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Koh Phayam
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La Thailandia, destinazione molto gettonata dell'Asia per le bellezze storico culturali e per le spiagge bianchissime, è durante l'alta stagione presa d'assalto da migliaia di turisti che cercano mete da sogno dove rilssarsi e prendere il sole: Phi Phi Island, Koh Tao, Koh Samui... o un altro paradisio tropicale fra i molti della nazione, tutti però eccessivamente affollati, e quindi dove andare !?! L'isola di Koh Phayam è una meta fuori dai soliti circuiti turistici anche se, a mio avviso, non ha niente da invidiare alla altre isole thailandesi, è piacevole da scoprire in bicicletta e poi, su Koh Phayam vivono ancora...
Le isole della Thailandia sono le mete più battute dai turisti occidentali, ma anche quelli orientali non le disdegnano di certo. Con spiagge indimenticabili, baie incontaminate, biodiversità e popoli che provano a vivere ancora secondo le antiche tradizioni, quello che cercavamo era un'isola fuori dal comune, il nostro piccolo paradiso tropicale in Oriente. Nella vita di tutti i giorni siamo due persone allegre ed abbastanza espansive, amiamo il confronto e la Mappa di Koh Phayamcondivisione. Quando iniziamo a viaggiare, diventiamo due persone diverse: preferiamo i luoghi senza turismo, senza stranieri, adoriamo parlare e scambiare informazioni con i locali, con i popoli che ci aprono il loro cuore e ci offrono i loro pensieri. Koh Phayam, nel mare delle Andamane è stata una vera sorpresa nonostante non sia un'isola del tutto sconosciuta al turismo. Ci siamo imbarcati una mattina dal porto di Ranong ed in circa due ore abbiamo raggiunto il molo della baia (Aow in thailandese) di Mea Mai. Sull'isola ci sono svariate possibilità di alloggio distribuite lungo le differenti baie: noi, dopo vari tentennamenti, abbiamo scelto Aow Yai. L'isola di Koh Phayam è il posto ideale per praticare il birdwatching, la canoa, trekking brevi ma di grande soddisfazione visto che talvolta conducondo in punti panoramici inaspettati, diving e snorkeling. Inoltre, chi predilige gli spostamenti sulle due ruote non motorizzate, sull'isola troverà saliscendi stimolanti e si renderà presto conto di poter raggiungere quasi qualsiasi posto (l'unica difficoltà talvolta, sono i sentieri ricoperti di sabbia che rendono davvero faticosa l'avanzata in bici).
Con le nostre biciclette (si possono anche noleggiare, come anche i motorini, nei vari punti noleggio sparsi  sull'isola), ci siamo spostati sui comodi e tranquilli sentieri senza troppi problemi, esplorandola in lungo ed in largo l'isola, scoprendo baie e spiagge deserte dove nuotare o praticare snorkeling a basso costo. Uno delle baie meno battute è quello di Pai (Aoe Pai) situata a nord-est dell'isola: la spiaggia è dorata e l'acqua limpidissima. Nella piccola struttura turistica situata a poche decine di metri dalla sabbia bollente, potete noleggiare maschera e boccaglio per osservare i fondali colorati del Mar delle Andamane dove le acque territoriali della Birmania e quelle della Thailandia si incontrano mischiandosi in modo irreversibile. Salendo ancora più a nord, si tocca la baia di Kwang Peeb dove il silenzio è assoluto e le pratiche del diving e dello snorkeling sono fortemente consigliate così come nella parte più a nord di Aow Yai. Ad Aow Khao-Kwai si trovano le condizioni ideali per la pratica del kayak o della canoa visto l'ampiezza della baia e la tranquillità delle acque di questa mezzaluna. Per praticare il birdwatching, abbiamo invece scovato due luoghi interessanti dove riuscire ad osservare qualche specie insolita: gli oriental pied hornbills (buceri orientali), esemplari di Brahminy kite (nibbio bramino) ed altri volatili coloratissimi li trovate a sud della spiaggia di Aow Yai, ma il nibbio si riesce a scorgere un po' in tutta l'isola. A nord di Aow Yai invece, soprattutto al calare del sole, vi imbatterete quasi certamente in qualche scimmia dispettosa nascosta sugli alberi o forse in un'elegante aquila di mare dal ventre bianco oppure, perchè no, in un gruppo di granchi esploratori... Eppure Koh Phayam non è interessante solo dal punto di vista paesaggistico e naturalistico: camminando verso nord-ovest dalla baia di Yai, in un tempo determinato dal vostro passo (siete in viaggio? Allora buttate via l'orologio!) si raggiunge un piccolo villaggio dell'etnia Moken, meglio conosciuti come zingari di mare. Durante la stagione secca questo popolo, che conta solo poco più di tremila individui sparsi nel Mar delle Andamane fra Thailandia e Birmania, trascorreva il tempo muovendosi da un'isola all'altra grazie ad imbarcazioni di legno chiamate kabang. In questo periodo favorevole, i Moken vivevano di pesca e grazie alla raccolta di frutti di mare. Durante la stagione monsonica, quando la navigazione era difficoltosa e pericolosa, i Moken si fermavano su un'isola dove riuscivano a vivere di caccia e commercio soprattutto con i mercanti cinesi. Oggi purtroppo i Moken svengono spesso sfruttati come fenomeni da baraccone e maltrattati anche a causa delle loro pratiche animiste. Il divieto di cacciare delle due nazioni, l'imposizione del governo birmano di stabilizzarsi ed altri fattori, hanno fatto in modo che questo popolo nomade o semi-nomade cadesse nelle insidie dell'alcool e dell'oppio portato dalla Cina. Oggi gli zingari di mare sono prettamente un popolo stanziale, si sono adeguati agli usi e costumi dei thailandesi e birmani di terra, hanno accantonato, talvolta dimenticato, le antiche tradizioni degli antenati... forse in futuro, sul mare, all'orizzonte, si potrà ancora vedere un kabang moken navigare sicuro verso l'alba di un nuovo giorno, in direzione di un'isola che noi non riusciamo neanche ad immaginare...
I traghetti per Koh Phayam partono dal porto di Ranong ogni giorno alle 9 ed alle 14 durante la stagione secca, mentre nella stagione delle piogge solo alle 14. Il costo è di circa 150 baht (circa 4€) a tratta e la durata della navigazione è cdi 2 ore circa.

Abbiamo trascorso oltre 10 mesi nel sudest asiatico in bicicletta e ci sentiamo di potervi consigliare cosa vedere in Thailandia zigzagando qua e là per la nazione!

 

 

 
 
Ultima modifica: 23 Gennaio 2025
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Vero

Correva l'anno 1983: anch'io vidi per la prima volta la luce del sole estivo e sorrisi.  Nel 2007 ho provato per la prima volta l'esperienza di un'avventura a due ruote e, da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno... nel 2010 sono partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la nostra prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, Il Sudafrica e Lesotho... e il #noplansjourney...

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