiche affinità culturali e linguistiche. Dopo aver visitato ciò che resta di Gadara, in gran parte distrutta da un terremoto nel 747, inforchiamo le nostre due ruote per cimentarci nella prima panoramica discesa tra campi di ulivi e le tondeggianti alture giallastre del nord della Giordania in direzione della diga di Al Arab, nell'omonimo Wadi.
In bici perdiamo quota - guardati intorno perchè potresti essere fortunato come noi e trovarti a tu per tu con un camaleonte - per poi risalire lenti su pendenze da subito impegnative.
Superiamo alcuni paesini dove è possibile acquistare qualche snack, fare rifornimento di acqua e mangiare uno shawarma di pollo (noi abbiamo optato per una sosta a Sammou') prima di riprendere i saliscendi verso la valle del fiume Giordano, a -200 metri di quota.
Dai quasi 500 m scendiamo quindi sotto il livello del mare dove tutto cambia: lungo il canale la fauna è ricca e variegata con numerosi volatili tra i quali riconosco dei martin pescatori già avvistati in Sudafrica mentre la flora spazia dalle specie spontanee a quelle coltivate in un tripudio di tonalità di verde. La presenza dell'acqua determina il fiorire della vita in questa vallata piuttostro popolata anche da esseri umani. Dopo aver seguito il fresco canale irriguo di King Abdullah per diversi chilometri giungiamo a Pella, un'altra delle antiche città appartenenti alla Decapoli.
Salita e... ancora salita
Il Jordan Bike Trail non tenta di ingannarci: appare durissimo fin da subito.
Le continue ascese e le pendenze davvero esasperate, soprattutto nella parte nord del tracciato, mettono a dura prova la nostra forma fisica, facendoci annaspare nei tratti più lunghi e ardui. Da Pella riprendiamo a salire con decisione per portarci con estrema lentezza oltre i 1000 m.
Il paesaggio appare già piuttosto arido anche se questa è la zona più popolata della Giordania. I villaggi si alternano di continuo a tratti in cui sperimentiamo la solitudine più assoluta. La gente, un po' stupita dalla nostra strana presenza, ci saluta con entusiasmo; due negozianti arrivano addirittura a donarci qualche snack e bevanda fresca come segno di ospitalità.
Sulla nostra strada incontriamo alcuni panifici e gli artisti della farina si esibiscono in lanci acrobatici e pose plastiche mentre preparano i succulenti dischi. Alcuni attirano la nostra attenzione perché sono ricoperti da una miscela verdastra profumata e olio extravergine che scopriremo chiamarsi Za'atar.
Ad Ajloun, oltre all'imponente fortezza musulmana del XII secolo, è possibile mangiare qualcosa di tipico e fare rifornimento di viveri e acqua (occhio però che la traccia ufficiale del trail non passa per la città che si trova qualche centiaia di metri più in basso).
Dal castello si perde nuovamente quota, appena prima di arrampicarsi fino ad Anjara superando un altro wadi.
Verso il mar Morto
Le vallate a V si susseguono una dopo l'altra mettendo a dura prova la tenacia del cicloviaggiatore. La fatica, dopo i primi giorni di viaggio e i tanti metri di dislivello superati, inizia a farsi sentire, ma la varietà dei paesaggi e l'incontro con una cultura ospitale come quella giordana trasmettono una grande serenità.
La prima parte del percorso si è svolta prevalentemente su asfalto, ma dopo la salita a Khirbet as-Souq, la percentuale di sterrato aumenta e con lei anche la wilderness e l'avventura. Le poche foreste giordane sono ormai rimaste alle nostre spalle e il territorio appare sempre più arido con una predominante cromatica gialla.
I villaggi restano lontani dalla nostra traccia e la polvere comincia a ricoprire le nostre borse da cicloturismo. Il tracciato segue per lunghi tratti i costoni panoramici delle alture a picco sui wadi ed è inevitabile continuare a fermarsi per scattare fotografie o realizzare video di questi scorci paradisiaci.
Lenti, ma determinati giungiamo a Madaba, città sorta su un antico sito biblico moabita lungo la Via Regia. Oltre il centro, dove ceniamo in un ristorante libanese di livello, dopo aver percorso su sterrato divertente un meraviglioso wadi abitato solo da pastori beduini nomadi (e aver rischiato di perdere il portapacchi per una vite tirata male), lasciamo la traccia originale del Jordan Bike Trail per scendere sul Mar Morto, la depressione più profonda del mondo.
Negli inferi della Terra
L'altitudine sul gps continua a precipitare, il dispositivo sembra quasi impazzito. Eppure il barometro non mente: siamo a -400 metri e ci troviamo sulla riva del mar Morto, diviso tra Giordania e Israele.
Questo grande lago salato è un luogo quasi surreale, incredibile ma allo stesso tempo inquietante visto che, l'altissima salinità, il 23% in più di quella degli oceani, non permette la vita all'interno delle sue acque. Una strada panoramica, raggiunta dopo aver superato paesaggi vulcanici inaspettati, costeggia questo grande bacino spingendoci verso sud.
Ma perché questa ampia riserva d'acqua è così salata? Il fiume Giordano è l'unico immissario degno di nota del mar Morto che è classificato come bacino endoreico, ossia privo di emissari. Purtroppo l'intenso sfruttamento del corso d'acqua più a monte ha ridotto la portata del Giordano a un misero 10% dell'originale: l'acqua dolce non riesce a compensare la continua evaporazione e la concentrazione salina risulta essere tra le più alte al mondo.
Pedaliamo estasiati dall'aria tiepida e dal paesaggio armonioso mentre un tramonto infuocato ci inonda ricordandoci che è tempo di cercare un posto dove montare la tenda.L'ingresso del Wadi Al Mujib appare proprio nell'istante perfetto: il custode sorride ospitale alla nostra richiesta di poter campeggiare nel parcheggio. Ci risponde che anche dei ragazzi svizzeri nel loro furgone stanno sostando nello spiazzo per la notte e a noi viene spontaneo chiederci da dove siano arrivati e da quanto tempo stiano viaggiando.
Canyoning e ritorno al Jordan Bike Trail
Il Wadi Mujib è un canyon di indubbia bellezza da scoprire. Una volta pagato l'ingresso (21Jod nel 2022), se le condizioni dell'acqua lo permettono, è possibile risalire la forra in autonomia sfidando se stessi, le cascatelle e la corrente in un'esperienza davvero divertente all'interno di un luogo ameno.
Dopo il nostro primo vero e proprio canyoning e una nuotata nel mar Morto (ho bevuto e l'acqua salata oleosa ha un sapore davvero pessimo!) - per questioni di sopravvivenza è meglio invertire le due esperienze ossia prima nuotare nel mar Morto e poi lavarsi nel canyon - abbiamo ripreso la strada verso la parte meridionale del bacino per poi deviare bruscamente a est e risalire 1400 m, fino a Karak e il suo castello crociato.
Il fortilizio è un labirinto di sotterranei, stanze e terrazze panoramiche sul wadi sottostante.
Voluto dai crociati, la costruzione venne iniziata nel XII secolo, ma già pochi anni dopo venne conquistato dal sultano Saladino e da suo fratello Safedino. Dopo una visita veloce e un caffè nel centro cittadino riprendiamo la strada, sterrata, verso il mar Rosso.
Un taglio nella montagna costeggia la profonda vallata spingendosi oltre l'orizzonte. Un pastore beduino con la kefiah bianca e rossa è seduto a bordo strada e con il suo piccolo fornello sta preparando il thè. Al mio passaggio sorride e mi offre una tazza dell'abituale bevanda, riconfermando ancora una volta la grande accoglienza del popolo di Giordania. In bici maciniamo chilometri lentamente, ma continuiamo a respirare con intensità questo territorio così ricco di sorprese.
Aria di deserto
Uno dei punti più alti di tutto il Jordan Bike Trail viene raggiunto prima di quella che un tempo fu la città di Dana.
L'ambiente è completamente mutato rispetto a quello attraversato nel nord del paese: i pendii appaiono più aridi e disabitati e per lunghi chilometri tra polvere e sassi non si incontra anima viva. Sopra Dana e la sua riserva della biosfera, la più grande del paese, vale la pena soffermarsi ad ammirare la magica vallata - il wadi Feynan - che si apre davanti agli occhi.
Al tramonto ogni cosa diventa fuoco e lo spirito viene travolto da mille emozioni diverse: entusiasmo, nostalgia, meraviglia. La discesa sassosa che conduce a Dana richiede buone capacità tecniche e un po' di sana intraprendenza, ma il gioco vale la candela. Dana è ancora in parte abbandonata, ma molti pronipoti dei vecchi abitanti stanno tornando nel paese per ristrutturare le case e dare nuova linfa vitale a un luogo incantato con grandi potenzialità turistiche.
Dall'antico villaggio ci si inoltra su sterrate estremamente panoramiche che costeggiano la riserva naturale tra voli sporadici di rapaci e un odore indecifrabile, proveniente da chissà quale epoca.
Ancora immersi nei nostri pensieri, e nell'incanto del momento, giungiamo in prossimità del castello di Shobak sotto al quale si trova l'hotel più piccolo al mondo. Un maggiolone è attrezzato di tutto punto per ospitare due persone e regalare loro una notte romantica al chiaro di luna.
L'ultima parte dell'ascesa raggiunge pendenze da capogiro, ma una volta in cima si può godere di un panorama a 360° su quest'area un tempo abitata e ora quasi dimenticata.
Petra e la piccola Petra
Se pensi alla Giordania pensi a Petra, il binomio è spontaneo!
L'antica capitale nabatea sorge nel bel mezzo di un siq: rimase celata agli occhi degli esploratori per anni, protetta dai pastori beduini che ne preservarono il segreto. Poi un giorno, quasi per caso, un viaggiatore svizzero, tale Johann Ludwig Burckhardt, sentì alcuni nomadi parlare di una meraviglia nascosta agli occhi dei più. Il pioniere si travestì quindi da pellegrino e assoldò una guida per essere accompagnato alla tomba di Aronne.
Nel momento in cui passò al Tesoro di Petra, che si trovava lungo la via designata, lo stupore e l'incanto invasero il cuore del giovane. Più di due secoli dopo, le sensazioni che si provano giungendo a Petra sono ancora le stesse.
Prima della città perduta però, è possibile fare una breve deviazione dal percorso originale e visitare il sito storico conosciuto con il nome di Little Petra, probabilmente una sorta di borgo nabateo ideato per ospitare viandanti e mercanti sulla via per la più grande e importante città di Petra.
La capitale del popolo dei nabatei sorge invece più a sud e vanta innumerevoli edifici ricavati nell'arenaria rossa del suo siq, il lungo canyon che da sempre protegge e nasconde la città. All'interno di Petra non perdere il Tesoro - El Khasneh, il Monastero - Al Deir - (esiste un trekking di media difficoltà che collega le due attrattive), le tombe reali, il teatro romano e i magici colori che contraddistinguono le rocce di questo luogo meraviglioso.
Tra i beduini del Wadi Rum
Il viaggio in bici in Giordania lungo il Jordan Bike Trail non cambia direzione. Ancora sud. E il deserto ormai è davvero vicino.
In realtà stiamo già pedalando in questa distesa desertica e rocciosa da giorni, incontrando lungo la nostra via solo sporadiche tende di beduini e qualche villaggio dove fare rifornimento per la nostra scarna dispensa.
Gli sterrati, a tratti anche sabbiosi, continuano a metterci alla prova mentre gli incontri con le popolazioni nomadi che abitano la zona sono sempre più rari. Ogni tanto appare dal nulla un gruppo di giganteschi dromedari provenienti da qualche allevamento beduino, ma nulla di più.
Presto ci ritroveremo a guardare un orizzonte desolato, ma comunque ai nostri occhi bellissimo. Quwayrah è l'ultima cittadina prima di iniziare a fare sul serio con la sabbia. Dal centro urbano al villaggio di Rum non incontreremo più negozi (senza considerare il bar del centro visite, all'ingresso del Wadi Rum).
Dormire nel deserto, sotto un cielo rischiarato da una candida via Lattea e da milioni di stelle, senza alcun inquinamento luminoso, è un'esperienza senza eguali. Noi decidiamo di trascorrere una notte in più nel cuore del Wadi Rum, in un campo tendato beduino, dopo aver scalato e camminato in decine di angoli diversi di questa immensità di sabbia, polvere e vento.
Dal deserto al mare
Seppur priva di dislivello, l'ultima tappa del nostro viaggio in Giordania in bici risulta essere comunque molto eccitante. Siamo soli, completamente soli: io, Leo e Dominic, un ragazzo tedesco che abbiamo appena conosciuto e che ha deciso di seguirci in questa traversata. Sprofondiamo, scivoliamo, annaspiamo, cadiamo e ci divertiamo come dei bimbi.
Aqaba non è così lontana, ma dovremo sudare sette camicie per ritrovarci sulle rive calde del mar Rosso, dopo un'avventura in bici incredibile nel mistico Medio Oriente.
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