Con le nostre biciclette (si possono anche noleggiare, come anche i motorini, nei vari punti noleggio sparsi sull'isola), ci siamo spostati sui comodi e tranquilli sentieri senza troppi problemi, esplorandola in lungo ed in largo l'isola, scoprendo baie e spiagge deserte dove nuotare o praticare snorkeling a basso costo. Uno delle baie meno battute è quello di Pai (Aoe Pai) situata a nord-est dell'isola: la spiaggia è dorata e l'acqua limpidissima. Nella piccola struttura turistica situata a poche decine di metri dalla sabbia bollente, potete noleggiare maschera e boccaglio per osservare i fondali colorati del Mar delle Andamane dove le acque territoriali della Birmania e quelle della Thailandia si incontrano mischiandosi in modo irreversibile. Salendo ancora più a nord, si tocca la baia di Kwang Peeb dove il silenzio è assoluto e le pratiche del diving e dello snorkeling sono fortemente consigliate così come nella parte più a nord di Aow Yai. Ad Aow Khao-Kwai si trovano le condizioni ideali per la pratica del kayak o della canoa visto l'ampiezza della baia e la tranquillità delle acque di questa mezzaluna. Per praticare il birdwatching, abbiamo invece scovato due luoghi interessanti dove riuscire ad osservare qualche specie insolita: gli oriental pied hornbills (buceri orientali), esemplari di Brahminy kite (nibbio bramino) ed altri volatili coloratissimi li trovate a sud della spiaggia di Aow Yai, ma il nibbio si riesce a scorgere un po' in tutta l'isola. A nord di Aow Yai invece, soprattutto al calare del sole, vi imbatterete quasi certamente in qualche scimmia dispettosa nascosta sugli alberi o forse in un'elegante aquila di mare dal ventre bianco oppure, perchè no, in un gruppo di granchi esploratori... Eppure Koh Phayam non è interessante solo dal punto di vista paesaggistico e naturalistico: camminando verso nord-ovest dalla baia di Yai, in un tempo determinato dal vostro passo (siete in viaggio? Allora buttate via l'orologio!) si raggiunge un piccolo villaggio dell'etnia Moken, meglio conosciuti come zingari di mare. Durante la stagione secca questo popolo, che conta solo poco più di tremila individui sparsi nel Mar delle Andamane fra Thailandia e Birmania, trascorreva il tempo muovendosi da un'isola all'altra grazie ad imbarcazioni di legno chiamate kabang. In questo periodo favorevole, i Moken vivevano di pesca e grazie alla raccolta di frutti di mare. Durante la stagione monsonica, quando la navigazione era difficoltosa e pericolosa, i Moken si fermavano su un'isola dove riuscivano a vivere di caccia e commercio soprattutto con i mercanti cinesi. Oggi purtroppo i Moken svengono spesso sfruttati come fenomeni da baraccone e maltrattati anche a causa delle loro pratiche animiste. Il divieto di cacciare delle due nazioni, l'imposizione del governo birmano di stabilizzarsi ed altri fattori, hanno fatto in modo che questo popolo nomade o semi-nomade cadesse nelle insidie dell'alcool e dell'oppio portato dalla Cina. Oggi gli zingari di mare sono prettamente un popolo stanziale, si sono adeguati agli usi e costumi dei thailandesi e birmani di terra, hanno accantonato, talvolta dimenticato, le antiche tradizioni degli antenati... forse in futuro, sul mare, all'orizzonte, si potrà ancora vedere un kabang moken navigare sicuro verso l'alba di un nuovo giorno, in direzione di un'isola che noi non riusciamo neanche ad immaginare...
Abbiamo trascorso oltre 10 mesi nel sudest asiatico in bicicletta e ci sentiamo di potervi consigliare cosa vedere in Thailandia zigzagando qua e là per la nazione!
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